Insolvenze aziendali, in Italia a rischio quasi 30.000 aziende
Le insolvenze aziendali in aumento nel 2025 e 2026 mettono a rischio 2,3 milioni di posti di lavoro. L'Europa occidentale (1,1 milioni) sarà la più colpita Le insolvenze aziendali globali, secondo Allianz Trade, uno degli specialisti mondiali nell’assicurazione del credito commerciale, continueranno a crescere nei prossimi due anni. Dopo un aumento nel 2024 (+10%), prevede ulteriori incrementi -anche se inferiori- nel 2025 (6%) e nel 2026 (+3%). Questi dati porterebbero a cinque gli anni consecutivi di crescita delle insolvenze (2022-2026). In Italia quasi 30.000 aziende potrebbero essere a rischio insolvenza nei prossimi due anni. Nel nostro paese la ripresa delle insolvenze aziendali è aumentata in modo significativo nella seconda metà del 2024, registrando uno dei maggiori incrementi a livello globale: +45% rispetto al +9% del 2023. È interessante notare che questa accelerazione è il risultato di un aumento a doppia cifra registrato in tutti i settori. In particolare, quelli più colpiti sono costruzioni (+62%), manifatturiero (+58%), commercio (+50%) e ospitalità (+39%), settore, quest’ultimo, che ha superato ampiamente il numero di insolvenze registrato nel periodo 2012-2019. L’analisi di Allianz Trade prevede un reiterarsi di questa tendenza anche in Italia, dove le insolvenze aziendali sono ancora al di sotto del livello pre-pandemia (-8%, a fine 2024), a differenza della maggior parte degli altri Paesi europei. La persistente debolezza della crescita economica prevista per il 2025 e il 2026, e un sostegno limitato dalla politica monetaria, contribuiranno al rialzo nel prossimo periodo, che potrebbe portare, secondo quanto previsto dallo studio, a 14.000 i casi nel 2025 (+17%) e a 14.300 quelli nel 2026 (+2%). Insolvenze aziendali globali: non è ancora finita Gli esperti di Allianz Trade prevedono un ulteriore aumento delle insolvenze aziendali nel 2025 e nel 2026. Salirebbero, così, a cinque gli anni consecutivi di crescita (2022-2026). "Riteniamo che le insolvenze aziendali globali aumenteranno nel 2025 (+6%) e nel 2026 (+3%), a causa di un ritardo nella riduzione dei tassi di interesse, all'aumento dell'incertezza e alla debole domanda -ribadisce Aylin Somersan Coqui, Ceo di Allianz Trade-. Tassi di interesse relativamente alti potrebbero mettere sotto pressione i settori e le aziende con un alto livello di indebitamento, così come quelli che affrontano sfide finanziarie specifiche, come la transizione verde, la competizione con l'IA o le frizioni nella supply chain. Nello stesso tempo, l'incertezza prolungata potrebbe indurre le aziende ad adottare un atteggiamento attendista, riducendo l'attività a scapito delle imprese già fragili. Fra gli altri fattori di rischio campeggiano la persistente mancanza di slancio economico e lo smaltimento post-Covid dell'arretrato di insolvenze. L'ambiente imprenditoriale è raramente stato così complesso e volatile, e le aziende devono rimanere vigili per evitare i conseguenti rischi di insolvenza". Conseguenze sul mercato del lavoro Gli incrementi nel numero di casi di insolvenze aziendali globali potrebbero esercitare un impatto non irrilevante anche sull'occupazione: secondo Allianz Trade, nel 2025 questa situazione metterà a rischio direttamente 2,3 milioni di posti di lavoro (+120.000 rispetto al 2024), con un aumento più contenuto nel 2026 (+30.000). L'Europa occidentale (1,1 milioni) sarà la più colpita, seguita dal Nord America (450.000), registrando un nuovo record decennale per entrambe le aree. In Asia sono previsti 320.000 posti di lavoro a rischio, con un dato annuale rimasto sostanzialmente stabile dal 2022. I settori più a rischio sono le costruzioni, il commercio al dettaglio e i servizi. L'espansione del credito può aiutare a ridurre le insolvenze aziendali fornendo alle imprese la liquidità necessaria per gestire gli obblighi di debito, sostenere le operazioni e investire nella crescita. L'accesso al credito consente alle aziende anche di rifinanziare i debiti, colmare i cali di reddito ed evitare il fallimento, specialmente durante le fasi di recessione economica. Sebbene Allianz Trade preveda un calo dei tassi di interesse, sia in Europa sia negli Stati Uniti, i rischi inflazionistici, in particolare negli Usa, potrebbero ostacolare i tagli ai tassi. Un aumento del costo del credito e una sua minore accessibilità potrebbero portare a un rallentamento della crescita dello stesso, a un inasprimento delle condizioni finanziarie e a un aumento del rischio di default per le imprese altamente indebitate. Secondo le stime di Allianz Trade, una riduzione dell’1% del credito comporterebbe un aumento delle insolvenze nei successivi tre mesi di circa il +3% negli Stati Uniti, del +0,4% in Germania, del +1% nel Regno Unito e del +2% in Francia. Tuttavia, il principale rischio al rialzo è rappresentato da una possibile guerra commerciale. “Le nostre previsioni sulle insolvenze potrebbero peggiorare se l’economia europea dovesse performare peggio del prev


Le insolvenze aziendali globali, secondo Allianz Trade, uno degli specialisti mondiali nell’assicurazione del credito commerciale, continueranno a crescere nei prossimi due anni. Dopo un aumento nel 2024 (+10%), prevede ulteriori incrementi -anche se inferiori- nel 2025 (6%) e nel 2026 (+3%). Questi dati porterebbero a cinque gli anni consecutivi di crescita delle insolvenze (2022-2026).
In Italia quasi 30.000 aziende potrebbero essere a rischio insolvenza nei prossimi due anni. Nel nostro paese la ripresa delle insolvenze aziendali è aumentata in modo significativo nella seconda metà del 2024, registrando uno dei maggiori incrementi a livello globale: +45% rispetto al +9% del 2023. È interessante notare che questa accelerazione è il risultato di un aumento a doppia cifra registrato in tutti i settori. In particolare, quelli più colpiti sono costruzioni (+62%), manifatturiero (+58%), commercio (+50%) e ospitalità (+39%), settore, quest’ultimo, che ha superato ampiamente il numero di insolvenze registrato nel periodo 2012-2019.
L’analisi di Allianz Trade prevede un reiterarsi di questa tendenza anche in Italia, dove le insolvenze aziendali sono ancora al di sotto del livello pre-pandemia (-8%, a fine 2024), a differenza della maggior parte degli altri Paesi europei. La persistente debolezza della crescita economica prevista per il 2025 e il 2026, e un sostegno limitato dalla politica monetaria, contribuiranno al rialzo nel prossimo periodo, che potrebbe portare, secondo quanto previsto dallo studio, a 14.000 i casi nel 2025 (+17%) e a 14.300 quelli nel 2026 (+2%).
Insolvenze aziendali globali: non è ancora finita
Gli esperti di Allianz Trade prevedono un ulteriore aumento delle insolvenze aziendali nel 2025 e nel 2026. Salirebbero, così, a cinque gli anni consecutivi di crescita (2022-2026).
"Riteniamo che le insolvenze aziendali globali aumenteranno nel 2025 (+6%) e nel 2026 (+3%), a causa di un ritardo nella riduzione dei tassi di interesse, all'aumento dell'incertezza e alla debole domanda -ribadisce Aylin Somersan Coqui, Ceo di Allianz Trade-. Tassi di interesse relativamente alti potrebbero mettere sotto pressione i settori e le aziende con un alto livello di indebitamento, così come quelli che affrontano sfide finanziarie specifiche, come la transizione verde, la competizione con l'IA o le frizioni nella supply chain. Nello stesso tempo, l'incertezza prolungata potrebbe indurre le aziende ad adottare un atteggiamento attendista, riducendo l'attività a scapito delle imprese già fragili. Fra gli altri fattori di rischio campeggiano la persistente mancanza di slancio economico e lo smaltimento post-Covid dell'arretrato di insolvenze. L'ambiente imprenditoriale è raramente stato così complesso e volatile, e le aziende devono rimanere vigili per evitare i conseguenti rischi di insolvenza".
Conseguenze sul mercato del lavoro
Gli incrementi nel numero di casi di insolvenze aziendali globali potrebbero esercitare un impatto non irrilevante anche sull'occupazione: secondo Allianz Trade, nel 2025 questa situazione metterà a rischio direttamente 2,3 milioni di posti di lavoro (+120.000 rispetto al 2024), con un aumento più contenuto nel 2026 (+30.000). L'Europa occidentale (1,1 milioni) sarà la più colpita, seguita dal Nord America (450.000), registrando un nuovo record decennale per entrambe le aree. In Asia sono previsti 320.000 posti di lavoro a rischio, con un dato annuale rimasto sostanzialmente stabile dal 2022. I settori più a rischio sono le costruzioni, il commercio al dettaglio e i servizi.
L'espansione del credito può aiutare a ridurre le insolvenze aziendali fornendo alle imprese la liquidità necessaria per gestire gli obblighi di debito, sostenere le operazioni e investire nella crescita. L'accesso al credito consente alle aziende anche di rifinanziare i debiti, colmare i cali di reddito ed evitare il fallimento, specialmente durante le fasi di recessione economica. Sebbene Allianz Trade preveda un calo dei tassi di interesse, sia in Europa sia negli Stati Uniti, i rischi inflazionistici, in particolare negli Usa, potrebbero ostacolare i tagli ai tassi. Un aumento del costo del credito e una sua minore accessibilità potrebbero portare a un rallentamento della crescita dello stesso, a un inasprimento delle condizioni finanziarie e a un aumento del rischio di default per le imprese altamente indebitate. Secondo le stime di Allianz Trade, una riduzione dell’1% del credito comporterebbe un aumento delle insolvenze nei successivi tre mesi di circa il +3% negli Stati Uniti, del +0,4% in Germania, del +1% nel Regno Unito e del +2% in Francia.
Tuttavia, il principale rischio al rialzo è rappresentato da una possibile guerra commerciale. “Le nostre previsioni sulle insolvenze potrebbero peggiorare se l’economia europea dovesse performare peggio del previsto, con una maggiore mancanza di slancio, o se l’area Asia-Pacifico mostrasse una minore resilienza e maggiori ostacoli legati alla Cina -conclude Maxime Lemerle, Lead analyst per lo studio sulle insolvenze aziendali di Allianz Trade-. Anche un ulteriore deterioramento dell'economia statunitense rappresenterebbe un rischio. Inoltre, la geopolitica potrebbe essere un fattore di forte instabilità, con i conflitti in corso tra Russia e Ucraina e in Medio Oriente, le tensioni nel Mar Cinese Meridionale e le incertezze politiche su Taiwan. Una guerra commerciale a tutto campo farebbe aumentare le nostre previsioni di insolvenza di ulteriori +2,1 punti percentuali nel 2025 e +4,8 punti percentuali nel 2026, portando gli aumenti rispettivamente a +7,8% e +8,3%. Questo significherebbe 6.800 casi di insolvenze in più negli Stati Uniti e 9.100 in Europa occidentale”.
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