I giovani italiani ancora lontani dall’emancipazione, tutti a casa dei genitori

lentepubblica.it Ancora un primato non proprio positivo quello dei giovani Italiani, costretti a stare tutti a casa dei genitori: si confrontano con una Europa in molti campi e spesso più veloce e dinamica, dove ci si laurea prima e si entra nel mondo del lavoro più velocemente, conoscendo più lingue e con un respiro più internazionale. […] The post I giovani italiani ancora lontani dall’emancipazione, tutti a casa dei genitori appeared first on lentepubblica.it.

Apr 24, 2025 - 13:13
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I giovani italiani ancora lontani dall’emancipazione, tutti a casa dei genitori

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Ancora un primato non proprio positivo quello dei giovani Italiani, costretti a stare tutti a casa dei genitori: si confrontano con una Europa in molti campi e spesso più veloce e dinamica, dove ci si laurea prima e si entra nel mondo del lavoro più velocemente, conoscendo più lingue e con un respiro più internazionale.


Secondo gli ultimi dati Eurostat nel nostro Paese solo due su dieci studenti in età da liceo impegnati con lo studio di due lingue, contro i nove su dieci degli altri Stati membri, e una media Ue che vede sei giovani su dieci (60,8 per cento) studiare almeno due lingue straniere.

Nella ‘nazionalista’ Francia, alla fine del 2022, il dato era del 99,7 per cento degli studenti che stavano studiando almeno due lingue diverse dalla propria. Un tasso quasi analogo si registra in Romania e Slovacchia che toccano il 98,9 per cento in entrambi i casi, e Repubblica Ceca subito sotto con un 98,8 per cento. Ma anche Estonia, Finlandia, Slovenia, Lussemburgo e Croazia registrano un tasso superiore al 90 per cento di studenti in età da liceo cimentarsi con almeno due lingue.

I giovani italiani ancora lontani dall’emancipazione, tutti a casa dei genitori

Il confronto, dunque, non premia i nostri giovani che rischiano di risentire pesantemente delle loro carenze al cospetto della sfida rappresentata da un mondo del lavoro sempre più globale, affrontando una indipendenza sempre più faticosa. Non è un caso, di conseguenza, che sempre secondo i recenti dati raccolti, aggregati e diffusi da Eurostat, l’Italia continui ad essere uno dei Paesi più ‘mammoni’ dell’intera Europa. I dati in proposito sono piuttosto scoraggianti sul fronte dell’emancipazione e dell’indipendenza dei giovani e meno giovani, visto che ben il 49,8% degli Italiani che ha un’età compresa tra i 18 e i 34 anni vive ancora nella casa dei genitori, superando nettamente la media europea del 30%.

Valori quelli Italiani in molto vicini a quelli riscontrabili in tutta l’area europea mediterranea. È qui che si registrano oltre all’Italia con il suo 49,8%, il dato del 63,7% in capo alla Croazia, seguita da vicino da Grecia, dove mancando dati aggiornati si fa riferimento all’ultima rilevazione del 2023 ed un dato del 54,4%, poi Italia appunto la Spagna al 48,3%.

Netta divisione tra Nord e Sud Europa

L’Analisi dei dati Eurostat fa emergere una netta divisione geografica tra Nord e Sud Europa riguardo ai giovani adulti che vivono con i genitori. Situazione completamente diversa rispetto a quanto rilevato in Italia, con percentuali che scendono sotto il 10% nei paesi scandinavi. Tra questo blocco di giovani indipendenti emerge il dato della Danimarca, il paese più “emancipato” dell’intero continente Europeo con solo il 3,5% dei giovani tra 18 e 34 anni che sceglie di vivere ancora nella casa familiare. Un risultato, a detta di analisti e economisti, che di certo è in linea e riflette precisamente le politiche di welfare efficaci e l’interiorizzazione da parte dei più giovani di un modello culturale orientato all’autonomia precoce.

Intermedi i dati di riferimento che emergono dal rilievo delle nazioni del Centro Europa, con differenze anche importanti tra il dato registrato nei Paesi Bassi all’11,2%, la Germania al 13,6% e la Repubblica Ceca al 22,8%. Anche in questo caso l’analisi meno superficiale legge un risultato positivo, in questi paesi, di sistemi economici stabili e anche dei supporti all’indipendenza giovanile posti in essere che, dati alla mano, stanno favorendo l’emancipazione di più generazioni.

Per ciò che riguarda la situazione dell’Europa orientale e balcanica, mancano sufficienti e aggiornati dati, i numeri disponibili però, mostrano la Bulgaria al 44,2% e la Romania al 34,8%, collocandole nella fascia medio-alta e evidenziando come fattori economici e culturali influenzino questo fenomeno anche in queste regioni.

Percentuale comunque in calo dal 2021

Non tutto è perduto, comunque, una lieve speranza è da leggere nella percentuale in calo dal lontano 2021 ad oggi. Un trend positivo che vede i valori percentuali scendere rispetto al 2021 che chiudeva con il 53,7% del, passato poi al 52% nel 2022 fino al 50,8% del 2023.

Un dato quello Italiano che fa prepotentemente emergere le continue difficoltà dei giovani italiani ad emanciparsi, soprattutto se osserviamo il confronto con una media europea decisamente più bassa. Ovviamente, anche se non si è ricercatori in scienze sociali, è chiaro come dietro ai numeri si celino cause strutturali concrete, innanzitutto di natura economica, ma non solo.

L’accesso limitato ad alloggi economicamente sostenibili, unito a salari bassi e precarietà lavorativa, rende difficile l’indipendenza abitativa. Anche le norme culturali familiari e la carenza di politiche di welfare dedicate ai giovani influiscono significativamente sulla permanenza prolungata nella casa genitoriale.

Il “ritorno” alla casa genitoriale

Vi è poi il dato, tutto nostrano, di ‘ritorno’ nella casa genitoriale, dovuto a separazioni e divorzi di ragazzi ancora giovani. Il coniuge che a seguito di decisione del giudice o ad accordo tra le parti deve sostenere o mantenere l’altro, sommandolo al peso economico dei figli avuti dal matrimonio, spesso trovandosi anch’esso in situazioni lavorative non idilliache, non ce la fa più a pagare mutuo nè affitto e torna all’unica casa che ha a disposizione, quella dei genitori, spesso anche di dimensioni sufficienti ad ospitare periodicamente la prole.

Non parliamo più dunque, come fece un noto politico qualche anno fa, scatenando polemiche da ogni angolo del Paese, ma anche plausi, di “bamboccioni” o “mammoni”. I giovani in Italia che vivono con i genitori in realtà sono coloro che ancora oggi riscontrano maggiori difficoltà ad emanciparsi socialmente ed economicamente. Ad incidere pesantemente su questi risultati e sulle forti differenze tra Nord e sud Europa, come tra Nord e Sud Italia.

Un grido di aiuto spesso inascoltato di chi vorrebbe guadagnare la propria autonomia ma si scontra con la indisponibilità di alloggi accessibili, non solo per i costi, ma proprio per la scelta di molti di non affittare più, viste le difficoltà in caso di morosità o danni alla proprietà o sfratto.

Livelli salariali e stabilità lavorativa sono l’altro grave vulnus per i nostri giovani, dove flessibilità non ha mai fatto ‘rima’ con disponibilità e mobilità professionale, quanto piuttosto con precarietà e mancanza di diritti, come l’assenza di reti di welfare pubblici per i giovani adulti. La speranza è che l’Europa, questa volta, riesca a tracciare una strada, che sia da esempio anche per il nostro Paese, perché anche i nostri giovani siano finalmente liberi di scegliere il proprio futuro senza condizionamenti.

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