Coldiretti, nel 2024 aumentano del 30% le allerte alimentari
Aumentano del 30% le allerte alimentari legate a frutta e verdura di origini straniere nel 2024, segnando un preoccupante record di 165 casi contro i 115 dell’anno precedente. I dati sono stati resi noti da Coldiretti secondo cui a causare questi allarmi è stata la presenza di sostanze pericolose, come pesticidi oltre i limiti consentiti, aflatossine, batteri e metalli pesanti, che hanno spinto le autorità a bloccare i prodotti in ingresso. Nel mirino sono finiti kiwi argentini, cachi spagnoli, pistacchi iraniani e turchi, funghi cinesi e mirtilli tedeschi. Mentre alcuni Paesi europei, e in particolare quelli extra-UE, consentono l’uso di pesticidi più forti e in quantità maggiori rispetto al nostro Paese, gli agricoltori italiani sono soggetti a regole più severe visto che l’uso dei fitofarmaci in Italia è stato ridotto del 50% negli ultimi 30 anni proprio per rispondere alle normative ambientali e sanitarie più stringenti. Ma le differenze nelle normative sui fitofarmaci, che in alcuni paesi non sono appunto così rigide, e i bassi costi di produzione e manodopera, creano una concorrenza sleale verso i produttori italiani. A questo proposito la Coldiretti insiste sull’importanza di adottare le stesse regole in tutti i Paesi per competere in modo equo e soprattutto tutelando la salute di tutti. L'articolo Coldiretti, nel 2024 aumentano del 30% le allerte alimentari proviene da Business24tv.it. Coldiretti, nel 2024 aumentano del 30% le allerte alimentari

Aumentano del 30% le allerte alimentari legate a frutta e verdura di origini straniere nel 2024, segnando un preoccupante record di 165 casi contro i 115 dell’anno precedente. I dati sono stati resi noti da Coldiretti secondo cui a causare questi allarmi è stata la presenza di sostanze pericolose, come pesticidi oltre i limiti consentiti, aflatossine, batteri e metalli pesanti, che hanno spinto le autorità a bloccare i prodotti in ingresso.
Nel mirino sono finiti kiwi argentini, cachi spagnoli, pistacchi iraniani e turchi, funghi cinesi e mirtilli tedeschi.
Mentre alcuni Paesi europei, e in particolare quelli extra-UE, consentono l’uso di pesticidi più forti e in quantità maggiori rispetto al nostro Paese, gli agricoltori italiani sono soggetti a regole più severe visto che l’uso dei fitofarmaci in Italia è stato ridotto del 50% negli ultimi 30 anni proprio per rispondere alle normative ambientali e sanitarie più stringenti.
Ma le differenze nelle normative sui fitofarmaci, che in alcuni paesi non sono appunto così rigide, e i bassi costi di produzione e manodopera, creano una concorrenza sleale verso i produttori italiani. A questo proposito la Coldiretti insiste sull’importanza di adottare le stesse regole in tutti i Paesi per competere in modo equo e soprattutto tutelando la salute di tutti.
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