I funerali di Papa Francesco nel weekend: perché cresce l’ipotesi di sabato 26 aprile. Dall’omaggio dei fedeli al Conclave, ecco cosa succede ora

Martedì le decisioni ufficiali della Congregazione dei cardinali su tempi e modi di transizione al prossimo Pontificato L'articolo I funerali di Papa Francesco nel weekend: perché cresce l’ipotesi di sabato 26 aprile. Dall’omaggio dei fedeli al Conclave, ecco cosa succede ora proviene da Open.

Apr 21, 2025 - 20:37
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I funerali di Papa Francesco nel weekend: perché cresce l’ipotesi di sabato 26 aprile. Dall’omaggio dei fedeli al Conclave, ecco cosa succede ora

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Con la morte di Papa Francesco, avvenuta questa mattina – lunedì, 21 aprile – alle 7.35, si apre per la Chiesa cattolica un periodo definito di «sede vacante», che comincia con l’accertamento del decesso da parte del Camerlengo, ovvero il cardinale incaricato di gestire temporaneamente l’amministrazione della Santa Sede. Si tratta del cardinale statunitense Kevin Joseph Farrell, in servizio dal 2019, colui che in mattinata ha dato l’annuncio della scomparsa del Pontefice, e che si recherà a Santa Marta questa sera per riconoscere Francesco e constatarne la morte davanti a due figure: il maestro delle celebrazioni liturgiche e il segretario e cancelliere della Camera apostolica. In passato, era consuetudine che il Camerlengo chiamasse tre volte il Papa con il nome di battesimo prima di dichiarare ufficialmente il decesso. Visto che devono passare 9 giorni tra l’accertamento della morte e i funerali, la data della cerimonia sarà probabilmente il 30 aprile.

Cosa succede agli altri cardinali?

Se non riceveva risposta, pronunciava la frase Vere Papa mortuus est  («Il Papa è veramente morto»). Oggi la verifica avviene secondo procedure mediche. Subito dopo, il camerlengo informa il cardinale decano e i cardinali, quindi tutta la Curia. Dopo l’accertamento, il portone di bronzo di San Pietro è stato chiuso a metà e le campane hanno suonato rintocchi a martello (ciò è sancito nella costituzione apostolica della Chiesa promulgata da Giovanni Paolo II il 22 febbraio 1996).

Con la morte del Pontefice e la successiva sede vacante il segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, e tutti i capi dicastero, decadono dal loro ufficio, tranne il cardinale camerlengo e il penitenziere maggiore, cardinal Angelo De Donatis, che continua a esercitare le sue funzioni ordinarie. Ciò significa che il governo ordinario della Chiesa è sospeso, e vengono gestiti solo gli affari correnti. La guida temporanea spetta al Collegio dei Cardinali, che però non può introdurre innovazioni o prendere decisioni vincolanti per il futuro.

Le disposizioni sul corpo e i funerali

Il corpo del Papa viene quindi trasportato nella Cappella Sistina, in processione, dove viene imbalsamato e vestito con i paramenti sacri, ovvero la mitria bianca, la casula rossa, il pallio di lana bianca con croci neri). La salma di Francesco dovrebbe poi poi esposta ai fedeli per 3 giorni, quindi nei 9 giorni successivi i cardinali celebrano i cosiddetti “Novendiali” di suffragio. Il calendario esatto di questi appuntamenti sarà definito però domani, martedì 22 aprile, quando si riunirà la Congregazione dei cardinali. La Sala Stampa vaticana ha fatto comunque già sapere che «la traslazione della Salma nella Basilica Vaticana per l’omaggio di tutti i fedeli potrebbe avvenire mercoledì mattina, 23 aprile 2025». I funerali dovrebbero invece essere fissati, secondo quanto prevede il testo liturgico, tra il quarto e il sesto giorno dalla morte. Il che significa in un giorno compreso tra venerdì 25 e domenica 27 aprile. Secondo l’Ansa, è probabile che le esequie saranno fissate sabato 26 aprile. Durante le esequie, alla presenza di capi di Stato e di governo provenienti da tutto il mondo, il corpo del Pontefice viene posto in una in una triplice cassa di cipresso, piombo e noce. Prima che sia chiusa e sigillata, il viso viene coperto da un drappo di seta.

La riforma di Papa Francesco sulle modalità delle esequie 

Una delle ultime riforme di Papa Francesco, datata novembre 2024, riguarda le modalità delle esequie da riservargli. La cerimonia sarà più «snella», ovvero «con dignità, ma come ogni cristiano», e non ci sarà la cerimonia per la chiusura della bara. Prima della sua morte, Francesco ha inoltre confermato di aver dato disposizioni per essere sepolto a Santa Maria Maggiore. E non nella Basilica di San Pietro. Tra le novità introdotte vi è inoltre la constatazione della morte non più nella camera del defunto ma nella cappella, la deposizione immediata dentro la bara, l’esposizione alla venerazione dei fedeli del corpo del Papa già dentro la bara aperta, l’eliminazione delle tradizionali tre bare di cipresso, piombo e rovere.

L’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice ha, dunque, curato la redazione e la pubblicazione della seconda edizione tipica dell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis. Che è stata approvata il 29 aprile 2024 dallo stesso Pontefice. «Una seconda edizione si è resa necessaria – avea spiegato l’arcivescovo Diego Ravelli, Maestro delle Celebrazioni Liturgiche di Pontefici, ai media vaticani – anzitutto perché Papa Francesco ha chiesto, come dichiarato da lui stesso in diverse occasioni, di semplificare e adattare alcuni riti in modo che la celebrazione delle esequie del Vescovo di Roma esprimesse meglio la fede della Chiesa in Cristo Risorto. Il rito rinnovato, inoltre, doveva evidenziare ancora di più che le esequie del Romano Pontefice sono quelle di un pastore e discepolo di Cristo e non di un potente di questo mondo».

Il Conclave

Come succede, poi, dopo la celebrazione delle esequie? Il camerlengo assume la responsabilità della gestione economica e amministrativa della Santa Sede e prepara il Conclave, dal latino cum clave, chiuso con la chiave o sottochiave, che indica sia la sala in cui si riuniscono i cardinali della Chiesa cattolica per eleggere un nuovo Pontefice, sia la riunione vera e propria. I cardinali residenti a Roma saranno quindi riuniti da Farrell in quotidiane Congregazioni Generali con le quali prenderanno Collegialmente le decisioni. Tradizionalmente, comincia tra il 15esimo e il 20esimo giorno dalla morte del Papa, per dare il tempo a tutti i cardinali elettori di raggiungere il Vaticano. Tuttavia, Papa Benedetto XVI modificò la norma per permettere di anticiparlo nel caso tutti i cardinali fossero già presenti.

Per il tempo del Conclave i cardinali elettori (quelli che hanno meno di 80 anni al giorno della sede vacante, ma non più di 120) si trasferiscono nella Domus Santa Marta, dove resteranno isolati fino alla fine delle votazioni. Il nuovo Pontefice può essere scelto solo «per scrutinium»: è necessaria una maggioranza qualificata di due terzi dei cardinali elettori. Le votazioni avvengono a scrutinio segreto, e dopo ogni voto, le schede vengono bruciate. Se il fumo è nero, significa che l’elezione non ha ancora avuto successo; se è bianco, annuncia l’elezione del nuovo Papa, che viene proclamato con il tradizionale annuncio «Habemus Papam» dalla loggia centrale della basilica di San Pietro.

I possibili successori

Tra i cardinali più accreditati alla successione di Bergoglio emergono figure con profili molto diversi. Tra i favoriti c’è l’italiano Pietro Parolin, dal 15 ottobre 2013 segretario di Stato della Santa Sede. Si tratta di un moderato e sarebbe considerato «un’estensione» dell’eredità di Francesco. Tra i nomi vi è anche quello di Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, espressione di una Chiesa vicina ai poveri e al dialogo, ma con un approccio pastorale innovativo e pragmatico e il bergamasco Giovanni Battista Pizzaballa, conoscitore del Medio Oriente e attuale Custode di Terra Santa.

Da tenere i considerazione sono, inoltre, stando al sito collegeofcardinalsreport, Fridolin Ambongo Besungu (Repubblica Democratica del Congo), arcivescovo di Kinshasa, francescano, il canadese Michael Czerny, il francese Jean-Marc Aveline, arcivescovo di Marsiglia, il filippino Luis Tagle, prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, il Segretario generale del sinodo il maltese Mario Grech, lato Usa, invece, il cardinale Raymond Burke.

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