Il mondo dello sport saluta Fabrizio Borra, fisioterapista di fiducia di Fernando Alonso e di tanti campioni

È morto a 64 anni Fabrizio Borra, fisioterapista e preparatore atletico tra i più apprezzati e stimati del panorama sportivo

Mag 12, 2025 - 09:07
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Il mondo dello sport saluta Fabrizio Borra, fisioterapista di fiducia di Fernando Alonso e di tanti campioni

È morto a 64 anni Fabrizio Borra, fisioterapista e preparatore atletico tra i più apprezzati e stimati del panorama sportivo internazionale. Si è spento domenica mattina a Forlì, dove viveva da oltre trent’anni, dopo una lunga malattia contro cui combatteva da tempo. Originario di Brescia, Borra ha legato il proprio nome ad alcune delle più grandi personalità dello sport italiano e mondiale, accompagnandole nei momenti più intensi della carriera.

Nel mondo dei motori era conosciuto soprattutto per il rapporto speciale con Fernando Alonso, con cui aveva iniziato a lavorare già ai tempi della Minardi. Una collaborazione proseguita ininterrottamente negli anni successivi, dalla Renault alla Ferrari, passando per le esperienze in McLaren, Alpine e infine in Aston Martin. I due condividevano una quotidianità fatta di allenamenti, fiducia e obiettivi comuni. Alonso, con poche parole ma cariche di significato, lo ha voluto ricordare così: “Mi mancherai, Fabri. Ogni giorno. Grazie per avermi insegnato tanto e per avermi reso una persona e un atleta migliore. Tutta la mia carriera insieme a te è stata la maggiore fortuna che potevo avere. Riposa in pace, fratello”.

La storia professionale di Borra, però, non si è limitata alla Formula 1. Si era fatto conoscere negli anni ’90 lavorando al fianco di Marco Pantani, in un periodo cruciale della carriera del ciclista romagnolo. Dopo di lui, si erano affidati alle sue cure nomi di primo piano come Michael Schumacher – seguito nei mesi successivi al grave incidente di Silverstone 1999 – Andrea Dovizioso, Mario Cipollini, e numerosi olimpionici, tra cui Paolo Bettini, Elia Viviani, Gianmarco Tamberi e Tadej Pogacar.

La forza di Borra stava nella competenza tecnica, nella sensibilità umana e nella discrezione con cui affrontava il lavoro quotidiano. Era una figura presente ma mai invadente, capace di instaurare un legame profondo con gli atleti che seguiva, offrendo molto più di un semplice supporto fisico.

La notizia della sua morte ha colpito il paddock e il mondo sportivo in generale, che oggi lo ricorda come un punto di riferimento silenzioso ma fondamentale. In oltre trent’anni di attività, ha saputo farsi apprezzare trasversalmente, passando dal ciclismo all’atletica, dai motori alle due ruote, sempre con la stessa dedizione.