inVisibili, a Roma la mostra sulle donne rivoluzionarie del cinema (e troppo spesso dimenticate)

Nella meravigliosa cornice della Sala Dante dell’Istituto Centrale per la Grafica di Roma, giovedì 15 maggio è stata presentata la mostra inVisibili. Le Pioniere del Cinema, che sarà visitabile dal 16 maggio al 28 settembre 2025 a Roma, presso l’ Istituto appena citato. L’iniziativa – promossa dal Ministero della Cultura, organizzata e realizzata da Archivio […] L'articolo inVisibili, a Roma la mostra sulle donne rivoluzionarie del cinema (e troppo spesso dimenticate) proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mag 16, 2025 - 13:20
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inVisibili, a Roma la mostra sulle donne rivoluzionarie del cinema (e troppo spesso dimenticate)

Nella meravigliosa cornice della Sala Dante dell’Istituto Centrale per la Grafica di Roma, giovedì 15 maggio è stata presentata la mostra inVisibili. Le Pioniere del Cinema, che sarà visitabile dal 16 maggio al 28 settembre 2025 a Roma, presso l’ Istituto appena citato. L’iniziativa – promossa dal Ministero della Cultura, organizzata e realizzata da Archivio Luce Cinecittà – nasce dall’urgenza di restituire visibilità e riconoscimento a quelle donne che, sin dalle origini del cinema, ne hanno scritto le prime pagine, rimanendone purtroppo spesso in ombra. Anche in questo caso, come in altri ambiti, la figura femminile non è stata sufficientemente valorizzata. Anzi, talvolta è stata proprio tenuta nascosta. La mostra – in estrema sintesi – si prefigge l’obiettivo di colmare questo vuoto.

La presentazione della mostra
Chiara Sbarigia (Presidente dell’Istituto Luce Cinecittà), durante la presentazione, ha affermato: “Ogni nuovo progetto dell’archivio Luce è partito da una ricerca del passato conosciuto solo in piccola parte dal pubblico. Io come formazione sono una storica e quindi mi sono trovata in questa chiava interpretativa dell’archivio: conservare e raccontare”. “La mostra che inauguriamo ha consentito l’immersione, da archivi pubblici e privati, di volti, storie di donne tra gli anni ’20 e ’40 – le parole di Sbarigia -. Troviamo queste storie che testimoniano il loro ruolo e, accanto alle immagini più celebre, l’archivio Luce ha conservato dei documenti significativi: fotografie del dietro le quinte dei cinegiornali. Quindi donne che controllano la pellicola, che catalogano, un universo di dimensioni che sprigionano un grande fascino. Queste foto ci suscitano domande sulle loro vite, ciascuno di noi può interpretarle e immaginarle”.

Poi il commento della Sottosegretaria di Stato al Ministero della Cultura Lucia Borgonzoni ha esordito: “L’idea nasce da lontano: avevo sollevato la questione del fatto che sono tantissime le donne che hanno fatto grande l’arte e non le troviamo da nessuna parte. […] Noi adesso parliamo delle grandi registe, penso alla Cortellesi, ma in realtà ce n’erano già tante. Nei difetti e nei pregi di esserci. Hanno conquistato e hanno fallito nello stesso modo degli uomini. Spesso le donne parlavano del vero: le difficoltà, la prostituzione, parlavano anche di cose scomode. Essendo state dimenticate, è stato anche faticoso ritrovare tanti documenti, ma spero che questo sia un primo passo per dare uno spaccato importante per la storia dell’arte in generale”.

Le donne protagoniste della mostra
I dettagli della mostra. Si tratta di trenta donne che hanno immaginato, diretto, interpretato, prodotto e trasformato la settima arte, lasciando un’impronta profonda e duratura, troppo spesso rimossa dalle narrazioni ufficiali. In un’epoca in cui il linguaggio cinematografico si stava ancora formando, la presenza femminile era diffusa e determinante. Le pioniere del cinema italiano e internazionale non erano semplici comparse nella storia di un’industria nascente, ma autentiche protagoniste, capaci di occupare ruoli creativi e imprenditoriali con determinazione e coraggio. La mostra è composta da trenta tappe che all’interno di un interessante percorso espositivo. Ogni tappa è dedicata a una pioniera: Elvira Notari, prima regista donna italiana, è solo il punto di partenza di un racconto che si snoda tra le vite e le opere di figure straordinarie come Giulia Cassini Rizzotto, Adriana Costamagna, Daisy Sylvan, Bianca Guidetti Conti e molte altre, i cui contributi sono stati a lungo ignorati o dimenticati. Il tutto è stato reso possibile grazie al recupero di materiali inediti, pellicole ritrovate, riviste d’epoca, documenti d’archivio, sceneggiature, fotografie e bozzetti, per restituire una nuova prospettiva sulla genesi del cinema, in cui le donne erano parte attiva in ogni fase del processo produttivo.

Queste figure professionali hanno rivestito i ruoli più disparati, muovendosi con naturalezza dalla sceneggiatura alla regia, dalla post-produzione alla realizzazione, dal design dei costumi alla distribuzione. Alcune hanno creato proprie case cinematografiche, mentre altre si sono distinte dirigendo opere innovative, affrontando argomenti “provocatori” e andando controcorrente rispetto alle norme sociali dell’epoca. Molte si sono affermate per la loro abilità nel definire nuovi linguaggi espressivi e strutture narrative, dando vita a personaggi femminili indipendenti, non convenzionali e straordinariamente attuali. La mostra offre una prospettiva originale sulla storia del cinema, dimostrando come non sia mai stata un’esclusiva maschile. Attraverso un percorso che spazia dalle produzioni pionieristiche del cinema muto fino ai primi anni Quaranta, si delinea una narrazione collettiva volta a restituire il giusto rilievo a un’intera generazione di registe. La mostra è realizzata con la collaborazione del Centro Sperimentale di Cinematografia, del Museo Nazionale del Cinema di Torino e della Cineteca di Bologna, il cui contributo ha reso possibile questo importante lavoro di riscoperta e valorizzazione.

Crediti fotografici: Foto mostra di A. Sbaffi e E. A. Minerva-Ministero della Cultura

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