Truffa del curriculum via WhatsApp, dati e soldi rubati

È conosciuta anche come "truffa del curriculum ricevuto" e mira a rubare dati personali e denaro. Dopo il contatto telefonico, si viene invitati a chattare su WhatsApp

Mar 23, 2025 - 20:27
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Truffa del curriculum via WhatsApp, dati e soldi rubati

La truffa telefonica del curriculum vitae non è una novità, ma nelle ultime settimane si è riproposta a migliaia di malcapitati con rinnovato vigore.

I destinatari del tentativo di raggiro vengono raggiunti da una telefonata in cui una voce registrata informa della ricezione del curriculum vitae in risposta a una certa candidatura di lavoro. Naturalmente non c’è nessun lavoro, ma solo concreti rischi per chi abbocca.

Come funziona la truffa del curriculum

La “truffa del curriculum ricevuto” colpisce in maniera del tutto casuale, anche minorenni ancora alle prese con gli studi e pensionati molto in avanti con gli anni, che di certo non hanno inoltrato candidature per alcuna posizione di lavoro.

La chiamata arriva, di solito, da un numero italiano. Rispondendo, si sente questo messaggio registrato: “Salve, abbiamo ricevuto il tuo curriculum”. Segue l’invito a salvare il numero in rubrica e a spostare la conversazione su una chat di WhatsApp. Proseguendo l’interazione tramite messaggi, si finisce a chattare con qualcuno che finge di essere il recruiter di un’agenzia per il lavoro. Dietro la promessa di un impiego (che naturalmente non esiste) il truffatore cerca di estorcere dati personali sensibili, anche tramite l’invio di link fraudolenti: cliccare può portare al furto di dati personali e informazioni.

Ad alcuni malcapitati è stato chiesto di fare investimenti online, dietro la promessa di guadagni veloci. Il truffatore di turno può fingere di rappresentare un’agenzia per il lavoro realmente esistente. Non è escluso che i malintenzionati citino ricerche di lavoro effettivamente attive sui siti web delle varie agenzie per il lavoro. Si tratta, dopotutto, di informazioni accessibili a tutti. Ma un contatto di questo tipo, del tutto inusuale per i professionisti nel campo della ricerca e della selezione del personale, deve far capire che si ha a che fare con un volgare truffatore, e non con l’opportunità della vita.

I truffatori spesso ci contattano da Paesi in via di sviluppo, “lavorando” in batteria stipati in enormi casermoni e facendo leva sul fatto che l’Italia è fanalino di coda in Ue, secondo i dati Eurostat, sul tasso di occupazione. La situazione è particolarmente drammatica per i giovani e le donne.

Il numero di occupati a gennaio 2025 è salito a quota 24 milioni e 222mila, ma 733.000 giovani restano ancora senza lavoro in Italia.

Fare denuncia alla Polizia Postale

Chi dovesse ancora nutrire dubbi, può contattare direttamente l’agenzia di selezione o l’azienda menzionata dall’interlocutore, e chiedere informazioni in merito al contatto ricevuto. Chi intende segnalare la cosa alla Polizia Postale può farlo direttamente online, tramite l’apposito form (sulla destra in Home page).

Chi fosse rimasto vittima della “truffa del curriculum al telefono” deve fare denuncia utilizzando l’opzione “Denuncia per reati telematici”, sempre dalla Home page o recandosi fisicamente presso un Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica. Il percorso per trovare la lista delle sedi: Home page > Profilo > Contatti.

Bloccare le carte

Chi avesse ceduto dati bancari (carte di credito, di debito, eccetera) deve bloccare immediatamente il servizio accedendo al proprio home banking o telefonando al proprio istituto di credito.