Chi è Mark Carney, l’economista ex portiere di hockey che può arginare Trump
Sessant’anni, novizio della politica. Ha guidato due banche centrali e proprio le sue competenze economico-finanziarie sembrano aver convinto i canadesi a dargli fiducia. Le uniche tensioni con i giornalisti, in campagna elettorale, hanno riguardato la sua fortuna personale

Roma, 29 aprile 2025 – “Il nostro vecchio rapporto con gli Stati Uniti è finito”. Già questa frase, pronunciata dopo la vittoria delle elezioni generali in Canada di lunedì, rende la cifra del nuovo anti-Trump, il premier liberale di Ottawa Mark Carney. Che parla di “tradimento” americano, di “sacrifici” nei mesi a venire, richiamando il Paese all’unità. “Il presidente Usa sta cercando si spezzarci per possederci”, l’attacco frontale al suo omologo alla Casa Bianca.
Un leader abituato a navigare nella tempesta, Mark Carney. "Sono più utile nei momenti di crisi. Non sono molto bravo in tempo di pace", ha detto di recente, in tono divertito, in un bar dell’Ontario, davanti a una piccola folla. Lui che ha guidato due banche centrali, ma è un novizio della politica. E che ha subito convinto i canadesi a dargli fiducia per guidare il Paese in una crisi senza precedenti. Le sue competenze lo indicano come uomo giusto per affrontare la minaccia di recessione che incombe sulla nona economia al mondo. E, allo stesso tempo, la sua ostentata linea anti-Trump, che non manca di ribadire come il destino del Canada sia quello di diventare il 51esimo stato americano, ne fanno quasi un simbolo dell’orgoglio nazionale. Lui che, per indole e impatto mediatico, non si presenta certo come un ‘pasionario’.
Nato sessant'anni fa a Fort Smith, nell'estremo nord, ma cresciuto a Edmonton, in questo West canadese piuttosto rurale e conservatore, Mark Carney è padre di quattro figlie e appassionato di hockey. Ha studiato ad Harvard e Oxford, prima di fare fortuna come banchiere d'investimento presso Goldman Sachs, a New York, Londra, Tokyo e Toronto. Nel 2008, nel bel mezzo della crisi finanziaria globale, è stato nominato governatore della Banca del Canada dal primo ministro conservatore Stephen Harper. Cinque anni dopo, è stato scelto dal primo ministro britannico David Cameron per dirigere la Banca d'Inghilterra, diventando il primo straniero a dirigere l'istituto. Poco dopo, si troverà di fronte alle turbolenze causate dal voto sulla Brexit. Un compito svolto con "convinzione, rigore e intelligenza", secondo l'allora Cancelliere dello Scacchiere britannico, Sajid Javid.
L’ingresso in politica
Da anni circolavano voci sul suo ingresso in politica. Ma è stato solo all'inizio di gennaio, dopo le dimissioni di Justin Trudeau, di cui era stato consigliere economico, che ha deciso di buttarsi nell'arena. Dopo aver conquistato il Partito Liberale all'inizio di marzo, è diventato primo ministro e ha indetto le elezioni in seguito, dicendo che aveva bisogno di un "mandato forte" per affrontare le minacce di Trump, che ha cercato di "spezzare" il Canada.
Una vera e propria scommessa per questo ex portiere di hockey che non aveva mai fatto campagna elettorale e che ha preso le redini di un partito al suo punto più basso nei sondaggi, appesantito dall'impopolarità di Justin Trudeau alla fine del suo mandato.
E molti analisti hanno messo in dubbio la sua capacità di ribaltare la situazione su molti canadesi, mentre molti canadesi hanno incolpato i liberali per l'alta inflazione e la crisi immobiliare nel paese. Poco carismatico, in contrasto con l'immagine sgargiante di Justin Trudeau nei suoi primi giorni, sembra che siano proprio la sua serietà e il suo curriculum ad aver finalmente convinto la maggioranza dei canadesi. "È un po' un tecnocrate noioso, che soppesa ogni parola che dice", dice Daniel Béland della McGill University di Montreal. Ma anche "uno specialista in politiche pubbliche che padroneggia molto bene i suoi dossier". "Questo profilo è rassicurante e soddisfa le aspettative dei canadesi per gestire questa crisi", aggiunge Geneviéve Tellier.
Il suo principale avversario durante la campagna, il conservatore Pierre Poilievre, lo ha descritto come un membro dell’élite che “non capisce cosa sta passando la gente comune". Resta un argomento che sembra fargli perdere la flemma: la questione dei suoi beni. Secondo Bloomberg, a dicembre aveva stock option per un valore di diversi milioni di dollari. E i suoi rari scambi di tensione con i giornalisti durante la campagna elettorale riguardavano questa fortuna personale.
Ma le polemiche sono già passato, ha vinto le elezioni ed entro due settimane potrebbe nominare un nuovo governo. Snello, nelle intenzioni, con meno di 30 membri rispetto ai 37 di Trudeau. Secondo i media canadesi, in cima all’agenda di Carney ci sono il taglio delle tasse per il ceto medio e i complessi negoziati con gli Usa per raggiungere una ‘pax’ commerciale.