Internazionali d’Italia 2025: le favorite. Sabalenka, Swiatek o le terze incomode?

Un anno fa la scena sembrava davvero tutta per loro. Aryna Sabalenka e Iga Swiatek, due settimane dopo una finale di Madrid passata alla storia come uno dei migliori incontri WTA degli ultimi vent’anni, si ritrovarono nella Capitale. Non fu, a Roma, la stessa vibrazione spagnola: fu netto il successo della polacca sulla bielorussa. Ed […]

Mag 1, 2025 - 17:39
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Internazionali d’Italia 2025: le favorite. Sabalenka, Swiatek o le terze incomode?

Un anno fa la scena sembrava davvero tutta per loro. Aryna Sabalenka e Iga Swiatek, due settimane dopo una finale di Madrid passata alla storia come uno dei migliori incontri WTA degli ultimi vent’anni, si ritrovarono nella Capitale. Non fu, a Roma, la stessa vibrazione spagnola: fu netto il successo della polacca sulla bielorussa. Ed i rapporti di forza erano molto diversi. Sembrava impossibile, al tempo, che Swiatek perdesse in tempi brevi il ruolo di numero 1 del mondo, per quanto si vedesse una Sabalenka in grado di crearle problemi.

Entrando nell’edizione 2025 degli Internazionali d’Italia, non è che è cambiato qualcosa: è cambiato proprio tutto. Adesso i tremila (quasi) punti di vantaggio sono tutti di Sabalenka, che pure al Foro Italico ha un ruolino di marcia a dir poco particolare. Primi anni a parte, i suoi migliori risultati si basano fondamentalmente su due anni: il 2022, con la semifinale, e il 2024, con la finale. Di mezzo sempre lei, Iga Swiatek. Non di mezzo, ma in mezzo, ci fu il 2023, in cui Sofia Kenin la sorprese all’esordio in una delle edizioni più strane del torneo capitolino in chiave femminile, terminata con una finale partita a orario inumano, in seconda serata, e finita peggio con una premiazione di cui nessuno vuole più avere memoria, al di là della vittoria della kazaka Elena Rybakina.

Le due grandi contendenti hanno avuto a Madrid un percorso molto lineare, ma se per Sabalenka è stata un po’ la consuetudine, per Swiatek è quasi una novità, perché finora il 2025, per diversi motivi, non è stato l’anno migliore possibile. In verità, è dal dopo sospensione che le cose non vanno come avrebbe voluto, tant’è che ormai è dall’ultimo Roland Garros vinto che non ha più portato a casa alcun torneo. L’aria di Roma, però, le fa normalmente bene. Qui ha scritto la storia: il bestiale 6-0 6-0 rifilato a Karolina Pliskova, quando la ceca era ancora sulla cresta dell’onda in modo importante, nel 2021, e poi, l’anno successivo, il 6-2 6-2 a Ons Jabeur, sempre in un momento certamente migliore dell’attuale per la tunisina.

Cosa c’è, però, nel resto del circuito WTA che potrebbe, sorteggio permettendo, creare fastidi rilevanti alle due leader del ranking mondiale? Molto. A partire da Coco Gauff, che sta provando a ritagliarsi un ruolo di primo piano sul rosso non da quest’anno. Del resto sul mattone tritato ha già da tempo dimostrato di saper giocare. Per lei parla un ruolino di marcia quasi paradossale non a Roma, dove comunque vanta due semifinali (e due finali in doppio), ma al Roland Garros, che è il suo miglior Slam con una finale, una semifinale e due quarti. E, per quanto visto a Madrid, l’altra USA a poter dichiarare sogni della vigilia non è Jessica Pegula, ma Madison Keys, spintasi fino ai quarti in Spagna, ai quarti un anno fa e con una finale già disputata nella Capitale nel lontano 2016. Qui bisogna essere chiari: non si tratta di una specialista, ma della migliore stagione della carriera della trentenne dell’Illinois.

Da non sottovalutare neppure il ruolo di Elina Svitolina, cui bisogna fare davvero molta attenzione in termini di Roma. L’ucraina questo torneo l’ha vinto non una, ma due volte, contro la stessa avversaria (Simona Halep) e in modo più netto nel 2018 che nel 2017. Ai quarti ci è poi tornata per due volte, nel 2020 e 2021, ma quest’anno sta davvero vivendo una grande stagione, a Madrid è andata lontano, è quasi inafferrabile da Rouen e sta trascinando l’intero gruppo ucraino, tant’è che è quasi sempre presente una bandiera blu e gialla in ogni settimana (o coppia di settimane) del circuito.

Quale invece il ruolo di Jasmine Paolini? La toscana ha legittimato il proprio status di giocatrice tra le migliori al mondo, ma affronta per la prima volta Roma da stella dichiarata. L’anno scorso fu sorpresa dall’egiziana Mayar Sherif, ma in questo 2025, a parte la giornata no di Madrid contro Sakkari, ha preso fiducia da marzo in poi: semifinale a Miami, semifinale a Stoccarda. Nel complesso ci sono valide speranze affinché possa dimostrare di poter puntare almeno ai quarti. Di lì sarà fondamentalmente una questione di sorteggio, ma la speranza è che possa trarre dal pubblico di Roma l’energia necessaria per ritrovare fasti che sono stati importanti fino al 2014, l’anno della finale di Sara Errani contro Serena Williams. Undici anni dopo, sognare si può.