Le inchieste di Antonio Amorosi sull’Emilia Romagna
Le interessanti inchieste di Antonio Amorosi sull'Emilia Romagna e sul sistema che la governa L'articolo Le inchieste di Antonio Amorosi sull’Emilia Romagna proviene da Scenari Economici.


RACCOMANDATI AL COMANDO NEI POSTIPUBBLICI IN EMILIA ROMAGNA. L’INCHIESTA DI ANTONIO AMOROSI
“Nessuno tocchi il sistema”. Secondo Antonio Amorosi, giornalista ‘dinchiesta, il sistema delle assunzioni nei posti di lavoro pubblici in Emilia Romagna è ben consolidato, blindato, che riserva i posti solo alle persone politicamente “giuste”.
Il giornalista parla con coscienzza di casua, perché ha studiato per lunghi anni il sistema coop e politico dell’Emilia Romagna, a cui si deve il libro Coop Connection .
In Emilia Romagna vi è un sistema di ufficio di collocamento ben consolidato che sta assumendo circa una trentina. Secondo il giornalista Antonio Amorosi, in Emila Romagna c’è una pratica ben consolidata, quasi unufficio di collocamento, in cui, dopo il mandato, il partito assicura la riassunzione un po’ di tutti, ex consiglieri comunali, ex sindaci, ex vicesindaci. Il giornalista non ha timore ad affermare questi fatti a Canali Italia:
Il giornalista non è nuovo ad inchieste di questo tipo: basti pensare alla curiosa vicenda dei 20 assunti nel 2012 dalla Cineteca di Bologna: Amorosi affermò di conoscere in anticipo i nomi di ben 20 su 21 degli assunti. In questo caso scrisse:
La “Cineteca di Bologna, socio unico il Comune che la finanzia con 1 milione e 550 mila euro, indice una selezione per 27 curricula idonei a sostituire gli ex dipendenti. 1548 persone inviano il loro curriculum da tutto il mondo per i posti disponibili, di cui 22 a tempo indeterminato. Ma era una farsa! Il risultato era già deciso.
Un’altra interessante vicenda è stata quella del “concorso” previsto con grande preveggenza dei 16 dirigenti assunti dal Comune, epoca sindaco Merola o il caso dell’ex Capo di Gabinetto con la terza media, Lombardelli.
Ovviamente chi ha avuto un favore deve poi attenersi con attenzione agli ordini dall’alto, soprattutto ripetendo sino allo sfinimento le solite ecanzoncine a scelta tra una rosa di argomenti tra i diritti dei lavoratori,il patriarcato, il fascismo, l’immigrazione o le strane richieste di smart working per il cambiamento climatico ben sapendo che loro non lavorano nei cantieri ma in uffici con i condizionatori.
Questi dischi se li ascoltano prima di ogni loro manifestazione o evento di cui usufruiscono del permesso sindacale, quindi in orario di lavoro, pagati con soldi pubblici, tanto paga Pantalone.
Poco importa che l’abito di Pantalone sia nero, e quindi fascista, non disdegnano i soldi dei contribuenti fascisti che permettono di pagare i loro lauti stipendi. Che coerenza.
Loro scendono nelle piazze solo per difendere il loro simulacro di “potere”, mascherando la loro “pulita” coscienza parlando di diritti con una retorica vecchia, ormai fuori luogo che viene riesumata in una specie di stanca celebrazione.
Ormai chiunque, anche un ottuso, sa che l’epoca dei cortei e dei roboanti comizi è finita da un pezzo e non sarà più di moda, anche perché la gente ha capito che le sfilate ricche di bandiere rosse non impressionano nessuno. Sono solo utili per chi deve restituire dei favori.
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