Gestire il rischio in portafoglio: strumenti e strategie

Gestire il rischio in un portafoglio di investimenti non è solo una buona pratica: è una necessità. Ogni scelta finanziaria comporta una quota di incertezza, e sapere come contenerla può fare la differenza tra proteggere e perdere il proprio capitale. In questo articolo esploreremo gli strumenti e le strategie più efficaci per ridurre l’esposizione al […] L'articolo Gestire il rischio in portafoglio: strumenti e strategie proviene da IoInvesto SCF.

Mag 18, 2025 - 01:38
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Gestire il rischio in portafoglio: strumenti e strategie

Gestire il rischio in un portafoglio di investimenti non è solo una buona pratica: è una necessità. Ogni scelta finanziaria comporta una quota di incertezza, e sapere come contenerla può fare la differenza tra proteggere e perdere il proprio capitale. In questo articolo esploreremo gli strumenti e le strategie più efficaci per ridurre l’esposizione al rischio e costruire un portafoglio più solido e resiliente.

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Come gestire il rischio: la diversificazione del portafoglio

Se vuoi affacciarti nel mondo degli investimenti devi sapere da subito che la speculazione è un’operazione a rischio. Questo significa che per poter ottenere dei profitti regolari e far crescere il tuo capitale devi avere consapevolezza di tutte quelle tecniche e strategie di gestione del rischio, ossia di tutte quelle procedure che ti permetteranno di incrementare i guadagni senza danneggiare il capitale investito. In questo post vedremo quali sono le strategie migliori per diversificare il portafoglio in modo tale da ridurre il rischio e poter investire in maniera profittevole.

La gestione del rischio: di cosa si tratta?

Oggi quando si parla di investimenti, prima di guardare al profitto, si deve necessariamente definire il rischio. In un mercato sempre più instabile e volatile, infatti, la gestione del rischio è diventata una vera e propria strategia di speculazione, da studiare e valutare con cura. Investire in maniera responsabile significa infatti avere piena consapevolezza di quelli che possono essere i rischi legati al proprio settore di investimento e, quindi, definire tutte le tecniche necessarie per prevenire eventuali crolli finanziari.

Come per tutte le altre tecniche e strategie di investimento, anche quando si parla di rischio di portafoglio è necessario ricordare che esistono differenti opzioni da prendere in considerazione: queste possono essere legate al livello di competenza dell’investitore, al capitale investito e, naturalmente, al mercato in cui si opera. Se sei uno speculatore neofita devi sapere che prima di iniziare qualsiasi viaggio nel mondo degli investimenti è necessario effettuare un’analisi degli investimenti, in questo modo potrai contare su strategie specifiche per le tue esigenze, che ti permetteranno di procedere con investimenti a basso rischio ed elevata possibilità di capitalizzazione.

Cos’è il rischio in finanza?

Per meglio comprendere come attivare una corretta strategia di gestione del rischio per prima cosa è necessario avere ben chiaro cosa significa il rischio in finanza. Infatti, mentre il profitto è ben quantificabile, il rischio è un qualcosa di più complesso in quanto non solo prevede degli elementi oggettivi (il capitale perso) ma anche aspetti soggettivi. Basta pensare che per qualcuno perdere mille euro può essere un grande danno economico mentre per altri non rappresenta un problema così elevato.

Il rischio è associato a un altro parametro, ossia il rendimento. Infatti, spesso si definisce rischiosa ogni attività che presenta un elevato rendimento ma non in linea con le aspettative del mercato: ecco che allora il rischio si pone come il prezzo che si è disposti a pagare per puntare a un guadagno maggiore effettuando investimenti particolarmente profittevoli ma altrettanto incerti.

Non è sempre vero che gli investimenti che rendono di più sono anche quelli più rischiosi: in realtà sono rischiosi quegli investimenti che da un lato presentano possibilità di investimento che si scostando dalla linea di trend del mercato e dall’altro che richiedono la possibilità di una perdita patrimoniale più elevata. Proprio su questo secondo punto è fondamentale porre la propria attenzione visto che la determinazione di quanto si è disposti a perdere permette anche di definire il livello personale, ossia soggettivo, di rischio.

Si possono distinguere due differenti tipologie di rischio, quello oggettivo e quello soggettivo. Si parla di rischio oggettivo quando ci si riferisce alla quantità di patrimonio, espresso in percentuale, che si è disposti a perdere in caso di andamento negativo del mercato. Si parla invece di rischio soggettivo quando si valuta il livello di tolleranza dell’investitore, ossia la capacità emotiva di affrontare situazioni incerte e rischiose. Infatti, la componente emotiva connessa alle attività speculative è molto elevata e non va mai sottovalutata quando si parla di gestione del rischio.

Se sei già un investitore e vorresti conoscere le migliori opzioni di investimento a basso rischio, puoi utilizzare la nostra guida con tutte le strategie e i suggerimenti per individuarle.

Quindi conoscere il proprio livello di tolleranza al rischio e adottare una strategia consapevole non è un lusso riservato a pochi, ma un passo fondamentale per chiunque voglia investire in modo intelligente. E per farlo, è essenziale partire da una fotografia chiara della propria situazione attuale: richiedi la nostra analisi gratuita del portafoglio:

Le principali tecniche di gestione del rischio

Come accennato, quando si parla di rischio per i diversi strumenti finanziari sono disponibili varie strategie e tecniche che permettono di gestire i propri investimenti e, quindi, ridurre le possibilità di perdita. Tra le tecniche più utilizzate oggi ci sono sicuramente quella relativa alla diversificazione del portafoglio e alle strategie di hedging, ossia di copertura. Entrambe rappresentano un valido cuscinetto che ammortizza eventuali crolli finanziari in uno settore garantendo una sponda sicura che permetta di bilanciare eventuali perdite con profitti sicuri.

Ma come mai oggi ha così importanza la gestione del rischio? A differenza di quanto accadeva il secolo scorso e anche fino a poche decine di anni fa, oggi i mercati sono sempre più instabili e volatili. Per questo motivo la possibilità di prevedere trend e andamenti nel tempo è diventata molto complessa e gli speculatori hanno dovuto prendere atto del fatto che investire oggi significa necessariamente valutare il rapporto profitto-rischio. In molti settori, infatti, i profitti maggiori si possono ottenere non solo con corretti investimenti in termini di tempistiche, ma soprattutto nella corretta valutazione dei rischi associati a tali mercati. Si parla quindi di riduzione dell’esposizione, ossia di una vera e propria strategia che permette di avere sempre un’ancora di salvataggio alla quale aggrapparsi per avere le sicurezza di poter gestire al meglio il proprio capitale.

L’identificazione del rischio

Prima di poter correre ai ripari da qualsiasi tipologia di rischio finanziario è necessario imparare a comprendere quali siano le caratteristiche delle operazioni di rischio e quindi del rischio stesso. Si tratta di un’operazione assolutamente non semplice e proprio per questo motivo, soprattutto per chi è alle prime esperienze con il mercato finanziario, è di primaria importanza poter consultare un esperto del settore che possa chiarire i numerosi aspetti del termine rischio

Per identificare il rischio finanziario, infatti, è necessario conoscere bene i mercati e quindi le numerose variabili che lo caratterizzano. Infatti, gli elementi che possono concorrere a rendere instabile il mercato sono gli stessi che possono creare situazioni di rischio. Andranno pertanto presi in considerazione:

  • tassi di interesse;
  • guerre commerciali;
  • rapporti economici;
  • rapporti sugli utili nei diversi settori.

Solitamente gli elementi sopraindicati vengono considerati come i fattori economici che maggiormente incidono sugli andamenti dei mercati. Le decisioni sui tassi di interesse, insieme a quelle che vengono comunemente definite guerre commerciali, sono considerati fattori economici primari, in quando incidono maggiormente sugli andamenti di mercato e, pertanto, influenzano in maniera più incisiva anche il rischio stesso. I rapporti economici e quelli sugli utili nei vari settori di mercato sono invece considerati rispettivamente fattori economici secondari e terziari, proprio in virtù della minore influenza rispetto a quelli primari.

Considerando le ampie dimensioni dei mercati, è necessario ricordare di focalizzarsi solo su quegli aspetti che possono influenzare il nostro settore di investimento. Pertanto, se investo in materie prime come l’oro, presumibilmente non potrò preoccuparmi degli andamenti del mercato dell’immobile ma concentrarmi su tutti i fattori di rischio connessi alla mia area di riferimento. Nello specifico, dovrò avere competenze sulle caratteristiche di quel mercato, delle sue fluttuazioni stagionali o storiche ma anche su tutte quelle situazioni che possono generare tali fluttuazioni.

Il primo passo, quindi, sarà quello di considerare il tipo di informazioni da prendere in considerazione, ossia verificare a quale settore appartengono e quanto possono influenzare il tipo di investimento che intendiamo fare, sia in positivo sia in negativo. Proprio su questo aspetto ci si dovrà concentrare maggiormente perché gli scenari negativi rappresentano proprio quelli di rischio e conoscere eventuali possibilità di perdita ci permetterà di valutare al meglio il tipo di investimento da fare nei diversi settori.

Due strategie a confronto: la diversificazione e l’hedging

Oggi le strategie che maggiormente vengono utilizzare per la riduzione del rischio negli investimenti sono quella di diversificazione del portafoglio e dell’hedging, o copertura. Si tratta di due differenti opzioni che si basano su un principio comune: quello di non puntare tutti i propri capitali in un unico settore o bene. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta e come utilizzare al meglio l’una o l’altra.

Diversificazione del portafoglio: cosa vuol dire?

Quello della diversificazione del portafoglio è uno degli strumenti maggiormente utilizzati negli investimenti, sia dagli speculatori esperti sia da quelli alle prime esperienza. Il suo successo è dovuto al fatto che permette di ridurre il rischio legato agli investimenti e, allo stesso tempo, alla sua relativa semplicità d’uso. Parliamo di relativa perché per poterlo sfruttare al meglio è comunque necessario avere una buona padronanza dei mercati di riferimento per cui, in caso contrario, è sempre meglio farsi supportare da un esperto del settore.

Il principio su cui si basa la diversificazione del portafoglio è che la suddivisione del capitale nei diversi mercati permetterà di creare un’indipendenza dalle oscillazioni di un asset specifico. Infatti, eventuali crolli di un mercato, di un settore o di un asset, potranno essere bilanciati dalla presenza di altri investimenti che potranno garantire andamenti positivi.

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Come diversificare il portafoglio?

Quando si usa la strategia di diversificazione è necessario ricordare che si tratta di una tecnica che deve seguire delle regole ben precise. Non si può pensare, infatti, di scegliere degli asset giusto per avere una varietà di investimenti ma senza conoscere le relazioni e correlazioni tra i prodotti in cui si investe. Infatti, la diversificazione segue degli step da valutare con attenzione, perché permettono di realizzare un portafoglio vario e, soprattutto, bilanciato.

Nella scelta degli asset è fondamentale selezionare prodotti non correlati, ossia che non vengono influenzati dagli stessi fattori. Infatti, se due asset sono correlati, vorrebbe dire che quando si trae profitto dall’uno si trae profitto anche dall’altro. Ma questo si ripercuote anche nelle perdite visto che se uno degli investimenti va male, andrà male anche l’altro andando a sommare le perdite che, in alcuni casi, potrebbero essere ingenti.

La diversificazione del portafoglio punta proprio ad evitare di perdere su più fronti e proprio per questo motivo si deve optare per strumenti di investimento che oltre presentino una correlazione negativa, ossia mostrano degli andamenti opposti. In tal modo si avrà la sicurezza che se anche da un lato si andrà in perdita, dall’altro si potrà contare su un profitto.

Un’ulteriore possibilità è quella di scegliere asset che non presentano nessuna correlazione. Questa soluzione è particolarmente adatta quando si investe in più settori, per cui può diventare complesso trovare più strumenti finanziari che siano correttamente correlati tra di loro.

Ridurre il rischio con l’hedging: cosa significa?

Tra gli strumenti più interessanti per la riduzione del rischio di portafoglio vi è una tecnica molto apprezzata dagli speculatori professionisti: l’hedging, o copertura. Come si può comprendere dal nome, questa strategia permette di avere una copertura, ossia una protezione contro i rischi degli investimenti. Vediamo come.

Utilizzare strategie di hedging significa effettuare operazioni di investimento che vadano a coprire i rischi derivanti da una differente scelta di speculazione. Va sottolineato che chi sceglie questa tecnica non lo fa per incrementare i propri capitali ma solo per ridurre il rischio: questo significa che l’hedging di per sé non è una strategia di investimento ma, appunto, solo di copertura dalle perdite.

L’uso di futures e opzioni nell’hedging

Nella maggior parte dei casi per fare hedging si sceglie di acquistare una serie di contratti sottostanti connessi alla stessa fonte di rischio. Oggi la maggior parte degli investitori punta a due strumenti specifici per le proprie strategie di copertura, ossia i futures e le opzioni.

I futures sono contratti che, come si può comprendere dal nome, hanno una scadenza futura e fissata. Utilizzando i futures, due parti possono scegliere di scambiarsi degli asset finanziari, a un determinato prezzo e in una data precisa. A seconda degli andamenti del mercato e del tipo di accordo, quindi, una delle due parti avrà un profitto e un’altra una perdita.

Le opzioni, invece, permettono un acquisto o una vendita opzionali. Pertanto, chi sceglie questo strumento finanziario potrà decidere senza obbligo, entro una certa data, di vendere o acquistare il bene che aveva contrattato, al prezzo che era stato definito.

Entrambi gli strumenti sono particolarmente adatti per gestire al meglio il rischio permettendo a chi le utilizza di controllare i periodi di instabilità finanziaria evitando grosse perdite anche se non si riescono a ottenere ritorni economici importanti.

Strategie basate sull’asset allocation

Quando si parla di strategie di asset allocation ci si riferisce a cinque famiglie di operazioni di gestione del rischio, ossia:

  • Strategic Asset Allocation;
  • Asset Liability Management;
  • Tactical Asset Allocation;
  • Dynamic Asset Allocation;
  • strategic Asset Allocation.

La prima tecnica è la Strategic Asset Allocation, ossia la allocazione strategica di asset e si basa sul riconoscimento di strumenti finanziari che risultano strategici all’investitore. La scelta viene effettuata tenendo conto non solo del livello di esposizione al rischio, ma anche del tipo di asset, del reddito e quindi del capitale che si intende investire e dell’età dello speculatore.

L’Asset Liability Management è particolarmente utilizzata dalle aziende mentre è poco scelta dagli speculatori privati. Si basa infatti sulla definizione della passività cui si può fare fronte soprattutto nel lungo termine. Si pone pertanto come una strategia in grado di assorbire il rischio in un arco di tempo medio-lungo a seconda della gestione specifica.

La Tactical Asset Allocation è un tipo di tecnica di gestione del rischio di tipo tattico, ossia che opera nel breve periodo. Punta al profitto operando soprattutto in mercati nuovi o in nuove condizioni che si vengono a creare in mercati storici. In questi contesti, infatti, la stabilità è mediamente messa a rischio da variazioni frequenti che comportano anche un rischio elevato. I migliori speculatori sanno come approfittare di situazioni particolarmente convenienti nel brevissimo periodo riuscendo ad abbattere il rischio a favore di un maggior rendimento del capitale investito.

Tra le tecniche più interessanti di gestione del rischio vi è la Dynamic Asset Allocation che, come si può comprendere dal nome, presenta la possibilità di variazioni continue che, appunto, rendono la gestione dinamica. Si procede infatti per continui aggiustamenti del portafoglio in modo da seguire al meglio le variazioni delle condizioni del mercato: proprio come il mercato, infatti, anche il portafoglio dovrà essere continuamente aggiornato e variato, tenendo conto di una serie di regole che tengono conto del profilo di rischio dello speculatore e naturalmente degli andamenti di mercato. Rappresenta una soluzione perfetta per quanti hanno interessi di investimento di durata temporale breve o media.

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Strategie di Risk Management

Uno dei modi migliori per gestire il rischio in finanza è sicuramente quello di imparare a conoscerlo. Oggi, grazie alla rete è possibile iniziare a muovere i primi passi nel mondo degli investimenti anche in maniera autonoma: tuttavia è fondamentale ricordare che per operare in maniera sicura e consapevole, la scelta più saggia è quella di rivolgersi a professionisti del settore, esperti in Risk Management, ossia in gestione del rischio finanziario.

Un esperto, infatti, saprà meglio come valutare e interpretare i dati a disposizione, anche tenendo conto dei possibili eventi futuri che influenzano fortemente il mercato: si pensi ad esempio alle elezioni, all’uscita di nuove tecnologie oppure ad altri avvenimenti economici, in primis la decisione dei tassi di interesse. In queste situazioni, infatti, il mercato può assumere tendenze nuove e non sempre a nostro favore: gli esperti di rischio sapranno come differenziare gli investimenti per garantire l’ottimizzazione dei profitti e la riduzione delle perdite.

Oggi tutti gli investitori sanno che devono gestire il rischio e molti fanno uso di veri e propri piani di gestione che prendono in considerazione importanti elementi, quali ad esempio:

  • quali asset selezionare;
  • quando acquistare o vendere;
  • che intervallo temporale considerare;
  • come regolarsi in caso di inizio di crisi;
  • quali rischi si è disposti ad abbracciare.

Va sottolineato che non esiste un’unica soluzione che rappresenta il modo giusto di gestire il rischio. Ecco perché i Risk Manager sono professionisti esperti che sanno valutare, a seconda delle esigenze specifiche dell’investitore, quali strategie potranno risultare più adatte. Dovranno infatti tenere conto del tipo di mercato in cui si investe e, quindi, di quali sono le opzioni più idonee per la diversificazione o per l’hedging ma anche valutare le necessità specifiche degli investitori, ossia realizzare delle soluzioni personalizzate per ogni speculatore.

Ancora, si dovrà tenere conto di due importanti aspetti, ossia del capitale a disposizione e di quanto si è disposti a rischiare. Molti mercati, particolarmente volatili, sono più rischiosi, per cui meno adatti agli speculatori alle prime esperienze perché in tal caso la gestione del rischio è più complessa. Altri, invece, più stabili, sono particolarmente idonei a quanti vogliono avvicinarsi al mondo degli investimenti in maniera meno rischiosa.

Per concludere

L’elevata instabilità dei mercati moderni e la loro volatilità ha portato gli speculatori a dover puntare non solo sulle strategie di profitto ma anche e soprattutto su quelle che permettono di gestire il rischio in maniera più scientifica e razionale.

Infatti, a differenza del passato, oggi le strategie di gestione del rischio rappresentano parte integrante delle strategie di investimento e vengono studiate dagli investitori e dai loro consulenti per garantire un più corretto processo di speculazione, in grado di garantire un profitto forse minore ma sicuramente più regolare nel tempo.

Cosa sapere per gestire il rischio in Portafoglio? Domande frequenti

Qual è lo scopo finale della gestione del portafoglio? 

Lo scopo principale è ottimizzare i rendimenti in relazione al livello di rischio che l’investitore è disposto a tollerare. In altre parole, si cerca di ottenere il miglior ritorno possibile con il rischio minimo accettabile. Oltre a questo, ci sono altri obiettivi specifici che possono variare in base al tipo di investitore, come la protezione del capitale, la generazione di reddito o la crescita a lungo termine.

Informazioni importanti:

  • Ottimizzare i rendimenti al minimo rischio

Come si può ottenere la diminuzione del rischio di un portafoglio?

La diminuzione del rischio di un portafoglio si ottiene principalmente attraverso la diversificazione, ossia investendo in una varietà di asset non correlati tra loro. In questo modo, eventuali perdite su un investimento possono essere compensate da guadagni su altri. Oltre alla diversificazione, altre tecniche includono l’hedging (copertura) con strumenti finanziari come opzioni o futures, e l’asset allocation strategica, che consiste nel bilanciare le classi di asset in base al profilo di rischio dell’investitore. Una gestione attiva e una revisione periodica del portafoglio sono altrettanto cruciali per ridurre il rischio nel tempo.

Informazioni importanti:

  • Diversifica
  • Hedging
  • Asset allocation

Cosa significa avere un portafoglio diversificato?

Avere un portafoglio diversificato significa distribuire i propri investimenti su una vasta gamma di attività e settori, in modo da ridurre il rischio complessivo. L’obiettivo è evitare di concentrare tutto il capitale in un’unica classe di asset o in un solo settore, perché questo potrebbe aumentare l’esposizione a rischi specifici, come quelli legati al fallimento di una singola azienda o al crollo di un mercato.

Informazioni importanti:

  • Distribuire i propri investimenti in varie attività e settori
  • Obiettivo: limitare i rischi
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