La segretaria della Cisl rilancia : "Vanno rinnovati tutti i contratti"
Per Fumarola il salario minimo non è la soluzione. "La mobilitazione? Non si affrontano così i problemi"

La questione salariale è tornata centrale dopo il monito del presidente Sergio Mattarella. Come intende muoversi la Cisl come per affrontarla?
"Abbiamo molto apprezzato le parole del presidente Mattarella – avvisa la leader della Cisl, Daniela Fumarola (nella foto) –. La questione salariale va affrontata con serietà e senza demagogia, rinnovando in primo luogo tutti i contratti a partire da quelli pubblici, aumentando la produttività e redistribuendola su buste paga più pesanti e orari più lievi. Bisogna incentivare stabilmente la contrattazione nel secondo livello aziendale e territoriale, con la riduzione delle tasse sul ceto medio e l’istituzione di una governance partecipata per controllare prezzi e tariffe anti-speculazione".
Perché siete contrari al salario minimo per legge?
"Perché in un Paese come il nostro, in cui la contrattazione copre il 98% del lavoro, non solo non risolverebbe il problema, ma lo amplificherebbe trasferendolo sulle fasce medie, dove molte realtà sarebbero tentate di uscire dalla contrattazione per attestarsi al minimo normato in Gazzetta".
Qual è l’alternativa al salario minimo?
"La priorità non è fissare una soglia minima indifferenziata, ma rafforzare i contratti esistenti, rinnovarli e innovarli, potenziare la contrattazione decentrata aziendale e territoriale, estendendola anche nei settori in cui oggi manca. Dobbiamo qualificare l’occupazione con la formazione e combattere lo sfruttamento: il lavoro nero, il part-time involontario, i falsi tirocini e le finte partite Iva. Su questi temi il salario minimo non avrebbe alcun impatto".
Il segretario della Cgil, Maurizio Landini, si dice già pronto a rilanciare la mobilitazione anche sulla questione dei salari. Voi che farete?
"Non è evocando la piazza che possiamo affrontare la portata dei problemi che abbiamo davanti. Partecipazione, contrattazione e concertazione rimangono per la Cisl i pilastri di un riformismo che deve vedere uniti sindacati, imprese e governo in una responsabilità comune. Ecco perché la prima cosa che va fatta per alzare i salari è sbloccare i contratti pubblici aperti all’Aran. Non ha alcun senso ritardare questi rinnovi".
Che indicazioni darete ai vostri iscritti sui referendum sul lavoro?
"Abbiamo più volte detto che è sbagliato pensare di governare il mercato del lavoro a colpi di referendum. Il Jobs act, pur con i suoi limiti, ha introdotto strumenti importanti: ha contrastato le dimissioni in bianco, colpito le false partite Iva, reso universali gli ammortizzatori sociali, incentivato il contratto a tempo indeterminato e avviato un progetto nazionale sulle politiche attive. Pensare che abolendolo si risolvano le criticità del nostro sistema-lavoro è illusorio: per certi versi le tutele peggiorerebbero, come per le indennità ai licenziati".
Che cosa vi aspettate dall’incontro di giovedì prossimo con la premier Meloni sulla sicurezza sul lavoro?
"È importante che il governo ci abbia convocato e che la premier Meloni abbia aperto a un’alleanza tra istituzioni e parti sociali sulla sicurezza e la dignità del lavoro. Sono stati fatti passi in avanti in questi mesi. Bisogna andare avanti, in modo concertato, stabile, permanente, per rafforzare ed attuare le norme che sono state introdotte. La patente a punti va estesa a tutti i settori. Vanno individuati criteri rigorosi e condivisi su premialità e sanzioni, con un ulteriore potenziamento di ispettori e tecnici della prevenzione. Sui grandi appalti privati vanno applicate le regole dei cantieri pubblici, superando la logica perversa del massimo ribasso. Occorre un grande investimento sulla scuola, con pacchetti di ore aggiuntive nella didattica dedicati alla cultura della sicurezza e della prevenzione".