“Fuori i sionisti dal mio locale”. Scontro alla Zanzara tra il ristoratore bresciano e Parenzo

“Se siete sionisti e il vostro leader è il macellaio criminale di guerra qui sopra (Benjamin Netanyahu, ndr), non mangerete da noi“. È la scritta che campeggia su un volantino raffigurante Netanyahu travestito da cow-boy e affisso alla porta del ristorante “Trattoria Pegaso” a Gavardo (Brescia). Il titolare del locale, Adriano Liloni, ribadisce ai microfoni […] L'articolo “Fuori i sionisti dal mio locale”. Scontro alla Zanzara tra il ristoratore bresciano e Parenzo proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mag 17, 2025 - 16:18
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“Fuori i sionisti dal mio locale”. Scontro alla Zanzara tra il ristoratore bresciano e Parenzo

“Se siete sionisti e il vostro leader è il macellaio criminale di guerra qui sopra (Benjamin Netanyahu, ndr), non mangerete da noi“. È la scritta che campeggia su un volantino raffigurante Netanyahu travestito da cow-boy e affisso alla porta del ristorante “Trattoria Pegaso” a Gavardo (Brescia). Il titolare del locale, Adriano Liloni, ribadisce ai microfoni de La Zanzara (Radio24) la sua posizione, rendendosi protagonista di un alterco rovente con uno dei conduttori, David Parenzo.
Io sono sionistissimo – attacca Parenzo – ma non ho nessuna intenzione di andare da questo qua, non me ne frega un cazzo. È pieno di posti altrettanto buoni”.
“Ma guardi che io non ho problemi – replica il ristoratore – Dopo 37 anni non ho sicuramente bisogno di un giornalista come lei che venga qui a mangiare e a rompere il cazzo”.

Io farei invadere il suo ristorante da un’orda di sionisti che vengono a mangiare – rilancia il giornalista – Loro mangiano e dopo aver pagato il conto, le dicono: ‘Aoh, testa di cazzo, siamo tutti sionisti'”.
Io invece voglio un’orda di bambini palestinesi che stanno morendo di fame – ribatte Liloni – Quelli li accolgo gratis. I personaggi che sostengono un macellaio che sta uccidendo 22mila bambini, ma anche di più, non li voglio incontrare, non voglio averci nulla a che fare. E i sionisti sostengono questo animale. Se pensate che questo non sia vero, allora veramente l’intelligenza umana e sociale è andata a farsi benedire. Io attacco i sionisti, non i semiti, tanto che molti miei amici ebrei mi danno ragione“.

Parenzo mette in dubbio il numero dei bambini sterminati da Israele e difende la sua posizione: “Io sono sionista perché difendo l’esistenza dello Stato di Israele. Essere sionista significa questo”.
“Ma cosa sta dicendo? – insorge Liloni – Il sionismo non c’entra niente con l’ebraismo, è arrivato dopo”.
Parenzo smentisce, ma il ristoratore cita David Ben Gurion, costruttore dello Stato di Israele nel 1948, diventandone poi il primo premier della storia.
Ben Gurion era un eroe“, esclama il giornalista, incontrando il dissenso di Liloni, il quale cita la Nakba, che costrinse circa 750mila palestinesi a fuggire e a lasciare le proprie terre.

Il punto focale dello scontro resta comunque il sionismo. Liloni ripete: “I sionisti vanno bloccati politicamente ed eliminati dalla società”.
“Non mi eliminerai mai”, sbotta Parenzo.
“Quindi dei bambini palestinesi presi di mira dai cecchini israeliani non gliene frega un cazzo? Mi risponda, Parenzo”, replica Liloni.
“Ma dire che tu non vuoi i sionisti al tuo ristorante – interviene Giuseppe Cruciani – è come essere tornati agli anni ’20 e ’30 coi nazisti”.
“Ma curati”, risponde Liloni.

La bagarre nei minuti successivi prosegue sempre più incandescente: Parenzo dà a Liloni dello “storico della pasta e fagioli e del pollo alla cacciatora”, il ristoratore lo definisce “provocatore rompicazzo” e ribadisce: “Quella specie di giornalista sicuramente non verrà mai a mangiare da me. E ne sono contento. Non è questione di odio nei confronti dei sionisti, ma di cultura etica e di morale: Israele non può esistere a scapito di 50mila vittime“.

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