I data center per l’intelligenza artificiale consumano molta acqua: davanti ai Brainrot, dobbiamo riflettere
di Matteo Pagliuso Oggi una coscienza ecologica deve riflettere sui progressi dell’intelligenza artificiale: come interpretare certe tendenze che emergono? In questi ultimi mesi sono emersi sui sociali video chiamati Brainrot, in cui sono messi in scena personaggi come Bombardino Crocodilo, Trallallero Trallallà (i due più conosciuti) e altri di ogni tipo, generati dall’Ai. Vale davvero […] L'articolo I data center per l’intelligenza artificiale consumano molta acqua: davanti ai Brainrot, dobbiamo riflettere proviene da Il Fatto Quotidiano.

di Matteo Pagliuso
Oggi una coscienza ecologica deve riflettere sui progressi dell’intelligenza artificiale: come interpretare certe tendenze che emergono? In questi ultimi mesi sono emersi sui sociali video chiamati Brainrot, in cui sono messi in scena personaggi come Bombardino Crocodilo, Trallallero Trallallà (i due più conosciuti) e altri di ogni tipo, generati dall’Ai. Vale davvero la pena creare contenuti di questo tipo sapendo i costi ecologici e i messaggi che portano?
Alcuni dei brainrot italiani che spopolano sui sociali portano con loro messaggi d’odio. Nel video originali del trend di Bombardino Crocodilo, per esempio, si dice che “bombarda bambini a Gaza e in Palestina”. Non penso che si debba sviluppare un tale punto per capire la stupidaggine di quel video. Mi sembra anche un peccato vedere questi contenuti che letteralmente non servono a niente spopolare sui social, alimentando la dipendenza di alcuni su questi contenuti.
Ci sono anche gli starter pack, che sono una creazione dell’intelligenza artificiale in cui si crea virtualmente una persona rappresentandola con degli oggetti che la definiscono. Questa trend ha evidenziato due cose seconde me sull’Ai: il costo energetico per produrre queste immagini e il costo dell’acqua per raffreddare i data center.
Il costo energetico solo per una richiesta su ChatGpt è dieci volte più elevato che per una semplice ricerca su Google, secondo l’agenzia internazionale per l’energia (Aie). Essendoci sempre più richieste per l’uso dell’Ai, sempre secondo l’Aie nel 2030 i data center consumeranno quanto tutto il Giappone oggi, ovvero 945 terawattora.
In più, per raffreddare i data center è necessario consumare tanta acqua in zone già esposte a siccità. Per esempio, è stato stimato che le immagini generate in stile Studio Ghibli, in pochi giorni, sarebbero circa 5,4 milioni. Il che rappresenta un consumo d’acqua di oltre 24.000 litri, ovvero ciò che una persona beve in 32 anni bevendo 2 litri al giorno. E questi dati omettono sia le animazioni dei brainrot che gli starter pack; perciò, la consumazione d’acqua è molto più importante.
Sapendo che i data center vengono costruiti in zona di stress idrico, e che consumano sia moltissima acqua che moltissima energia, non dovremmo riflettere su un altro modo di usare l’intelligenza artificiale?
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