Israele lancia un insidioso piano per la conquista e l’occupazione di Gaza. Netanyhau: “Operazione massiccia”

Il piano prevede anche lo spostamento dell'intera popolazione a Sud e partirà dopo la visita di Trump in Medio Oriente. Israele vuole inoltre prendere il controllo delle consegne di medicinali, cibo e aiuti umanitari. Ue esprime preoccupazione L'articolo Israele lancia un insidioso piano per la conquista e l’occupazione di Gaza. Netanyhau: “Operazione massiccia” proviene da FIRSTonline.

Mag 6, 2025 - 07:55
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Israele lancia un insidioso piano per la conquista e l’occupazione di Gaza. Netanyhau: “Operazione massiccia”
Foto di Benjamin Netanyahu, premier Israeliano
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Il gabinetto di sicurezza israeliano ha approvato un piano per espandere l’offensiva militare contro Hamas, che prevede la conquista, l’occupazione dell’intera Striscia di Gaza e lo spostamento dell’intera popolazione che vive lì – circa 2,1 milioni di palestinesi – verso sud “per proteggerla”, ha dichiarato il primo ministro Benjamin Netanyahu. Non si sa ancora se e quando attuato il piano, ma Netanyahu ha detto che il piano sarà “intensivo”.

Il gabinetto di sicurezza avrebbe approvato inoltre un piano per prendere il controllo delle consegne di medicinali, cibo e aiuti umanitari, attraverso aziende private, bloccate da più di due mesi da Israele. L’offensiva però non inizierà immediatamente: l’esercito aspetterà che si concluda il viaggio del presidente americano Donald Trump nei Paesi del Golfo, dal 13 al 16 di maggio. Una finestra temporale per l’ultimatum di Israele a Hamas: un accordo sulla tregua e la liberazione degli ostaggi nei prossimi dieci giorni, altrimenti si scatenerà l’operazione “Carri di Gedeone” (figura biblica nota per aver guidato un piccolo esercito israelita contro un nemico numericamente superiore, riuscendo a sconfiggerlo). 

Netanyahu: “Operazione massiccia a Gaza” 

Il primo ministro è intervenuto nel pomeriggio di lunedì, con un breve video: “Lanceremo un’operazione massiccia a Gaza. Per sconfiggere Hamas e liberare gli ostaggi. Ci sarà uno spostamento della popolazione per proteggerla. Questa volta l’esercito non entrerà e uscirà da Gaza come in passato, le forze di riserva saranno mobilitate per rimanere nel territorio occupato”, ha affermato. 

Nei giorni scorsi, e a ridosso della riunione di gabinetto, Eyal Zamir, il nuovo capo di stato maggiore aveva detto: “Abbiamo seguito le sue indicazioni. Distruggeremo Hamas e allo stesso tempo i comandanti sono convinti che la pressione militare spingerà i terroristi a rilasciare i sequestrati. Sarà un’invasione massiccia”. Zamir avrebbe invece avvertito che allargare le operazioni mette a rischio gli ostaggi ancora tenuti a Gaza Un pericolo, questo, che non sembra preoccupare il ministro di ultradestra Bezalel Smotrich, il quale ha sostenuto che la guerra andrebbe sfruttata per ristabilire gli insediamenti israeliani nella Striscia, smantellati nel 2005 con decisione unilaterale dall’allora premier Ariel Sharon. Posizione non nuova ma che oggi ha esasperato ulteriormente gli animi, scatenando forti proteste. Familiari dei rapiti e decine di manifestanti hanno bloccato le strade che portano agli uffici del governo a Gerusalemme, con scontri tra i dimostranti e la sicurezza. A dimostrazione del clima sempre più pesante che sta vivendo il Paese. 

Unione Europea “preoccupata”

L’Unione europea è “preoccupata per l’estensione delle operazioni delle forze israeliane a Gaza, che porterà a ulteriori vittime e nuove sofferenze per la popolazione palestinese”, ha dichiarato un portavoce della Commissione Ue rispondendo alle domande dei giornalisti nel corso del briefing quotidiano con la stampa a Bruxelles. “Esortiamo Israele ad esercitare moderazione”, ha aggiunto. “L’Alto rappresentante ha chiaramente indicato che i negoziati sono l’unica via”, ha poi osservato. “È essenziale un ritorno al cessate il fuoco, che conduca alla liberazione degli ostaggi e alla fine delle ostilità”, ha inoltre dichiarato il portavoce Ue. Infine, l’Unione chiede lo sblocco della distribuzione degli aiuti umanitari e il ripristino dei servizi essenziali a Gaza.