La pace in Ucraina resta un miraggio: Mosca irremovibile sui territori contesi

Il nodo vero non è costituito dalla ricostruzione, dalle terre rare, o dall'ingresso di Kiev nella Nato, ma dalla spartizione dei territori al centro del conflitto, sulle cui pretese Mosca non intende cedere.

Mag 6, 2025 - 10:06
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La pace in Ucraina resta un miraggio: Mosca irremovibile sui territori contesi

La difficile, tormentata, incerta via verso la pace in Ucraina sembra ancora lontana da una soluzione concreta e duratura, nonostante gli sforzi (controversi) degli Stati Uniti, l'impegno dell'Europa e la mediazione della premier Giorgia Meloni nel campo occidentale. Il nodo vero non è costituito dalla ricostruzione, dalle terre rare, o dall'ingresso di Kiev nella Nato, ma dalla spartizione dei territori al centro del conflitto, sulle cui pretese Mosca non intende cedere. Perfino Donald Trump si sta spazientendo pur continuando a strizzare l'occhio a Putin.

La dinamica della guerra in Ucraina

Sul campo di battaglia, la situazione continua ad evolversi anche se la guerra ha cambiato dinamica. Meno movimenti, più trincea e più droni. Le truppe di Mosca hanno praticamente riconquistato tutto il Kursk, la regione russa nella quale, con un errore strategico, si erano incuneati i battaglioni ucraini pensando di usarlo come merce di scambio. Tuttavia, hanno notevolmente rallentato la marcia sul resto del territorio nell'area del Donbass. I russi vanno avanti ma al rallentatore, conquistano qualche villaggio; nel mese di aprile sono avanzati di non più di 200 chilometri quadrati, mentre tra ottobre e dicembre, secondo l'Institute for the study of war, le coperture mensili arrivavano fino a 700 chilometri quadrati.

Gli ucraini si difendono e tengono duro ma sono in deficit di uomini sul campo di battaglia. Per risparmiare vite di soldati, l'esercito di Kiev ora punta molto sui droni che l'industria interna sta producendo a migliaia. Ne lanciano a sciami, tutti i giorni, a tutte le ore. In sostanza si registra una sorta di stallo o di guerra al rallentatore.

Strategie e tensioni nei negoziati di pace

I russi, con le trattative in corso, anche se "sporche, brutte e cattive", non intendono cedere territori e puntano a consolidare quelli che hanno già occupato con puntate offensive di minore intensità, per non perdere di vista la conquista del Donbass, nella zona di Pokrovsk, Chasiv Yar e Lyman.

Ma c'è un nuovo timore che serpeggia nei vertici militari ucraini e nel governo: la possibilità che la Russia possa puntare, in caso di fallimento delle attuali timide e incerte trattative di pace, su Odessa. Secondo quanto scrive il sito web Analisi Difesa sui possibili prossimi obiettivi russi sui territori ucraini, "il 29 aprile Nikolai Patrushev, consigliere del presidente russo ed ex segretario del Consiglio di sicurezza, in un’intervista all'agenzia di stampa Tass ha sostenuto che gli abitanti delle regioni del Mar Nero in Ucraina devono determinare autonomamente il proprio futuro". Patrushev ha insistito, su questo punto, facendo riferimento agli "abitanti della Crimea, Sebastopoli, Donbass e Novorossiya" che sono stati oggetto di referendum a seguito dei quali Mosca ha annesso quei territori ucraini.

Sebbene sarebbe una mossa sconsiderata puntare su Odessa mentre si tenta di mettere fine al conflitto e raggiungere una tregua che diventi definitiva, con Putin tutto è possibile. Comunque, il fronte per ora rallenta e si fissa sostanzialmente su una guerra di trincea.

Angoscia per le perdite in battaglia

Dettagli precisi sulla carneficina di soldati da entrambe le parti sono scarsi, poiché la pubblicizzazione delle cifre del massacro ha sempre un impatto molto negativo sull'opinione pubblica. Secondo Analisi Difesa, lo Stato maggiore ucraino il 20 marzo riferiva perdite complessive russe pari a 899.470 militari morti o feriti, e fonti del Regno Unito parlavano di 900 mila caduti, di cui 250 mila morti. Sempre Analisi Difesa riporta dati di WarTears, canale Telegram ucraino, che dall’inizio dell’aggressione russa stimava che Kiev avesse sofferto 700.670 caduti con 16.186 soldati prigionieri dei russi. Tutte cifre da prendere con le molle e difficilmente controllabili, ma che oggi vanno comunque aggiornate in aumento.