Ferrari, bilanciamento troppo delicato: cosa non funziona sulla SF-25
Ferrari indecifrabile a Miami. È un po’ questa la sensazione della Rossa nella qualifica valevole per la consueta gara domenicale. Una vettura molto difficile da comprendere sulla quale, oramai, gli aggettivi si sprecano. La brutta figura è servita: dodicesima piazza per Hamilton, nemmeno capace di entrare in Q3, solo ottavo posto per Leclerc, autore di […]

Ferrari indecifrabile a Miami. È un po’ questa la sensazione della Rossa nella qualifica valevole per la consueta gara domenicale. Una vettura molto difficile da comprendere sulla quale, oramai, gli aggettivi si sprecano. La brutta figura è servita: dodicesima piazza per Hamilton, nemmeno capace di entrare in Q3, solo ottavo posto per Leclerc, autore di una prestazione a livello personale ottima che però non è affatto sufficiente per coprire i tanti difetti una vettura scarsa.
Ferrari non sa gestire la SF-25
Una giornata giornata molto complicata, che purtroppo riflette in modo molto chiaro lo stato attuale della SF-25. Le speranze erano riposte nella gestione delle mescole, che poteva dare un vantaggio alla Rossa, come di fatto lo sta dando anche alla Mercedes, almeno in parte. Tuttavia la vettura osservata era appunto indecifrabile: a tratti sottosterzante e sovrasterzante. Nel medio-veloce si sono viste diverse difficoltà nel raggiungere l’apice: una carenza di rotazione che rimane cronica.
In uscita, poi, si è spesso assistito a sovrasterzo, dovuto all’utilizzo di un maggior angolo volante, condizione naturale una volta che si ha tanto sottosterzo. Nei cambi di direzione, la SF-25 si è ritrovata spesso a essere instabile. In percentuale, parte del gap odierno è dovuto all’handling, ma c’è anche una componente importante legata alla gestione gomme, che di conseguenza è mancata.
Tutti hanno avuto problemi da questo punto di vista, trovando poca consistenza durante il giro. Motivo per cui, ad esempio, Russell ha avuto pochissima fiducia nella vettura.In generale, Ferrari fatica troppo su questo tipo di tracciati, in cui ci sono varie tipologie di curve: un problema non da poco. Abbassare la vettura è sempre un tema delicato che devono cercare di aggirare durante il weekend.
Già nella giornata di ieri si era stravolto il setup, e probabilmente sono dovuti tornare ad adottare soluzioni più estreme, che alla fine non si rivelano particolarmente fruttuose. A livello di aderenza, ci sono due punti in cui si accumula tutto il distacco di Leclerc:
– la frenata di curva 1, in cui arrivano palesemente con le anteriori non pronte;
– e tutto il tratto più lento della pista, dove arrivano a perdere addirittura 4 decimi.
GP Miami 2025, McLaren sa e può ottimizzare l’assetto
Guardando gli on-board della McLaren, si percepisce subito quanto più grip riesca a generare nell’arco della tornata. Nel veloce, ovviamente, hanno un vantaggio di carico che permette loro di massimizzare la velocità a centro curva, similmente alla Red Bull. Due vetture che guadagnano in tutto il primo tratto, dove il tanto carico fa comodo. A livello di handling, non era neanche il tratto peggiore per la Ferrari.
Vettura che faticava molto di più nel medio e soprattutto nel lento, dove era molto instabile. Ancora una volta, l’ottimizzazione del veloce – in cui di base sono più deboli – riesce meglio. Mentre nel lento non riescono a trovare grip. Anche la McLaren ha avuto qualche problema nei tratti guidati, specie all’ingresso. Tutta in trazione recuperavano, ed è proprio su questo punto che hanno costruito il loro vantaggio.
La chiave è stata anche quella di contenere il distacco nei rettilinei, in cui sappiamo che la Red Bull è molto forte. La MCL39 resta una monoposto più lenta, ma si sono viste minori differenze rispetto a Jeddah, complice anche la natura dei rettilinei, molto più corti ovviamente.
Mercedes sa usare le gomme solo con Antonelli
La prestazione della Mercedes è stata invece dettata dall’utilizzo delle gomme. Russell ha avuto molti più problemi di Antonelli, che è stato bravissimo nel gestire la mescola – a differenza delle gare passate, in cui perdeva quei 2 decimi sul compagno di squadra nelle fasi di percorrenza, proprio per un utilizzo meno efficace degli pneumatici non avendo lo stesso grip dell’inglese.
Per entrambi, il problema maggiore era senza dubbio il primo settore della pista statunitense, in cui le gomme erano spesso lontane dalla temperatura target. Durante la qualifica hanno provato a cambiare un po’ l’outlap, riuscendo ad avere la gomma perfetta per curva 1, ma poi nel T2 soffrivano tantissimo di overheating. George si è lamentato direttamente di questo fattore via radio.
Autori: Zander Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich
Immagini: Scuderia Ferrari – F1TV