"Il cinema non deve tacere su Gaza". Registi e attori contro il "genocidio"
Un appello con quasi quattrocento firme: da Cuarón, Almodóvar, Gere e Sarandon a Martone e Sandrelli. Domani al festival il documentario sulla reporter palestinese Fatma Hassona, uccisa con dieci familiari.

Fatma Hassona (nella foto in basso) era una giornalista palestinese di 25 anni. È la protagonista di Put Your Soul on Your Hand and Walk, un film documentario in programma domani. Ma lei, a Cannes, non ci sarà. È stata uccisa da un raid israeliano. Lei e dieci membri della sua famiglia, fra cui la sorella, incinta. Lei, Fatma, stava per sposarsi. Il film nel quale si vedrà il suo volto, in videochiamata con la regista, diviene così un omaggio postumo. Un altro frammento di una tragedia che non ha fine. Con un cortocircuito così terribile fra il cinema e la tragedia, fra il rosso del tappeto rosso e quello del sangue versato, il mondo del cinema non poteva rimanere in silenzio.
Ieri, quasi quattrocento cineasti di tutto il mondo hanno firmato un appello, pubblicato dal quotidiano francese Libération e dal magazine statunitense Variety, che condanna il silenzio su Gaza, sul massacro in atto in Palestina. Condanna il silenzio del mondo, ma più specificamente quello del mondo del cinema.
"Fatma sarebbe dovuta essere qui con noi stasera, ha detto Juliette Binoche durante la cerimonia di apertura. "È stata uccisa da un missile che ha colpito la sua casa ma è ugualmente con noi. L’arte rimane. E noi spettatori la abbracciamo".
Tra i firmatari dell’appello – online su www.artists4fatem.org – i registi Alfonso Cuarón, Ruben Östlund, Pedro Almodóvar, David Cronenberg, Yórgos Lánthimos, Aki Kaurismaki, Mike Leigh, Sandra Hüller. E ancora, gli attori Javier Bardem, Mark Ruffalo, Richard Gere, Viggo Mortensen, Julie Delpy, Adèle Exarchopoulos, Ralph Fiennes, Susan Sarandon. C’è anche Jonathan Glazer, regista britannico di origini ebraiche, vincitore dell’Oscar per La zona d’interesse, il suo film ambientato ad Auschwitz.
Fra gli italiani, hanno firmato al momento il regista in concorso quest’anno a Cannes con Fuori, Mario Martone, poi Gianni Amelio, Paolo Sorrentino, Maura Delpero, Susanna Nicchiarelli, Matteo Garrone, Paolo Genovese, Ferzan Ozpetek, Francesca Archibugi, Paolo Virzì, Giovanni Veronesi, Michele Riondino, Saverio Costanzo. E ancora Laura Morante, Jasmine Trinca, Fabrizio Bentivoglio, Alessandro Gassmann, Giuliana De Sio, Stefania Sandrelli.
La cosa che, in tutto questo, mette i brividi è che proprio l’inclusione del film nel programma di Cannes potrebbe essere costata la vita a Fatma Hassona. Si legge nell’appello: "Fatma Hassona è stata presa come bersaglio dall’esercito israeliano il 16 aprile 2025, all’indomani dell’annuncio della selezione, a Cannes, del film Put Your Soul on Your Hand and Walk di Sepideh Farsi, del quale era la protagonista. Dieci suoi familiari, fra cui sua sorella incinta, sono rimasti uccisi nello stesso attacco israeliano". L’appello cita anche la vicenda del "mancato sostegno da parte dell’Academy degli Oscar ad Hamdan Ballal", un fatto che "ha suscitato indignazione tra i suoi stessi membri, costringendola a scusarsi pubblicamente per la sua inattività. "Ci vergogniamo di tale passività", hanno sottolineato i firmatari.
La lettera aperta prosegue: "A che cosa servono i nostri mestieri, se non a trarre delle lezioni dalla Storia, a che cosa servono i film impegnati se non siamo presenti per proteggere le voci oppresse? Perché questo silenzio? Come artisti e operatori culturali, non possiamo rimanere in silenzio mentre a Gaza si consuma un genocidio". Infine: "L’estrema destra, il fascismo, il colonialismo, i movimenti anti-trans e anti-Lgbtqia+, sessisti, razzisti, islamofobici e antisemiti stanno combattendo sul campo di battaglia delle idee, attaccando l’editoria, il cinema e le università. Per questo abbiamo il dovere di combattere. Per Fatma, per tutti coloro che muoiono nell’indifferenza".
Giovanni Bogani