Google richiamata dall'Antitrust: deve scorporare Chrome e Android?
Una situazione delicata.
Google non è più solo Google da un bel po' di tempo ormai: ha trasformato il suo motore di ricerca in un gigantesco ecosistema fatto di browser, smartphone, adv e intelligenza artificiale. Ma ora il Dipartimento di Giustizia statunitense intende spezzare questo dominio, proponendo misure drastiche come la cessione di Chrome e perfino di Android. Per la cronaca, una situazione per certi simile la sta vivendo Meta con Instagram.
UN'ACCUSA PESANTE
Il processo antitrust ha raggiunto una fase delicata, poiché il giudice federale Amit P. Mehta ha aperto all’ipotesi di una cessione forzata di divisioni strategiche di Google. Tra queste c'è proprio Chrome, il browser più usato al mondo, che sarebbe la “vittima sacrificale” per riequilibrare il mercato secondo il New York Times. David Dahlquist, avvocato del Dipartimento di Giustizia, ha sottolineato che miliardi di dollari di entrate pubblicitarie passano da Chrome, cosa che lo rende un punto di accesso chiave alla ricerca online. Vendendolo, altri competitor potrebbero attingere a un flusso consistente di query e utenti, smorzando l'egemonia di Google.
Google, o meglio, Alphabet, non ci sta. In un post sul suo blog ufficiale ha contestato la sentenza della giudice Leonie Brinkema sulla violazione delle leggi antitrust in ambito ad‑tech, esprimendo timori per i possibili effetti a catena. Tra le principali obiezioni: