Il prezzo economico del cambiamento climatico
Fidelity International stima un calo annuo nei rendimenti azionari globali attesi compreso tra -0,4% in scenari di transizione di successo e -1,1% in scenari di effetto serra e mondo frammentato. L'articolo Il prezzo economico del cambiamento climatico proviene da FundsPeople Italia.

“Il cambiamento climatico sta già influenzando le nostre economie e i nostri sistemi finanziari”, avverte Edoardo Cilla, CMA Strategist di Fidelity International. Ed è un ulteriore rischio di cui l'investitore deve tenere conto. Nello specifico, nei prossimi dieci anni, la società stima un calo annuo dei rendimenti attesi per i titoli azionari globali compreso tra -0,4% negli scenari in cui la transizione viene realizzata e -1,1% negli scenari di effetto serra e mondo frammentato.
Le obbligazioni hanno meno probabilità di essere gravemente colpite, poiché i tassi di interesse più elevati potrebbero avere un effetto compensativo. "Ciò suggerisce che, sebbene il premio di rischio per le azioni diversificate rimarrà più elevato di quello per il reddito fisso diversificato, i rischi climatici sono tra i fattori che potrebbero contribuire a un appiattimento della frontiera efficiente in futuro", osserva Cilla.
La sfida: la mancanza di precedenti
Il problema che l'esperto riscontra è che è complesso valutare i rischi variabili del cambiamento climatico, poiché molti di questi non hanno precedenti storici diretti . "Probabilmente si sviluppano in modo non lineare e sono influenzati dai cambiamenti politici", spiega.
Sulla base delle ipotesi più recenti, l'entità dei rischi fisici legati al clima e dei rischi legati alle politiche di transizione varierà considerevolmente: le perdite del PIL globale nel 2050 potrebbero variare dal -12% in uno scenario standard al -25% negli scenari più estremi.
Secondo le stime del Network for Greening the Financial System (NGFS), un network di banche centrali e autorità di vigilanza dei mercati finanziari, gli scenari economici e climatici spaziano da scenari ottimistici di "transizione ordinata", in cui politiche coordinate a livello globale raggiungono emissioni nette di CO2 pari a zero entro il 2050, a scenari di "transizione ritardata", in cui l'inattività fino al 2030 porta a un cambiamento più brusco e costoso.
Al contrario, gli scenari del "mondo serra" e del "mondo frammentato" descrivono sforzi insufficienti che provocano gravi danni al clima e all'economia. Secondo Cilla è fondamentale che le aziende e gli investitori pianifichino l'allocazione delle risorse a lungo termine basandosi su ipotesi lungimiranti.
Le opportunità
Nonostante l'impatto negativo, Fidelity vede delle opportunità in questa trasformazione. "Il cambiamento climatico può aumentare la dispersione tra le aziende, creando spazio per una gestione attiva e per la selezione di vincitori e vinti all'interno di ciascun settore", aggiunge Cilla. Il gestore propone:
- Ottimizza l'allocazione delle risorse modificando il mix di azioni e reddito fisso.
- Investire nella gestione attiva per individuare le aziende che guideranno la transizione, anche nei settori in emissione.
- Progettare portafogli resilienti al clima che migliorino la stabilità e la conformità normativa.
- Coinvolgere le aziende in materia di trasparenza, obiettivi climatici e allocazione sostenibile dei capitali
Il cambiamento climatico ha già il suo impatto economico
Secondo lo studio Race to Net Zero: Implications for the Investment World of a More Disorderly Transition, elaborato da Fidelity International in collaborazione con KPMG e la Fondazione dell'Istituto Spagnolo degli Analisti, negli ultimi anni i disastri legati al clima hanno causato ingenti danni economici in tutto il mondo. Dal 1980, gli Stati Uniti hanno subito 403 disastri meteorologici e climatici, per un costo complessivo di quasi 3 trilioni di dollari. Nello stesso periodo, l'Unione europea ha subito perdite per 800 miliardi di euro, di cui oltre 162 miliardi di euro tra il 2021 e il 2023, il che, per Cilla, evidenzia il crescente costo finanziario imposto dal cambiamento climatico.
E la copertura assicurativa è insufficiente. Nel 2023, solo il 38% dei 280 miliardi di dollari di perdite globali era assicurato. La situazione in Europa è ancora più preoccupante: la copertura media negli ultimi 40 anni è stata inferiore al 25%, con punte estreme del 5% in Spagna e del 4% in Italia.
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