Investimenti: come muoversi tra dazi, inflazione e de-dollarizzazione secondo Robeco
“Il secondo mandato di Trump ha avuto una partenza esplosiva, come previsto”, osserva Colin Graham, Co-Head of Sustainable Multi Asset Solutions di Robeco. Tuttavia, precisa, i mercati hanno rapidamente ricordato al tycoon che “esistono forze più potenti dell’autorità presidenziale”. L’iniziale entusiasmo si è scontrato con la realtà di una reazione globale che ha costretto la... Leggi tutto

“Il secondo mandato di Trump ha avuto una partenza esplosiva, come previsto”, osserva Colin Graham, Co-Head of Sustainable Multi Asset Solutions di Robeco. Tuttavia, precisa, i mercati hanno rapidamente ricordato al tycoon che “esistono forze più potenti dell’autorità presidenziale”. L’iniziale entusiasmo si è scontrato con la realtà di una reazione globale che ha costretto la Casa Bianca a rivedere i propri piani sui dazi, nel tentativo di limitare i danni di una guerra commerciale annunciata.
La reazione degli investitori è stata immediata: tutte le principali asset class hanno registrato un crollo, culminato in un sell-off da mille miliardi di dollari nel mercato dei Treasury USA, “il mercato obbligazionario di gran lunga più grande al mondo”, come sottolinea Graham. La pressione esercitata dai cosiddetti *bond vigilantes* ha avuto un effetto concreto: molti dei progetti tariffari sono stati posticipati o ridimensionati.
Un’economia sotto pressione
La politica commerciale aggressiva dell’amministrazione ha prodotto un effetto boomerang. “La stessa economia statunitense è minacciata dal tentativo controproducente di correggere gli squilibri commerciali con imposte sulle importazioni”, spiega Graham, evidenziando come queste misure possano frenare la domanda interna e alimentare un’inflazione di tipo importato.
I dati raccolti da indagini su consumatori e imprese manifatturiere sono in calo, mentre restano stabili quelli su occupazione e spesa. Secondo Graham, vi sono segnali che i consumatori stiano anticipando gli acquisti e che le aziende stiano accumulando scorte in vista dell’applicazione dei dazi. “Le spedizioni dalla Cina si sono fermate”, un evento che richiama lo shock dell’offerta visto nel 2020 durante la pandemia.
Il rovesciamento dell’ordine mondiale
Uno degli effetti più clamorosi è stato il colpo al dollaro USA, che “ha visto sfumare il suo ruolo di valuta di riserva globale”, nota Graham. La sua forza, per anni, ha consentito agli Stati Uniti di finanziare senza difficoltà disavanzi commerciali e fiscali. Ma l’introduzione dei dazi ha modificato le prospettive economiche e “gli investitori non statunitensi si interrogano sull’entità del premio al rischio da richiedere per detenere asset USA”.
Con circa 32.000 miliardi di dollari di partecipazioni estere in portafogli statunitensi, le potenziali ritorsioni sono su vasta scala. Il risultato? Una nuova fase di incertezza per l’economia globale.
Reazioni delle asset class e rischio di de-dollarizzazione
“Il dollaro USA era nettamente sopravvalutato”, afferma Graham, ma il contesto attuale spinge verso un riequilibrio. Un eventuale “sciopero degli acquirenti” potrebbe amplificare le pressioni al ribasso sul biglietto verde, specialmente se gli investitori ridurranno i flussi di capitale verso gli Stati Uniti.
In parallelo, “le banche centrali e gli investitori privati hanno già diversificato le proprie esposizioni”, virando su oro e altre valute. Questo trend, se consolidato, potrebbe ridurre l’egemonia economica americana, già minata dalle politiche protezionistiche.
Treasury USA nel mirino
Graham sottolinea che “l’impatto maggiore potrebbe riguardare i Treasury USA”, con ben 9.000 miliardi di dollari detenuti da investitori esteri. La Cina, ad esempio, sta convertendo parte di questi titoli in obbligazioni europee tramite Euroclear, così da evitare un rafforzamento dello yuan.
Robeco, nel frattempo, mantiene una “posizione neutrale alla duration” ma è pronta ad aumentare l’esposizione qualora i rendimenti salissero ulteriormente, in previsione di un premio al rischio più elevato.
Prospettive per le azioni e gli utili
L’impatto sui mercati azionari non si è fatto attendere. “Il possibile effetto dei dazi sugli utili societari è rilevante”, avverte Graham. In un contesto di multipli azionari già elevati, soprattutto nel settore tecnologico, le nuove tariffe potrebbero comprimere i margini aziendali e spingere l’inflazione al consumo.
Secondo le previsioni, verso la fine del 2025 si capirà meglio chi sosterrà il peso economico dei dazi, ma è già chiaro che i costi saranno divisi tra imprese e consumatori.
Incertezza e posizionamento difensivo
In uno scenario in continua evoluzione, le guidance aziendali risultano sempre più vaghe, mentre il mercato del lavoro rimane solido. “Le prospettive del mercato del lavoro e le intenzioni di spesa per investimenti incideranno in modo significativo sulle aspettative degli investitori”, osserva Graham.
Per il momento, Robeco sceglie la prudenza: “Continueremo a seguire con estrema attenzione l’evoluzione del contesto, mantenendo posizioni difensive nei portafogli”.