Il ruolo dell’Italia nel Mediterraneo | L’analisi di Gaetano Quagliariello
«La sfida lanciata da Trump» – commenta sul Giornale Gaetano Quagliariello – «mette il mondo di fronte alla prospettiva inedita della “deglobalizzazione”». Il ritmo e la dimensione del fenomeno sono ancora in pregiudicato. Non il fatto che la competizione tra aree geopolitiche omogenee, nel futuro prossimo venturo, conterà enormemente di più. Per qualsiasi Paese, dunque, […] L'articolo Il ruolo dell’Italia nel Mediterraneo | L’analisi di Gaetano Quagliariello proviene da Osservatorio Riparte l'Italia.

«La sfida lanciata da Trump» – commenta sul Giornale Gaetano Quagliariello – «mette il mondo di fronte alla prospettiva inedita della “deglobalizzazione”».
Il ritmo e la dimensione del fenomeno sono ancora in pregiudicato. Non il fatto che la competizione tra aree geopolitiche omogenee, nel futuro prossimo venturo, conterà enormemente di più.
Per qualsiasi Paese, dunque, in questo contesto, proporsi come potenza di riferimento per una regione del mondo diviene un atout di fondamentale importanza.
L’Italia, in attesa di comprendere cosa accadrà all’Europa, non può perdere di vista il suo ruolo strategico nell’area mediterranea. Perché, mentre il Vecchio Continente inizia a interrogarsi su come divenire nuovamente grande, il Mare Nostrum rappresenta già ora uno spazio incredibilmente vitale.
E poi, la prospettiva europea e quella mediterranea non sono alternative: quanto più l’Italia riuscirà a sviluppare la prima, tanto più inciderà nella seconda. La portata dell’occasione che ci si presenta può essere condensata in pochi dati.
Negli ultimi anni, la crescita del Pil mediterraneo – sia che lo si consideri in senso stretto, riferendosi ai soli 22 Paesi che si affacciano sul Mare Nostrum, sia che si faccia riferimento ai 45 con connessioni strategiche al bacino – ha retto il ritmo delle grandi potenze globali.
L’export sta crescendo di quasi il 20% su base annua. E questi mercati divengono ancora più interessanti in prospettiva, perché almeno parzialmente immuni dalle devastanti conseguenze della crisi demografica.
Ma il Mediterraneo non è solo un’occasione. È anche un’area difficile e di grande rischio, che non può essere approcciata in modo dilettantesco. Affinché un’occasione possa divenire una stabile opportunità, è perciò necessario un sistema-Paese solido. Evitare di essere e apparire naif. I nostri competitori storici non attendono altro.
Non è, dunque, fuori luogo pretendere dai nostri politici prudenza e professionalità quando trattano vicende connesse a quei territori. Dev’essere chiaro: chi improvvisa e chi specula lo fa a scapito dell’interesse nazionale. Un’attitudine da evitare sempre, ma che in questi tempi rappresenta un vero e proprio delitto.
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