Fuga da via Arenula: lascia Nordio anche il capo del Dipartimento affari di giustizia (che gestì il caso Almasri)

Non si ferma l’esodo dei magistrati dai ruoli dirigenziali del ministero della Giustizia guidato da Carlo Nordio. L’ultimo a lasciare in ordine di tempo è Luigi Birritteri, capo del Dipartimento affari di giustizia (Dag): a quanto riferiscono vari quotidiani, nei giorni ha presentato richiesta al Consiglio superiore della magistratura per tornare a vestire la toga […] L'articolo Fuga da via Arenula: lascia Nordio anche il capo del Dipartimento affari di giustizia (che gestì il caso Almasri) proviene da Il Fatto Quotidiano.

Apr 12, 2025 - 15:00
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Fuga da via Arenula: lascia Nordio anche il capo del Dipartimento affari di giustizia (che gestì il caso Almasri)

Non si ferma l’esodo dei magistrati dai ruoli dirigenziali del ministero della Giustizia guidato da Carlo Nordio. L’ultimo a lasciare in ordine di tempo è Luigi Birritteri, capo del Dipartimento affari di giustizia (Dag): a quanto riferiscono vari quotidiani, nei giorni ha presentato richiesta al Consiglio superiore della magistratura per tornare a vestire la toga con oltre un anno di anticipo sulla scadenza dell’incarico, rientrando nella funzione occupata fino alla nomina, quella di sostituto procuratore generale della Cassazione. Secondo Repubblica e il Corriere, poi, è vicino all’addio anche il capo del Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria (Dog) Gaetano Campo, unico tra i dirigenti scelti da Nordio a provenire dalla magistratura progressista (è un esponente della corrente di Magistratura democratica).

Il dipartimento di Birritteri, competente tra l’altro sulla cooperazione internazionale, è quello che ha gestito il caso di Osama Almasri, il generale libico arrestato in Italia su mandato della Corte penale internazionale, poi scarcerato e rimpatriato a spese del governo a causa del mancato intervento del ministero. Per la vicenda Nordio è indagato a Roma insieme alla premier Giorgia Meloni, al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e al sottosegretario con delega all’intelligence Alfredo Mantovano: l’accusa al Guardasigilli è di omissione di atti d’ufficio per non aver dato seguito al mandato della Corte penale, non chiedendo la convalida del fermo di Almasri né l’applicazione di una misura cautelare. Secondo i retroscena, gli uffici guidati da Birritteri avevano preparato una bozza di atto a questo scopo, che però il ministro non aveva voluto firmare.

Birritteri è il quinto dirigente apicale del ministero che lascia l’incarico durante il “regno” di Nordio. A febbraio dello scorso anno se n’era andato il capo di gabinetto Alberto Rizzo, insofferente nei confronti dello strapotere della sua vice Giusi Bartolozzi, ex deputata di Forza Italia poi promossa al suo posto. Pochi mesi dopo ecco l’addio di Maria Rosaria Covelli, nominata presidente della Corte d’Appello di Napoli. A ottobre è stato il turno di Vincenzo De Lisi, capo della Direzione generale dei sistemi informativi automatizzati, responsabile dello sviluppo del disastroso software “App” per il processo penale telematico: il suo successore non è stato nominato. Così come manca ancora il capo del Dap, il Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria, dopo le dimissioni di Giovanni Russo a dicembre: la promozione della vice Lina Di Domenico, scelta dal sottosegretario di Fratelli d’Italia Andrea Delmastro, è stata bloccata dall’opposizione del Quirinale.

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