La “banda dei nonnetti” a processo per il furto da 9 milioni di euro a Kim Kardashian. La difesa: “Rapinatori troppo vecchi finire in carcere”
Una suite d’hotel di lusso trasformata in scena del crimine, gioielli milionari spariti nel cuore della notte, una delle donne più famose del mondo legata e imbavagliata in un bagno. La rapina subita da Kim Kardashian a Parigi, nella notte tra il 2 e il 3 ottobre 2016 durante la Settimana della Moda, sconvolse il […] L'articolo La “banda dei nonnetti” a processo per il furto da 9 milioni di euro a Kim Kardashian. La difesa: “Rapinatori troppo vecchi finire in carcere” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Una suite d’hotel di lusso trasformata in scena del crimine, gioielli milionari spariti nel cuore della notte, una delle donne più famose del mondo legata e imbavagliata in un bagno. La rapina subita da Kim Kardashian a Parigi, nella notte tra il 2 e il 3 ottobre 2016 durante la Settimana della Moda, sconvolse il mondo. Oggi, lunedì 28 aprile 2025, quasi nove anni dopo quel colpo audace, si apre finalmente il processo a carico dei presunti responsabili nello storico Palazzo di Giustizia di Parigi, sull’Île de la Cité.
Alla sbarra compaiono dieci persone, molte delle quali sono “vecchie conoscenze” del banditismo francese, tanto da essere state soprannominate dai media francesi “les papys braqueurs”, i “nonnetti rapinatori“, data la loro età avanzata. La vittima, Kim Kardashian (all’epoca moglie del rapper Kanye West), ha già fatto sapere che sarà presente in aula per testimoniare il prossimo 13 maggio. Il verdetto è atteso per il 23 maggio.
Il colpo all’Hotel de Pourtalès: una notte da film
Erano circa le 3 del mattino del 3 ottobre 2016. Kim Kardashian si trovava nella sua suite all’Hôtel de Pourtalès (un lussuoso albergo senza insegna in rue Tronchet, vicino alla Madeleine), appena andata a dormire dopo gli eventi della Fashion Week. Sentendo rumori alla porta, provò a chiamare la sua guardia del corpo, ma era troppo tardi. Due uomini travestiti da agenti di polizia avevano già neutralizzato il portiere nella hall ed erano entrati nella stanza, mentre altri complici facevano da palo all’esterno (tra cui, pare, alcuni figli degli imputati).
Uno dei rapinatori le strappò di mano l’iPhone. Poi, l’ordine perentorio: “Ring, ring!” (“Anello, anello!”). Volevano il suo anello di fidanzamento, un diamante da quasi 19 carati del valore stimato di 4 milioni di dollari (circa 3,5 milioni di euro), regalo di Kanye West, che Kim aveva spesso esibito sui social. Sotto la minaccia di una pistola, la star indicò il comodino. Fu poi legata, imbavagliata e rinchiusa nel bagno. I banditi fuggirono con l’anello, contanti e altri gioielli e orologi contenuti in un cofanetto Louis Vuitton, per un bottino totale stimato intorno ai 9 milioni di euro (10 milioni di dollari). Alle 3:15, Kardashian riuscì a liberarsi e a chiamare la sorella Kourtney, che allertò la polizia.
I “nonnetti rapinatori”
Le indagini, grazie alle tracce di Dna lasciate nella suite, portarono rapidamente all’identificazione della banda. Come si legge sul Corriere della Sera, tra i dieci imputati, spiccano alcune figure chiave, veterani del crimine francese:
- Aomar Ait Khedache (“Aomar il vecchio”): 68 anni, considerato la mente del colpo. Con un passato di furti fin da adolescente, rapine in banca e traffico di droga, era latitante al momento della rapina.
- Yunice Abbas: oggi 71enne, è colui che fuggì in bicicletta con parte della refurtiva (pensando fossero attrezzi), perdendone una parte per strada (inclusa una croce di diamanti poi ritrovata). Ex meccanico, ha raccontato di aver accettato per bisogno di soldi nonostante problemi cardiaci.
- Didier Dubreucq (“Occhi blu”): 69 anni, con 23 anni passati in prigione, sarebbe entrato nella stanza con Aomar.
- Christiane Glotin (“Cathy”): oggi 78enne, all’epoca compagna di Aomar, avrebbe fatto da tramite con altri complici, come “Pierrot il grosso” (oggi 80enne).
Kim Kardashian attesa in aula
Il processo che si apre oggi si preannuncia complesso. La difesa degli imputati, secondo le anticipazioni, cercherà di dimostrare che la banda non agì in autonomia, ma su commissione di ricettatori di diamanti di Anversa. L’altro obiettivo principale sarà quello di evitare il carcere agli imputati più anziani, puntando sulla loro età e sulle condizioni di salute. L’attesa è tutta per il 13 maggio, quando Kim Kardashian varcherà le porte del Palazzo di Giustizia per raccontare la sua versione dei fatti: la sua testimonianza sarà cruciale per l’esito del processo.
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