Paolo Fresu contro il Concertone del Primo Maggio di Roma
All’indomani del Concertone del Primo Maggio a Roma, Paolo Fresu affida ai social un’amara riflessione sull'evento L'articolo Paolo Fresu contro il Concertone del Primo Maggio di Roma proviene da imusicfun.

All’indomani del Concertone del Primo Maggio a Roma, Paolo Fresu affida ai social un’amara riflessione. Il celebre trombettista critica la mancanza di attenzione verso i lavoratori dello spettacolo, proprio in un evento nato per celebrare il lavoro. «Mi chiedo come può essere – scrive l’artista – che, in un evento dedicato al lavoro (perché il primo maggio resta la festa dei lavoratori come il 25 aprile resta la festa della liberazione) si sia parlato per poco meno di un minuto della precaria condizione dei lavoratori dello spettacolo».
Fresu ricorda la mobilitazione durante la pandemia, quando la categoria cercò di farsi sentire con la petizione “#velesuoniamo”, sottoscritta da oltre 62mila persone. Ma oggi, denuncia, «si sia perduto parte del suo precario esercito senza che sia stato fatto nulla per dare al nostro mondo uno statuto civile al pari degli altri paesi europei».
Nel suo post su Facebook, il musicista sardo sottolinea come la crisi vissuta durante il Covid non abbia generato i cambiamenti sperati: «Speravamo che la pandemia potesse servire, tra le centinaia di migliaia di morti, perlomeno a sollecitare una riflessione anche su questo tema ma questa è stata fievole e passeggera e, soprattutto, non ha prodotto alcun risultato se non qualche indignitosa mancia».
Infine, la stoccata di Paolo Fresu al Concertone: «Allora provavamo a suonarle agli altri. Ieri, tristemente, al Concertone se le sono cantate e suonate da soli. Non è più una moria, è una ecatombe».
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