Fotovoltaico, la potenza in Italia cresce ma ci sono alcuni aspetti da migliorare
Lo sviluppo del fotovoltaico rappresenta sicuramente una delle colonne portanti della produzione energetica non inquinante e quindi della transizione green. I numeri sono in crescita nel nostro Paese ma il report stilato da Italia solare, associazione dedicata a questo settore e alle integrazioni tecnologiche, mostra che il 2024 è contrassegnato da dati contrastanti che impongono delle riflessioni e lasciano aperte alcune sfide importanti per migliorare. Di questo abbiamo parlato con Paolo Rocco Viscontini, presidente di Italia Solare. Partiamo dal principio facendo un po’ di chiarezza: cos’è un impianto fotovoltaico e come funziona? «Un impianto fotovoltaico è un sistema che sfrutta l’energia solare per produrre elettricità. Funziona grazie a pannelli fotovoltaici che convertono la luce solare in energia elettrica attraverso l’effetto fotovoltaico. Il suo funzionamento si basa sull’uso di pannelli solari costituiti da celle fotovoltaiche, generalmente realizzate in silicio, che assorbono la luce del sole e generano una corrente elettrica continua. Questa energia, tuttavia, non è immediatamente utilizzabile per la maggior parte degli apparecchi elettrici, motivo per cui entra in gioco un dispositivo chiamato inverter. L’inverter ha il compito di convertire la corrente continua in corrente alternata, rendendola compatibile con la rete elettrica e con le esigenze domestiche o industriali. L’energia prodotta può essere impiegata immediatamente per l’autoconsumo, accumulata in batterie per un utilizzo successivo o immessa nella rete elettrica. Gli impianti fotovoltaici possono essere installati su tetti industriali ma anche residenziali, su terreni abbandonati o coltivati o su strutture dedicate e sono una delle migliori soluzioni per un futuro energetico sostenibile. L’installazione di un impianto fotovoltaico porta numerosi vantaggi, primo tra tutti quello economico. Infatti grazie alla produzione di energia elettrica generata da un impianto fotovoltaico, che quindi non richiede nessun tipo di combustibile se non il sole, si può ottenere un significativo risparmio sulle bollette, a questo si aggiunge la riduzione dell’impatto ambientale grazie all’utilizzo di una fonte rinnovabile e una maggiore indipendenza dai fornitori di energia tradizionale. Inoltre, molti governi incentivano l’adozione di questa tecnologia attraverso detrazioni fiscali e contributi economici, rendendola una scelta sempre più conveniente e sostenibile per il futuro». Perché il fotovoltaico è così importante nella transizione energetica? «La transizione energetica è il processo di trasformazione del sistema energetico globale, con l’obiettivo di sostituire le fonti di energia inquinanti con soluzioni a basse o zero emissioni di CO₂, contribuendo così a contrastare il cambiamento climatico. Il fotovoltaico è uno degli elementi chiave della transizione energetica perché è una tecnologia già presente, economicamente competitivo, affidabile e facilmente implementabile, richiede infatti tempi brevi per la costruzione di un impianto fotovoltaico. L’importanza del fotovoltaico risiede principalmente nella sua capacità di ridurre le emissioni di gas serra, poiché l’energia solare non produce CO₂ né altre sostanze inquinanti durante la fase di generazione. A differenza delle fonti fossili come carbone, petrolio e gas naturale, l’energia solare è inesauribile e disponibile in tutto il mondo, rendendo possibile una produzione energetica più equa e decentralizzata. Un altro aspetto fondamentale è la riduzione della dipendenza energetica. I paesi che investono nel fotovoltaico possono diminuire l’importazione di combustibili fossili, stabilizzando i costi dell’energia e migliorando la sicurezza energetica. Inoltre, la tecnologia fotovoltaica ha visto una rapida evoluzione negli ultimi anni, con un abbattimento dei costi e un miglioramento dell’efficienza dei pannelli, rendendola sempre più accessibile a famiglie, aziende e governi. Il fotovoltaico è anche una risorsa strategica per lo sviluppo di un sistema energetico distribuito e resiliente. Grazie alla possibilità di installare impianti su tetti, terreni e strutture esistenti, si possono creare reti intelligenti e sistemi di accumulo che garantiscono un approvvigionamento costante di energia, anche in caso di eventi climatici estremi o crisi energetiche. Infine, il settore fotovoltaico genera nuove opportunità economiche e occupazionali, favorendo lo sviluppo di industrie locali e creando posti di lavoro legati alla progettazione, installazione e manutenzione degli impianti. Tutti questi elementi rendono il fotovoltaico una tecnologia indispensabile per accelerare la transizione energetica e costruire un futuro più sostenibile ed ecologico». Paolo Rocco Viscontini, presidente di Italia Solare foto ufficio stampa Come va il mercato italiano e come si posiziona il nostro Paese rispetto al resto d’Europa? «Al 31 dicembre 2024, in base ai numeri elaborati da Italia Solare su dati Terna, in Italia risul

Lo sviluppo del fotovoltaico rappresenta sicuramente una delle colonne portanti della produzione energetica non inquinante e quindi della transizione green. I numeri sono in crescita nel nostro Paese ma il report stilato da Italia solare, associazione dedicata a questo settore e alle integrazioni tecnologiche, mostra che il 2024 è contrassegnato da dati contrastanti che impongono delle riflessioni e lasciano aperte alcune sfide importanti per migliorare. Di questo abbiamo parlato con Paolo Rocco Viscontini, presidente di Italia Solare.
Partiamo dal principio facendo un po’ di chiarezza: cos’è un impianto fotovoltaico e come funziona?
«Un impianto fotovoltaico è un sistema che sfrutta l’energia solare per produrre elettricità. Funziona grazie a pannelli fotovoltaici che convertono la luce solare in energia elettrica attraverso l’effetto fotovoltaico. Il suo funzionamento si basa sull’uso di pannelli solari costituiti da celle fotovoltaiche, generalmente realizzate in silicio, che assorbono la luce del sole e generano una corrente elettrica continua. Questa energia, tuttavia, non è immediatamente utilizzabile per la maggior parte degli apparecchi elettrici, motivo per cui entra in gioco un dispositivo chiamato inverter. L’inverter ha il compito di convertire la corrente continua in corrente alternata, rendendola compatibile con la rete elettrica e con le esigenze domestiche o industriali. L’energia prodotta può essere impiegata immediatamente per l’autoconsumo, accumulata in batterie per un utilizzo successivo o immessa nella rete elettrica. Gli impianti fotovoltaici possono essere installati su tetti industriali ma anche residenziali, su terreni abbandonati o coltivati o su strutture dedicate e sono una delle migliori soluzioni per un futuro energetico sostenibile. L’installazione di un impianto fotovoltaico porta numerosi vantaggi, primo tra tutti quello economico. Infatti grazie alla produzione di energia elettrica generata da un impianto fotovoltaico, che quindi non richiede nessun tipo di combustibile se non il sole, si può ottenere un significativo risparmio sulle bollette, a questo si aggiunge la riduzione dell’impatto ambientale grazie all’utilizzo di una fonte rinnovabile e una maggiore indipendenza dai fornitori di energia tradizionale. Inoltre, molti governi incentivano l’adozione di questa tecnologia attraverso detrazioni fiscali e contributi economici, rendendola una scelta sempre più conveniente e sostenibile per il futuro».
Perché il fotovoltaico è così importante nella transizione energetica?
«La transizione energetica è il processo di trasformazione del sistema energetico globale, con l’obiettivo di sostituire le fonti di energia inquinanti con soluzioni a basse o zero emissioni di CO₂, contribuendo così a contrastare il cambiamento climatico. Il fotovoltaico è uno degli elementi chiave della transizione energetica perché è una tecnologia già presente, economicamente competitivo, affidabile e facilmente implementabile, richiede infatti tempi brevi per la costruzione di un impianto fotovoltaico. L’importanza del fotovoltaico risiede principalmente nella sua capacità di ridurre le emissioni di gas serra, poiché l’energia solare non produce CO₂ né altre sostanze inquinanti durante la fase di generazione. A differenza delle fonti fossili come carbone, petrolio e gas naturale, l’energia solare è inesauribile e disponibile in tutto il mondo, rendendo possibile una produzione energetica più equa e decentralizzata. Un altro aspetto fondamentale è la riduzione della dipendenza energetica. I paesi che investono nel fotovoltaico possono diminuire l’importazione di combustibili fossili, stabilizzando i costi dell’energia e migliorando la sicurezza energetica. Inoltre, la tecnologia fotovoltaica ha visto una rapida evoluzione negli ultimi anni, con un abbattimento dei costi e un miglioramento dell’efficienza dei pannelli, rendendola sempre più accessibile a famiglie, aziende e governi. Il fotovoltaico è anche una risorsa strategica per lo sviluppo di un sistema energetico distribuito e resiliente. Grazie alla possibilità di installare impianti su tetti, terreni e strutture esistenti, si possono creare reti intelligenti e sistemi di accumulo che garantiscono un approvvigionamento costante di energia, anche in caso di eventi climatici estremi o crisi energetiche. Infine, il settore fotovoltaico genera nuove opportunità economiche e occupazionali, favorendo lo sviluppo di industrie locali e creando posti di lavoro legati alla progettazione, installazione e manutenzione degli impianti. Tutti questi elementi rendono il fotovoltaico una tecnologia indispensabile per accelerare la transizione energetica e costruire un futuro più sostenibile ed ecologico».

Paolo Rocco Viscontini, presidente di Italia Solare foto ufficio stampa
Come va il mercato italiano e come si posiziona il nostro Paese rispetto al resto d’Europa?
«Al 31 dicembre 2024, in base ai numeri elaborati da Italia Solare su dati Terna, in Italia risultano connessi 1.878.780 impianti fotovoltaici, per una potenza totale di 37,08 GW. La potenza connessa durante il 2024 è stata pari a 6,80 GW segnando un incremento del 30% rispetto al 2023. Nonostante tale crescita in termini di potenza, il numero di nuovi impianti connessi nell’anno è diminuito del 25%, attestandosi a 283.914 nuove installazioni. L’analisi dei dati mostra un’accelerazione nel segmento utility-scale durante il 2024, con una quota crescente di connessioni di grandi impianti, mentre il settore residenziale ha risentito dell’effetto della fine del Superbonus 110% della cessione del credito, che si è riflesso in un calo delle connessioni degli impianti domestici in modo più marcato nella seconda metà dell’anno passato. In termini di copertura della domanda, il fotovoltaico ha soddisfatto l’11,5% del fabbisogno energetico nazionale nel 2024. Nonostante questi progressi, l’Italia è ancora lontana dagli obiettivi del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) per il 2030, che prevedono una quota del 30% di energia da fonti rinnovabili. Nel 2024, l’Unione Europea ha registrato un nuovo record nell’installazione di impianti solari, aggiungendo 65,5 GW di nuova capacità fotovoltaica. Tuttavia, questo rappresenta una crescita annuale del 4%, significativamente inferiore al 53% registrato tra il 2022 e il 2023. Di conseguenza, la capacità solare totale dell’UE ha raggiunto 338 GW, quadruplicando rispetto agli 82 GW di un decennio fa. In questo contesto, l’Italia si posiziona come uno dei principali mercati europei per il fotovoltaico, con piani governativi che mirano a raggiungere una capacità installata di 79 GW entro il 2030».
Dal vostro recente report risulta quindi che il fotovoltaico italiano sta vivendo una fase di crescita solida, con un ruolo sempre più forte degli impianti di grande taglia. Si registra invece un calo delle installazioni residenziali. Come mai e come invertire la rotta?
«Il recente report di ITALIA SOLARE evidenzia una crescita significativa nel settore fotovoltaico italiano, trainata principalmente da impianti di grande taglia, mentre si osserva un calo nelle installazioni residenziali. Questo fenomeno è attribuito alla fine del Superbonus 110%, che di fatto ha creato una bolla di mercato e non ha invece contribuito a stabilizzare il settore. Come Italia Solare siamo convinti che lo sviluppo del fotovoltaico non debba dipendere agli incentivi, ma piuttosto è necessario puntare su strumenti complementari, come una maggiore semplificazione normativa, l’accesso agevolato al credito e misure di sostegno mirati per soluzioni integrate, come i sistemi di accumulo. Servono interventi strutturali che rendano il fotovoltaico una soluzione sempre più accessibile ed economicamente sostenibile per tutti. Inoltre, è fondamentale sensibilizzare le famiglie sui benefici economici e ambientali a lungo termine del fotovoltaico, evidenziando come rappresenti una scelta strategica anche in assenza di incentivi diretti. Sicuramente, in questo contesto, le comunità energetiche rinnovabili (CER) e i gruppi di autoconsumo collettivo rappresentano un’opportunità importante di sviluppo di impianti fotovoltaici di piccola e media taglia, permettendo a cittadini, aziende ed enti pubblici di condividere l’energia prodotta localmente. Tuttavia, perché vi sia piena applicazione di questi sistemi, gli iter burocratici devono essere ulteriormente semplificati e chiariti. Le procedure per la costituzione di una CER richiedono competenze tecniche e legali specifiche, che possono scoraggiare cittadini e piccole imprese dall’intraprendere tali iniziative. Inoltre, la mancanza di una conoscenza diffusa sul funzionamento e sui benefici delle CER limita l’interesse e la partecipazione della comunità. Una sostanziale stabilità, con una crescita marginale, è da ravvisare invece per il settore C&I. Questo segmento di mercato potrebbe crescere del 10-20%, soprattutto a causa dei prezzi dell’energia, ma anche dei diversi interventi messi a punto dal Ministero delle imprese e del made in Italy, che individuano nel fotovoltaico uno degli strumenti idonei a sostenere la competitività delle aziende in quanto contribuisce ad assicurare costi energetici più contenuti e stabili».
Quali sono le sfide aperte e gli aspetti da migliorare per continuare a far crescere il fotovoltaico in Italia?
«Nonostante la crescita del fotovoltaico in Italia, ci sono ancora diverse sfide aperte e aspetti da migliorare per sostenere il settore e accelerare la transizione energetica. Uno dei principali ostacoli è la complessità e i tempi estremamente lunghi delle procedure burocratiche, soprattutto per gli impianti di grande taglia. Ottenere le autorizzazioni può richiedere anni, rallentando lo sviluppo di nuovi progetti. Una semplificazione normativa e una maggiore digitalizzazione dei processi amministrativi potrebbero ridurre questi tempi. Il tema delle connessioni e della saturazione della rete resta un nodo cruciale per lo sviluppo del fotovoltaico in Italia, serve una revisione del sistema per evitare che vi siano richieste con un numero di GW dell’ordine di due zeri superiore al target che dobbiamo raggiungere al 2023. Parallelamente è necessario investire sull’infrastruttura della rete elettrica che non è ancora adeguata a gestire l’aumento della produzione da fonti rinnovabili, soprattutto in alcune aree del Paese. È necessario potenziare le reti di trasmissione e distribuzione, oltre che sviluppare di sistemi di accumulo energetico (batterie e impianti di stoccaggio) per garantire una fornitura stabile. I sistemi di accumulo e il loro rapporto con gli impianti fotovoltaici saranno oggetto della prima tappa del Tour 2025 che si svolgerà il 21 marzo a Lamezia Terme. Altro tema è il consenso e l’accettabilità sociale. Mentre gli impianti su tetti e superfici già urbanizzate trovano ampio consenso, quelli di grande taglia su terreni agricoli incontrano spesso opposizione da parte delle comunità locali e delle associazioni ambientaliste. È importante identificare in tempi brevi le aree idonee per permettere la realizzazione di impianti fotovoltaici a terra che sono di fatto quelli che permettono il reale abbattimento dei costi dell’energia elettrica. Parallelamente è necessario sviluppare strategie per riuscire a integrare il fotovoltaico con la produzione agricola permettendo uno sviluppo sinergico di entrambe le attività. È necessario lavorare anche sulla comunicazione soprattutto per i media generalisti, dove si riscontra parecchia disinformazione che, aggiunta alle informazioni distorte della politica, sta sortendo effetti negativi a livello di percezione e di opinione pubblica, portando a volte a esiti paradossali, come il sostanziale blocco del fotovoltaico in Sardegna. Con la crescita del settore, c’è un’elevata richiesta di tecnici specializzati per l’installazione e la manutenzione degli impianti. Investire nella formazione professionale e in programmi di riqualificazione per lavoratori provenienti da altri settori può contribuire a colmare il gap di competenze e ITALIA SOLARE supporta i propri associati nel trovare opportunità di crescita professionale e di formazione oltre che webinar e convegni tematici».
Quali sono le vostre previsioni per il 2025 ma anche per il futuro?
«L’Italia si appresta a vivere un anno di ulteriore crescita delle nuove installazioni fotovoltaiche. Questo per via della pipeline di grandi impianti già pronti a essere costruiti e del persistente interesse per gli impianti a servizio delle imprese, sostenuto anche da diverse misure. Nel 2025 dovrebbe continuare il trend iniziato nel 2021, quando si è installato poco meno di 1 GW: nel 2022 l’Italia ha installato nuova capacità per 2,5 GW, nel 2023 circa 5,2 e 6,1 nel 2024. Nel 2025 assisteremo ancora a un anno di consolidamento con un installato di circa 6-7 GW. Ci sono molti impianti che verranno realizzati perché a oggi sono ready-to-build e ci sono diversi strumenti che possono motivarne la costruzione: partecipazione al mercato, PPA, energy release, FerX transitorio, in attesa poi di quello definitivo».
L’Europa sta facendo abbastanza o serve di più per favorire la transizione energetica di cui tanto si parla?
«L’Europa ha compiuto passi significativi nella transizione energetica, ma secondo molti esperti e analisti del settore, non sta ancora facendo abbastanza per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione entro il 2030 e il 2050. Negli ultimi anni l’Unione Europea ha adottato strategie importanti come il Green Deal europeo, che mira a rendere il continente climaticamente neutro entro il 2050, e il piano REPowerEU, introdotto per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili russi e accelerare lo sviluppo delle rinnovabili. Queste iniziative hanno portato a un incremento degli investimenti in energia solare, eolica e idrogeno verde. Degno di nota il Net-Zero Industry Act, una normativa dell’Unione Europea finalizzata a promuovere la produzione interna di tecnologie a zero emissioni nette, tra cui i moduli fotovoltaici. L’obiettivo principale è raggiungere, entro il 2030, una capacità produttiva interna pari al 40% del fabbisogno annuale dell’UE per queste tecnologie, riducendo la dipendenza dalle importazioni e rafforzando la competitività industriale europea. Per facilitare questo sviluppo, la legge prevede la creazione di “Zone di accelerazione a zero emissioni nette”, dove le procedure di autorizzazione per nuovi impianti produttivi saranno semplificate e accelerate. Inoltre, saranno introdotti criteri di sostenibilità e resilienza nelle procedure di appalto pubblico e nelle aste per le energie rinnovabili, al fine di promuovere l’adozione di tecnologie pulite prodotte localmente».
Tuttavia, e inevitabilmente, conclude il presidente, ci sono ancora diversi temi da affrontare, tra questi la necessità di un’infrastruttura energetica maggiormente interconnessa, ma soprattutto più flessibile. La rete elettrica europea deve essere potenziata per gestire l’intermittenza delle fonti rinnovabili e favorire l’integrazione tra i vari paesi. Senza investimenti adeguati in reti intelligenti, sistemi di accumulo e interconnessioni tra stati, l’energia pulita rischia di non essere utilizzata al massimo del suo potenziale.
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