Hip Hop Cinefest 2025: quando il cinema incontra l’underground

In un’epoca in cui l’Hip Hop è ormai ovunque ma spesso svuotato del suo senso originario, il Hip Hop Cinefest di Roma continua a rappresentare un faro raro e necessario. Il 9 e 10 maggio 2025, alla Casa della Cultura di Torpignattara, andrà in scena la quinta edizione di un festival che non si limita a raccontare il rap, ma che scava nel profondo del suo impatto culturale, educativo e sociale. Hip Hop Cinefest 2025: un festival unico in Italia […] L'articolo Hip Hop Cinefest 2025: quando il cinema incontra l’underground proviene da Rapologia.it.

Mag 4, 2025 - 12:16
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Hip Hop Cinefest 2025: quando il cinema incontra l’underground

In un’epoca in cui l’Hip Hop è ormai ovunque ma spesso svuotato del suo senso originario, il Hip Hop Cinefest di Roma continua a rappresentare un faro raro e necessario. Il 9 e 10 maggio 2025, alla Casa della Cultura di Torpignattara, andrà in scena la quinta edizione di un festival che non si limita a raccontare il rap, ma che scava nel profondo del suo impatto culturale, educativo e sociale.

Hip Hop Cinefest 2025: un festival unico in Italia (e raro nel mondo)

L’Hip Hop Cinefest è l’unico evento italiano interamente dedicato al cinema hip hop, e uno dei pochissimi a livello globale.

Il cuore della rassegna è la selezione di opere cinematografiche — 115 quest’anno, da ben 26 paesi — che raccontano storie scritte, dirette o prodotte da chi vive la cultura Hip Hop in prima persona. Dalla fiction al documentario, passando per videoclip, web series e progetti sperimentali, l’obiettivo è uno solo: restituire la complessità e la profondità di un movimento spesso ridotto a cliché.

Tra i titoli in evidenza c’è Brasse Vannie Kaap di Lauren Scholtz, che racconta l’eredità di uno dei gruppi rap più influenti del Sudafrica; Profondo Nero di Roberto Pili, che esplora il legame tra Hip Hop e salute mentale; e Cuando te trasas una Meta di Oscar B. Castillo, ambientato in un carcere venezuelano dove la musica diventa strumento di riscatto. E ancora, Under My Skin, toccante opera di fiction francese, e la serie colombiana Bogotá Underground, che ripercorre cinquant’anni di cultura urbana nella capitale sudamericana.

Non solo proiezioni: un laboratorio culturale vivo

Oltre alle proiezioni, il Cinefest è un vero e proprio laboratorio culturale: dibattiti, panel e workshop attraversano temi cruciali per comprendere dove sta andando l’Hip Hop e che ruolo può ancora avere nella società. Dall’origine della figura del DJ al futuro dei graffiti nei musei, dal valore educativo della breakdance alla definizione accademica del “cinema hip hop” come genere a sé, ogni intervento mette in luce la vitalità e la continua evoluzione di questa cultura.

Il panel “L’Hip Hop ha ancora qualcosa da dire?”, con protagonisti come Amir Issaa e Wissal Houbabi, affronterà proprio questo nodo: in tempi in cui l’apparenza spesso vince sul contenuto, ha ancora senso parlare di rap come voce delle periferie, come megafono per gli inascoltati?

Una delle grandi forze del festival è la sua attenzione ai processi educativi non formali: l’Hip Hop viene trattato come un bene culturale immateriale, capace di produrre cambiamento sociale. Non a caso, in parallelo al festival, sarà allestita una mostra a cura dell’Italian Hip Hop Museum, con locandine, flyer, biglietti di concerti storici e memorabilia che raccontano la lunga e poco narrata storia del rap italiano.

E ancora, l’apertura gratuita dello streaming online (fino al 18 maggio su FilmFestivalPlus.com) permette a chiunque, anche fuori Roma, di accedere a contenuti spesso invisibili nei circuiti tradizionali.

Hip Hop Cinefest non è un evento “per nostalgici”. È un’esperienza che prova a fare il punto sul presente e a rilanciare per il futuro. Mentre il mainstream si consuma in dinamiche algoritmiche e repliche infinite, qui si respira un’aria diversa.

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