’Il canto delle balene’ e ’The Living Sea’. La meraviglia del mare

All’Acquario Civico, luogo amato dai milanesi fin da bambini, volge al termine (27 aprile) la mostra ’Pray for seamen’, che...

Apr 25, 2025 - 06:12
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’Il canto delle balene’ e ’The Living Sea’. La meraviglia del mare

All’Acquario Civico, luogo amato dai milanesi fin da bambini, volge al termine (27 aprile) la mostra ’Pray for seamen’, che unisce luoghi di geografie diverse tra Mediterraneo e Atlantico: Trapani in Sicilia, le isole Kerkennah in Tunisia e Jamestown ad Accra, in Ghana, attraverso le foto in cui Francesco Bellina ritrae uomini e donne che fanno lo stesso mestiere, pescatori che osservano il declino dei mari condividendo le preoccupazioni per il futuro. E si inaugura ’Il canto delle balene - Storie fantastiche da un mondo sommerso’ (9 maggio-29 giugno) di Stefano Prina, che all’Acquario incominciò a spiare i guizzi improvvisi o le processioni lentissime degli animali marini, e ora s’inventa un ideale gioco dell’Oca in 33 tappe: ogni tappa, un diorama, ovvero ricostruzione di un ambiente naturale o artificiale dove animali acquatici (balene, polpi, pesci allegri e colorati di ogni forma) interagiscono con riproduzioni di esseri umani in scala.

Al Museo di Storia Naturale, dal 1838 all’interno dei giardini di Porta Venezia, parte del Polo musei scientifici del Comune di Milano, dal 13 maggio al 5 settembre, ’The Living Sea’: per la prima volta a Milano, esposizione di fotografie subacquee di Hussain Aga Khan che offre uno sguardo sulla straordinaria biodiversità degli oceani che bagnano Messico, Egitto, Tonga e Moorea. Mostra frutto della collaborazione tra Focused on Nature (FON, fondatore lo stesso Hussain Aga Khan) e Marevivo (fondatrice Rosalba Giugni), due realtà impegnate a proteggere gli ecosistemi marini dall’inquinamento e dalla pesca illegale e a cercare soluzioni efficaci, concentrandosi in particolar modo sull’educazione e la sensibilizzazione.

Restando, per così dire, in tema, al Mudec di Milano fino 21 settembre ’Il vostro cielo fu mare, il vostro mare fu cielo’ di Adrian Paci. L’installazione trasforma lo spazio dell’agorà con un mosaico dalle tonalità blu-verdi che rimandano ai colori del mare. Ogni frammento di questa composizione apparentemente astratta è in realtà un dettaglio tratto da fotografie pubblicate in articoli di giornale che parlano di naufragi di migranti nel Mediterraneo.

Ispirandosi alla propria esperienza personale e partendo dalla fine del blocco sovietico per arrivare a oggi, Adrian Paci scandaglia quotidiani italiani ed internazionali creando un archivio, necessariamente parziale, delle tragedie che colpiscono chi cerca l’emancipazione attraverso l’esilio e spesso trova, invece, la morte. L’artista non ci mostra il disastro, né i sommersi o i salvati; sceglie piuttosto il dettaglio che accomuna tutte le storie raccontate, a volte protagonista della fotografia, altre relegato a sfondo: il mare.