La sfida di Apo Conerpo: "Restare competitivi per salvare l’ortofrutta"

Il presidente Vernocchi introduce uno dei temi nodali che sarà trattato durante la tre giorni di Macfrut: "Se non ci permettono di produrre, il mercato troverà la frutta altrove. Ma a quale costo per l’ambiente, il lavoro e la qualità?".

Mag 6, 2025 - 05:27
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La sfida di Apo Conerpo: "Restare competitivi per salvare l’ortofrutta"

Ogni principio attivo che l’Europa ci toglie, ogni limite di residuo che viene abbassato sotto soglie tecniche, riduce la competitività e spinge intere filiere verso il declino. Il rischio non è più solo teorico: lo vediamo sul pero, sul kiwi, su diverse specie orticole. E dietro ogni ettaro abbandonato c’è un’azienda, una famiglia, un territorio che si impoverisce.

Non usa giri di parole Davide Vernocchi, il presidente di Apo Conerpo, la più grande organizzazione di produttori ortofrutticoli d’Europa: 6.000 soci, 4.000 addetti, 50 cooperative associate e oltre un milione di tonnellate di prodotti ortofrutticoli gestiti grazie al lavoro delle business unit (Alegra, Brio, Naturitalia, Opera La Pera e Valfrutta Fresco).

"Smettere di produrre ortofrutta in Italia non significa che il mercato si fermerà: quella frutta arriverà comunque, ma da Paesi spesso meno sostenibili, meno attenti all’ambiente, ai diritti dei lavoratori e con costi ambientali aggiuntivi legati al trasporto. È questa la grande contraddizione: l’Europa parla di transizione ecologica ma penalizza chi all’ambiente ci tiene davvero. Un esempio concreto? Durante il lockdown per il Covid, la qualità dell’aria in Emilia-Romagna era migliorata, nonostante l’agricoltura non si sia mai fermata. Abbiamo continuato a garantire ortofrutta fresca ogni giorno, dimostrando che il nostro lavoro non è causa di inquinamento, ma parte della risposta".

Vernocchi sottolinea che la sostenibilità non possa essere solo uno slogan, ma un equilibrio concreto tra ambiente, economia e tenuta sociale. "Abbiamo tecnologie avanzate, produzioni integrate, un patrimonio di biodiversità unico. Ma serve una politica europea coerente. Se perdiamo la capacità produttiva, perdiamo anche sovranità alimentare. La moratoria di cinque anni sulla revoca dei fitofarmaci va in questa direzione: serve tempo alla ricerca per fornire alternative concrete. Le Tea, che tutti indicano come il futuro del settore, sono una grande opportunità, ma non una soluzione immediata: ci vorranno 5-10 anni per vederle applicate su larga scala. Il nostro problema però è adesso. L’Europa non può aspettare la nuova Pac del 2028 per cambiare rotta: intere filiere rischiano di scomparire nel frattempo".

Di fronte a queste sfide, Apo Conerpo c’è: "Investiamo oltre 1,2 milioni di euro all’anno in ricerca scientifica, le nostre cooperative sostengono, insieme alle istituzioni locali, la diffusione di strumenti di difesa attiva contro gli effetti del cambiamento climatico dimostrando come il modello cooperativo resti un pilastro della resistenza. La nostra è un’aggregazione vera e sana, che nasce nei territori, valorizza i soci e costruisce strategie condivise, per incidere positivamente su un mercato sempre più competitivo. È qui che si inserisce il ruolo delle società commerciali del nostro sistema (Alegra, Brio, Valfrutta Fresco, Opera la Pera, Naturitalia) : sono il braccio operativo di Apo Conerpo. Portano sul mercato il valore del lavoro dei nostri produttori, coniugando qualità, innovazione e presenza internazionale. Macfrut non sarà solo una vetrina ma un luogo in cui fare sistema, creare connessioni, rappresentare un settore che ha bisogno di visione. L’ortofrutta italiana può competere nel mondo, ma va messa in condizione di farlo. E Macfrut è sempre più, anno dopo anno, il luogo dove questa ambizione si traduce in opportunità concrete".