Conclave L’ora del silenzio
Privacy totale, pena la scomunica. Cuochi e infermieri hanno giurato. .

CITTÀ DEL VATICANO
Oltre l’altare c’è di piú. Chi non rinuncia ad un’escursione in montagna o a una partita a tennis e chi, se potesse, si rimetterebbe subito in sella alla propria vespa. Oppure a correre, inquina di meno. I cardinali, alla ricerca in queste ore delle alleanze giuste per traghettare un candidato o l’altro sul soglio di Pietro, sono diversi anche nei loro hobby. E non poteva essere altrimenti, perché saranno pure tutti quanti pronti a versare il loro sangue in difesa della fede, ma intanto rimangono uomini (in attesa delle donne in porpora), con vizi, virtù e passioni come gli altri mortali.
Di passatempi, però, adesso non se ne parla. Mancano poche ore al Conclave ed è fondamentale cercare punti d’incontro. Ieri sono state due le Congregazioni generali. In quella della mattina, la decima, erano presenti 179 porporati di cui 132 elettori su 133. La Sala stampa vaticana ha precisato che a Roma sono giunti tutti i cardinali under 80 che entreranno domani pomeriggio in Cappella Sistina per la prima votazione. Tra loro figura anche il bosniaco Vinko Puljić, 79 anni, che probabilmente, a causa della salute precaria, esprimerà il suo suffragio dalla propria stanza a Santa Marta dove alloggeranno da stasera i cardinali elettori. Ieri pomeriggio, nella Cappella Paolina, poco prima che il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, si recasse in serata a Santa Maria Maggiore a rendere omaggio alla tomba di papa Francesco, hanno prestato giuramento i cuochi, gli autisti, gli infermieri, che, durante il Conclave, si prenderanno cura dei porporati. Si sono impegnati a non divulgare nulla di quanto vederanno e sentiranno. Pena la scomunica.
Durante la decima Congregazione generale, tenutasi al mattino, gli alti prelati hanno a lungo trattato del profilo del prossimo Pontefice. Si è condivisa l’esigenza che sia una figura presente, vicina e capace di fare da ponte nel mezzo di un’umanità disorientata per la crisi dell’ordine mondiale. Nei 26 interventi hanno trovato spazio anche le riflessioni sul diritto canonico, la natura missionaria della Chiesa e il ruolo della Caritas a difesa dei poveri. Confronto continuato anche nella undicesima assise senza che si palesasse tuttavia un nome chiaro e condiviso di papabile.
La speranza dei cardinali è che il Conclave sia breve. Anche se non lo dicono, ambiziosi a parte, non vedono l’ora di tornare a casa, nei loro Paesi d’origine. Alla loro routine e alle loro passioni. Il 61enne belga, francescano conventuale, Dominique Joseph Mathieu, ha la testa fra le stelle come altri proporati celebri della storia, Nicola Cusano, vissuto nel ’400, e il pavese Pietro Maffi, deceduto nel 1931. Da quando è arcivescovo di Teheran il religioso ha dovuto un po’ mettere da parte l’hobby dell’astronomia per ripiegare su un secondo amore profano: la gastronomia, i dolci, in particolare. Si rilassa pescando Thomas Aquino Manyo Maeda, 76 anni, arcivescovo di Osaka. Ma il nipponico ama anche intrattenere gli ospiti, tra un brindisi e l’altro, declamando i suoi haiku, brevi componimenti poetici tipici del Sol Levante.
Ben più dinamiche le passioni di altri porporati. Tra loro corre, in Conclave solo in senso metaforico, anche il maratoneta Jean Paul Vesco che a New York, nel lontano 1989, siglò il record personale di 2h52’”. Il domenicano francese, classe 1962, arcivescovo di Algeri, condivide l’esperienza sportiva di Athletica Vaticana. Ama ripetere che "chi corre prega due volte". Alle Congregazioni generali è stato visto arrivare con lo zainetto in spalla: uno sportivo fino in fondo.
Correva più che corre, visto che la vespa, da quando si è trasferito a Roma, l’ha dovuta lasciare nella sua Agrigento, di cui è arcivescovo emerito, il 78enne Francesco Montenegro, tifosissimo dell’Inter. L’avversario storico stavolta ce l’ha in ’squadra’: la pattuglia dei 19 cardinali italiani in Conclave annovera anche lo juventino Mauro Gambetti, 59 anni, vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano. Come Montenegro ama i motori, in particolare la Formula 1. Non a caso è di Imola, sede del celebre autodromo, e laureato in Ingegneria meccanica. Non rinuncia alla racchetta il papabile Usa, Robert Prevost, 69 anni, mentre il 72enne Péter Erdő, ordinario di Budapest, si concede ancora qualche escursione a piedi. Lui come Karol Wojtyla, lui che in diversi sperano sia il nuovo Giovanni Paolo II.