Autovelox, è caos. Manca ancora il decreto di omologazione. «Così sono tutti fuori norma»

Multe a rischio annullamento. Ed è scontro tra ministro e Anci sul censimento L'articolo Autovelox, è caos. Manca ancora il decreto di omologazione. «Così sono tutti fuori norma» proviene da Open.

Mag 1, 2025 - 08:30
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Autovelox, è caos. Manca ancora il decreto di omologazione. «Così sono tutti fuori norma»

Il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, ha chiesto all’Anci un censimento dei misuratori elettronici di velocità. Ma l’Anci chiede invece norme chiare per superare il nodo della omologazione che manca proprio per gli autovelox, fissi e mobili. Così, secondo quanto ricostruito dal Corriere della Sera, sui dispositivi che dovrebbero segnalare i furbetti del pedale è caos. Non c’è un decreto di omologazione, che manca in realtà da 33 anni. E la Cassazione su questo è stata precisa diverse volte: ci deve essere. Alcuni Comuni hanno spento o dispositivi. Il Viminale ha chiesto ai prefetti i verbali con i documenti tecnici mai arrivati ai giudici. E in tutto ciò, ricostruisce il quotidiano, il Mit non aiuta. Aveva spedito a Bruxelles uno schema di decreto che «sanava» tutti i dispositivi approvati dopo il 13 agosto 2017. Ma dopo le polemiche lo scorso 24 marzo il Mit lo ha ritirato perché «servono approfondimenti». Così si è provato a passar palla all’Anci. Quest’ultima ha fornito un censimento degli apparecchi, ed è disastroso.

Come sono messi gli autovelox in Italia: il censimento Anci

Tra i rilevatori fissi solo il 40,6 per cento è stato approvato dopo il 2017; tra i mobili la quota scende al 32,8 per cento. Se il testo del Mit ora ritirato fosse riproposto, sei apparecchi su dieci tra i fissi e sette su dieci tra i mobili andrebbero spenti in attesa della omologazione. Ieri il Mit ha replicato all’Anci. «Ringraziamo per il pronto riscontro, ma serve un censimento che ci fornisca un quadro quantitativo e qualitativo dettagliato, su scala nazionale, regionale e locale. È fondamentale per riordinare le regole del settore, definire standard e procedure di omologazione e attuare la riforma del Codice della strada». In tutto ciò le lancette dell’orologio scorrono. Per ora, precisa il Corriere, resta in vigore la stretta varata nel 2024: presegnalazione fra uno e quattro chilometri, taratura annuale certificata e infine divieto di rilevazione sotto i 50 km/h nei centri abitati. Bisogna adeguare i dispositivi entro il 12 giugno: se così non sarà l’autovelox andrà spento.

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