Il Vangelo di Papa Francesco che non ignora la storia ma la “abita”
Ho iniziato a capire qualcosa di Papa Francesco quando, pochi mesi dopo la sua elezione a Vescovo di Roma, sono stato a Buenos Aires e ho visitato i quartieri periferici della città, all’epoca appena colpiti da una terribile inondazione: una grande povertà diffusa e diverse situazioni degradate. Ricordo le parrocchie che visitai e i preti […] L'articolo Il Vangelo di Papa Francesco che non ignora la storia ma la “abita” proviene da Economy Magazine.

Ho iniziato a capire qualcosa di Papa Francesco quando, pochi mesi dopo la sua elezione a Vescovo di Roma, sono stato a Buenos Aires e ho visitato i quartieri periferici della città, all’epoca appena colpiti da una terribile inondazione: una grande povertà diffusa e diverse situazioni degradate. Ricordo le parrocchie che visitai e i preti che incontrai; fui colpito più che dalle loro molte opere in favore della popolazione, dalla loro scelta di condividere con loro la situazione e la vita concreta. Mai mi sarei immaginato di essere accolto a Buenos Aires, in canoniche tanto povere quanto dignitose.
Quel viaggio mi offrì un contesto, fatto di storie, immagini e persone, entro cui collocare le parole di quel nuovo papa, grazie a cui dare ad esse spessore e senso. Perché nessuno, men che meno un papa, può essere ridotto a un’idea, a un progetto politico o religioso, a una posizione con relativa etichetta, a un dogma da propugnare o difendere.
Jorge Bergoglio veniva da decenni di condivisione della vita di quella gente, con le estreme povertà e le sorprendenti ricchezze che lì erano sorte. Il cristianesimo non è una idea, per quanto buona, ma una storia fatta di persone concrete che abitano – grazie al Vangelo e nella fraternità ecclesiale che esso genera – il loro tempo e i loro spazi. Questa custodia del particolare è diventata chiave di lettura per comprendere molte delle decisioni e delle parole di Papa Francesco.
La scelta di condividere la concretezza della vita delle persone ha portato Papa Francesco a compiere il primo dei suoi innumerevoli viaggi a Lampedusa, in mezzo al Mediterraneo, nel cuore della tragedia dei migranti. La stessa logica lo ha spinto a scegliere un argomento assolutamente non religioso, l’intelligenza artificiale, come tema per il suo discorso ai potenti della terra radunati in Puglia per il G7 del 2024. Il Vangelo non cancella o evita la storia, piuttosto abilita i credenti ad abitarla con passione e rispetto, in piena e fruttuosa collaborazione con chiunque abbia a cuore la vita delle persone, il destino dell’umanità,
le sorti dell’ecosistema che abitiamo.
Così Bergoglio, in uno dei suoi documenti più dibattuti, preferisce parlare di famiglie al plurale piuttosto che di famiglia, non per offrire chissà quali novità a un classico tema della tradizione cattolica, ma per permettere che tale sapienza non si riduca a una ripetizione sterile di principi, ma piuttosto faccia crescere, nei modi possibili della concretezza custodita, le vicende delle persone.
Non sfugge a questa storicità insuperabile anche l’intera vicenda ecclesiale che il Vescovo di Roma è chiamato a custodire nell’amore. Differenze e tensioni in un’esperienza storica cui fanno riferimento più di un miliardo di persone sono normali, sarebbe piuttosto problematico il contrario. Ciò che Papa Francesco ha tentato di fare, con successi e difficoltà, è stato mettere la Chiesa intera in cammino, restituirle un dinamismo che in qualche modo sembrava inceppato. La parola “discernimento” è diventata emblematica
del suo pontificato: un’esperienza continua e dinamica volta a capire ciò a cui il Signore chiama in un preciso contesto e situazione. Se si coglie questa prospettiva – aiutare una [chiesa a camminare – allora categorie quali progressista o conservatore risultano insufficienti e muta radicalmente la prospettiva con cui verificare aspettative e preoccupazioni.
Da quando Dio disse ad Abramo “Vattene dalla tua terra” (cfr. Gen. 12,1), i popoli di Dio camminano, attraversando spazi e tempi, contribuendo a fare la storia. Questo concreto e complesso cammino, Papa Francesco ha appassionatamente e caparbiamente custodito e sostenuto.
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