Per elaborare la perdita di Papa Francesco servirà tempo, ma ormai c’è un punto di non ritorno

“Impossibile continuare senza di te, ma impossibile non continuare senza di te”. Il verso di Samuel Beckett tiene in sé tutta la fatica dell’elaborazione di un lutto, reale o simbolico. Una fatica che è ingombro eminentemente drammatico quando il lutto a dover essere elaborato è quello del padre. E il papa – ogni papa – […] L'articolo Per elaborare la perdita di Papa Francesco servirà tempo, ma ormai c’è un punto di non ritorno proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mag 7, 2025 - 09:31
 0
Per elaborare la perdita di Papa Francesco servirà tempo, ma ormai c’è un punto di non ritorno

“Impossibile continuare senza di te, ma impossibile non continuare senza di te”. Il verso di Samuel Beckett tiene in sé tutta la fatica dell’elaborazione di un lutto, reale o simbolico. Una fatica che è ingombro eminentemente drammatico quando il lutto a dover essere elaborato è quello del padre. E il papa – ogni papa – è per la Chiesa sempre padre, con tutti il repertorio fantasmatico, non sempre positivo, che questo porta con sé. Il fatto che da alcuni sia contestato, o addirittura odiato, non ne revoca in dubbio il ruolo simbolicamente paterno; anzi, in qualche modo lo conferma.

L’elaborazione della perdita di Papa Francesco richiederà, come ogni lutto, un tempo molto lungo, e seguirà percorsi per lo più inconsapevoli, ad ogni livello della Chiesa: Curia romana, Chiesa gerarchica, e – nel cerchio più ampio – popolo di Dio, come abbiamo imparato a chiamarlo dal Concilio Vaticano II in avanti. Se pure questa Chiesa arrivasse a rinnegare l’esperienza di Francesco, il destino del suo subconscio è segnato: non potrà mai abdicare all’eredità del padre. Questa eredità resterà sempre come traccia nel suo sottosuolo corticale, e sempre si farà sentire, nella peggiore delle ipotesi – cioè quando vi si andrà contro – con sintomi di nevrosi, di inquietudine, di separazione.

L’analisi che in questi casi può aiutare richiede invece di recuperare l’eredità paterna, identificarla, assumerla consapevolmente, in modo da passare dal passato al futuro, dalla morte alla vita. In una buona elaborazione del lutto, “qualcosa si trasmette dal passato come una possibilità inedita per il futuro” (M. Recalcati, La luce delle stelle morte, 2025).

I tempi di questa fatica e di questa assunzione di eredità sono lenti, e diversi per tutti. E forse sono tanto più rapidi quanto più si è liberi da rigidismi strutturali, che rendono difficile una de-strutturazione e una rapida ri-strutturazione. È per questo che anche l’elaborazione del lutto di Papa Francesco, con il recupero della sua eredità, seguirà ritmi drammaticamente diversi nei diversi livelli della Chiesa. E questa rischia di essere una nuova sfida alla sua unità.

Chi certamente avvierà prima questo processo è il popolo di Dio, che in questi dodici anni di pontificato ha maturato una consapevolezza che lo rende molto diverso dal passato. Se c’è una parte dell’eredità paterna di Francesco che è già assunta con consapevolezza è che gli altri livelli – e soprattutto la Chiesa gerarchica – non sta solo avanti, ma anche dietro a questo popolo, come amava ripetere Bergoglio. Chi verrà dopo potrà naturalmente adottare un nuovo stile di governo, anche in discontinuità con il predecessore, ma si troverà a fare i conti con un popolo di Dio che ha ormai acquisito una maturità del proprio ruolo, e che su questo non cederà.

C’è un punto di non ritorno, ed è quello che, in termini teologici, Francesco segnalava già in Evangelii Gaudium, nel 2013: “Il Popolo di Dio è santo in ragione di questa unzione che lo rende infallibile in credendo. Questo significa che quando crede non si sbaglia, anche se non trova parole per esprimere la sua fede. Come parte del suo mistero d’amore verso l’umanità, Dio dota la totalità dei fedeli di un istinto della fede – il sensus fidei – che li aiuta a discernere ciò che viene realmente da Dio” (119).

Questa “infallibilità in credendo” è l’eredità di Francesco che il popolo di Dio ha già assunto consapevolmente, come ha dimostrato con chiarezza la sorprendente bocciatura, meno di un mese fa, del documento finale del cammino sinodale in Italia. Quello è il chiaro segnale che, su questo fronte, non si è disposti a tornare indietro. Questa autoconsapevolezza è quel qualcosa che “si trasmette dal passato come una possibilità inedita per il futuro”. E, con questo inedito, chi verrà dopo Francesco dovrà fare, non senza fatica, i conti.

L'articolo Per elaborare la perdita di Papa Francesco servirà tempo, ma ormai c’è un punto di non ritorno proviene da Il Fatto Quotidiano.