Il cambiamento climatico potrebbe far perdere del 25% dei profitti aziendali

Il cambiamento climatico non è più una minaccia lontana; è una realtà che incide direttamente sui bilanci aziendali e sulla stabilità economica globale. Le imprese che non adottano misure adeguate per affrontare questi rischi potrebbero trovarsi a dover fronteggiare una perdita fino al 25% dei propri guadagni entro il 2050. E questo è solo l’inizio: […] L'articolo Il cambiamento climatico potrebbe far perdere del 25% dei profitti aziendali proviene da Economy Magazine.

Mar 14, 2025 - 21:26
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Il cambiamento climatico potrebbe far perdere del 25% dei profitti aziendali

Il cambiamento climatico non è più una minaccia lontana; è una realtà che incide direttamente sui bilanci aziendali e sulla stabilità economica globale. Le imprese che non adottano misure adeguate per affrontare questi rischi potrebbero trovarsi a dover fronteggiare una perdita fino al 25% dei propri guadagni entro il 2050. E questo è solo l’inizio: il Pil globale potrebbe contrarsi fino al 22% entro la fine del secolo, con ripercussioni devastanti per i vari settori. Questi numeri, emersi dal rapporto The Cost of Inaction del World Economic Forum, sono un campanello d’allarme che non può essere ignorato.

Una crisi economica in corso

Dal 2000, i disastri climatici hanno causato danni economici per 3.600 miliardi di dollari, con stime che parlano di altri 1.000 miliardi di perdite solo tra il 2020 e il 2024. Tempeste, uragani e incendi sono i principali responsabili di questi danni, minando la stabilità di intere economie. E in un contesto già delicato, l’industria assicurativa sta ritirandosi da molte aree vulnerabili, lasciando intere zone senza alcuna protezione e aumentando il rischio per le aziende.

Rischi fisici e di transizione

Il cambiamento climatico pone davanti alle imprese due tipi di sfide: i rischi fisici e i rischi di transizione. I rischi fisici, come uragani e siccità, minacciano le infrastrutture, interrompono le catene di approvvigionamento e rallentano la produzione. Dall’altro lato, i rischi di transizione derivano dalle politiche globali per ridurre le emissioni di carbonio. L’aumento delle tasse sul carbonio e la progressiva riduzione della domanda di combustibili fossili potrebbero provocare un crollo del valore degli asset legati a queste risorse. Entro il 2050, il mercato del carbone potrebbe crollare del 90%, mentre il valore degli impianti più obsoleti potrebbe scendere fino al 35% già entro il 2030.

L’importanza di affrontare i rischi climatici

Nonostante le evidenti minacce, molte aziende continuano a sottovalutare i rischi legati al cambiamento climatico. Le perdite economiche vengono spesso stimate tra l’1% e il 3% dei bilanci aziendali, quando in realtà potrebbero arrivare fino al 25% dell’EBITDA nei prossimi decenni. Ignorare questa realtà significa esporre le proprie attività a rischi finanziari enormi, con gravi implicazioni a lungo termine.

Investire nella transizione ecologica

Invece di subire le perdite, le aziende che scelgono di investire nella transizione ecologica possono trasformare i rischi in opportunità. Ogni dollaro investito nella resilienza climatica potrebbe generare ritorni da due a 19 dollari. Investire nella lotta contro il cambiamento climatico, inoltre, non è solo una responsabilità sociale, ma anche una mossa strategica per proteggere il futuro. A livello globale, sarebbe necessario destinare circa il 2% del PIL mondiale alla mitigazione dei cambiamenti climatici e un ulteriore 1% per l’adattamento, con ritorni economici significativi che potrebbero prevenire perdite pari al 10%-15% del PIL entro la fine del secolo.

La green economy

La buona notizia è che la transizione ecologica offre anche enormi opportunità. L’economia verde è destinata a crescere in modo esponenziale, passando dai 5.000 miliardi di dollari attuali a ben 14.000 miliardi entro il 2030. A trainare questo cambiamento saranno settori come l’energia alternativa, i trasporti sostenibili e i prodotti eco-sostenibili, che registrano una crescita annua superiore al 10%-20%, ben al di sopra della media globale. Le aziende che sapranno adattarsi a questa nuova realtà avranno la possibilità di cavalcare l’onda della sostenibilità, contribuendo al tempo stesso alla protezione del nostro pianeta.

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