Il Sogno di Benigni è un incubo per RaiMeloni
Il clamoroso fallimento di RaiMeloni e simili con lo spettacolo di Benigni in Eurovisione. I Graffi di Damato.

Il clamoroso fallimento di RaiMeloni e simili con lo spettacolo di Benigni in Eurovisione. I Graffi di Damato
Altro che RadioMeloni, TeleMeloni e simili, con cui si indica, persino già da prima della formazione del governo in carica, la dipendenza della Rai dalla premier e leader della destra italiana. Lo spettacolo di Roberto Benigni, chiamato Sogno, andato in onda in diretta – e in Eurovisione – ieri sera, alcune ore dopo le proteste alla Camera contro la presidente del Consiglio che aveva osato dissentire da alcuni passaggi del famoso manifesto europeo di Ventotene, ha smentito clamorosamente quella rappresentazione. O ha segnato altrettanto clamorosamente il fallimento del piano di conquista, se mai ci fosse stato davvero, della Rai da parte della Meloni.
Benigni è insorto – di sicuro più efficacemente, sul piano dello spettacolo, della segretaria del Pd Elly Schlein e degli altri oppositori a Montecitorio – contro l’eresia, lo sfregio e quant’altro attribuito alla Meloni verso il cosiddetto manifesto di Ventotene del 1941. Cui una certa propaganda, non storiografia, riconosce la paternità dell’Europa più dei trattati e altri accordi internazionali che ne hanno segnato il percorso reale, non immaginario. Un’Europa che Benigni, cui non si può rimproverare la comicità per essere la sua professione, ha definito “la più grande costruzione politica ed economica degli ultimi 5 mila anni”. Quel mitomane del presidente americano Donald Trump l’ha invece scambiata di recente per una mezza truffa ordita contro gli Stati Uniti alquanto recenti e giovani, direi infantili, rispetto alle migliaia di anni con cui gioca Benigni da storico.
Il combinato disposto fra lo spettacolo della Camera, con proteste, sospensioni della seduta, insulti, minacce, pianti ed altro ancora e quello successivo del supercomico nazionale nella televisione pubblica è qualcosa che resterà a lungo negli annali delle commedie politiche. E salverà probabilmente la Meloni, nell’eco dell’odierno vertice europeo di oggi a Bruxelles, dalle difficoltà che potrà procurarle la sua posizione di equilibrio, mediazione, ponte e quant’altro fra il bisogno di sicurezza che avverte l’Europa di fronte al tipo di soluzione della guerra in Ucraina che va profilandosi e lo scarso interesse che mostra nei suoi riguardi il presidente americano Trump. Al quale sembra premere più un buon rapporto con Putin che con Bruxelles.
In questa situazione c’è gente che si avvolge nel tappeto del manifesto di Ventotene e rispolvera – come hanno fatto oggi persino il mio amico Piero Sansonetti e amici o compagni sull’Unità – le foto in bianco e nero dei firmatari Altiero Spinelli, Eugenio Colorni ed Enrico Rossi per poterne lamentare o immaginare un ritorno “al confino” fascista. Dai, Piero. Davvero pensi che siamo anche a questo tipo di traffico funerario?