Il riarmo della Germania con l’AfD al 20%? Le ultime due volte sappiamo com’è andata a finire

di Angelo Palazzolo Sulla questione riarmo (pardon: “prontezza”) occorre un po’ di chiarezza, cominciamo dai numeri. Si parla di 800 miliardi di euro, ma questa è una cifra del tutto teorica e sovrastimata che peraltro mette insieme due strumenti diversi: 1) Il prestito Ue. Il primo strumento finanziario utilizzato per il riarmo è un prestito […] L'articolo Il riarmo della Germania con l’AfD al 20%? Le ultime due volte sappiamo com’è andata a finire proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mag 3, 2025 - 15:33
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Il riarmo della Germania con l’AfD al 20%? Le ultime due volte sappiamo com’è andata a finire

di Angelo Palazzolo

Sulla questione riarmo (pardon: “prontezza”) occorre un po’ di chiarezza, cominciamo dai numeri. Si parla di 800 miliardi di euro, ma questa è una cifra del tutto teorica e sovrastimata che peraltro mette insieme due strumenti diversi:

1) Il prestito Ue. Il primo strumento finanziario utilizzato per il riarmo è un prestito da 150 miliardi di euro – spalmato su 4 anni – erogato tramite il programma SAFE e finalizzato agli investimenti nel settore della difesa degli Stati membri. Tuttavia, questo prestito avrà un tasso di interesse conveniente solo per alcuni Paesi: quelli già fortemente indebitati (in primis, l’Italia); mentre altri Paesi, tra cui la Germania, ricorrendo al mercato godrebbero di tassi di interesse più convenienti, quindi non ne usufruiranno;

2) Possibilità di emettere debito pubblico. Il secondo strumento permette agli Stati membri di deviare dalla traiettoria di rientro del debito pubblico per i prossimi quattro anni fino all’1,5% del Pil tramite l’attivazione della general escape clause (art. 26 del Regolamento UE n. 1263/2024), per la sola spesa militare. I restanti 650 miliardi di euro per il riarmo, quindi, non sono altro che il frutto di un semplice calcolo teorico che ipotizza che tutti gli stati membri utilizzino per intero questa possibilità. Ça va sans dire che anche questo strumento, in ultima analisi, è comunque debito e per quanto l’Ue si dimostri tollerante (anzi, direi compiaciuta) della possibilità di far indebitare ulteriormente i propri stati membri purché comprino armi, il giudizio dei mercati finanziari nei confronti di Paesi già indebitati che continuano ad indebitarsi (è il caso, nuovamente, dell’Italia) potrebbe non essere molto clemente, quindi, anche in questo caso, solo una parte dei 650 miliardi sarà effettivamente utilizzata per il riarmo degli Stati europei.

Un pacifista, come me, dovrebbe esserne contento? Proprio per nulla! Perché mentre i Paesi altamente indebitati non avranno molto margine per riarmarsi, ci sarà un grande player europeo che – dopo aver predicato per anni il vangelo dell’austerità ad ogni costo (deprimendo l’euro zona, aumentando povertà e disuguaglianze, smantellando lo stato sociale di molti Paesi membri etc.), ora invece toglie il freno all’indebitamento e prevede (per sé) un piano di riarmo colossale. Questo player è la Germania.

La Germania – alle prese con una profonda crisi economico-industriale – può contare su un rapporto debito/Pil bassissimo che le permette di emettere debito senza temere ripercussioni dal mercato, né dall’Ue. D’un tratto, per i tedeschi fare debito smette d’essere una “colpa” (in tedesco la parola “schuld” significa sia debito che colpa) e anzi diventa – attraverso il riarmo – la chiave per risollevare la propria industria pesante e, al contempo, riaffermare l’egemonia militare europea perduta dopo i trattati di pace post 1945.

I tedeschi fanno le cose in grande e il loro riarmo è stimato tra i 1.000 e i 1.500 miliardi nei prossimi dieci anni… altro che gli 800 miliardi – puramente teorici – di tutta l’Ue messa insieme!

Se qualche anno fa la Germania avesse prospettato un simile investimento militare si sarebbe sollevato un polverone enorme non solo sul proprio fronte interno ma, soprattutto, sul fronte europeo. Oggi invece la Germania può fare affidamento su una stampa europea allineata su posizioni istericamente allarmiste e guerrafondaie, sull’incitamento al riarmo di Nato e Usa e, non ultimo, su una propria concittadina alla guida della Commissione Europea che continua a gridare “al russo! al russo!”, si sente quindi pienamente giustificata ad armarsi fino ai denti e a riacquistare il ruolo di prima potenza militare europea.

Le ultime due volte che ciò è successo sappiamo dove siamo andati a finire, vogliamo aspettare a braccia conserte di vedere dove andremo a finire questa volta? Sapendo che l’AfD ha raddoppiato i propri consensi in 4 anni e ora è al 20,8%? Tutti a guardare il dito (la Russia) e nessuno a vedere la luna (la Germania).

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