F1 | Il regolamento tecnico del 2022 è stato un fallimento: perchè?

La gara del Giappone conferma la tesi di un regolamento tecnico del 2022 che non ha raggiunto il suo obiettivo. Ma è stato davvero un fallimento? Il Gran Premio del Giappone, così come le due precedenti tappe del campionato 2025 di Formula 1 (l’ultimo con ... Leggi tutto L'articolo F1 | Il regolamento tecnico del 2022 è stato un fallimento: perchè? proviene da F1ingenerale.

Apr 7, 2025 - 21:47
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F1 | Il regolamento tecnico del 2022 è stato un fallimento: perchè?

La gara del Giappone conferma la tesi di un regolamento tecnico del 2022 che non ha raggiunto il suo obiettivo. Ma è stato davvero un fallimento?

Il Gran Premio del Giappone, così come le due precedenti tappe del campionato 2025 di Formula 1 (l’ultimo con il regolamento tecnico introdotto nel 2022) si è rivelato, ancora una volta, privo di emozioni. Le parole di Carlos Sainz al termine della gara, quando ha paragonato il tracciato di Suzuka a quello di Montecarlo per l’impossibilità di effettuare sorpassi, dovrebbero far riflettere. I sorpassi sono stati pochissimi, ma ciò che è accaduto a Suzuka non è un caso isolato. Le variabili che influenzano un Gran Premio sono molteplici: le gomme giocano un ruolo sempre più centrale, così come i layout dei circuiti, il grip dell’asfalto, le direttive tecniche e gli ampi divari tra i team. Tuttavia, alla base di tutto resta un problema fondamentale: le monoposto.

Il regolamento 2022 ha fallito?

Quando è stato introdotto il regolamento del 2022, l’obiettivo era chiaro: permettere ai piloti di seguirsi più da vicino e aumentare le possibilità di sorpasso, riducendo la sensibilità all’aria sporca generata dalle vetture che precedono. Le vetture del 2022, infatti, semplificate nelle forme e progettate per generare la maggior parte del carico aerodinamico tramite l’effetto suolo attraverso il fondo, avrebbero dovuto rilasciare una scia d’aria più pulita e meno turbolenta rispetto al passato.

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Confronto tra la scia d’aria rilasciata da una vettura di generazione attuale e una di generazione precedente.

Ma la domanda sorge spontanea: la FIA è riuscita davvero nel suo intento? La risposta, almeno oggi, è negativa. Eppure, all’inizio di questa nuova era regolamentare, si era notato un leggero miglioramento. Tuttavia, con il passare delle stagioni, lo spettacolo in pista è andato progressivamente scemando. Come mai?

La risposta è da cercare nell’evoluzione tecnica. Le vetture sono migliorate in modo esponenziale in termini di prestazione rispetto al 2022, e con esse è cresciuta anche la loro dipendenza dall’aerodinamica. Di conseguenza, l’aria pulita è diventata sempre più essenziale per il corretto funzionamento delle appendici aerodinamiche. Quando una monoposto si trova nella scia di un’altra, entra in una zona di aria turbolenta che compromette l’efficienza aerodinamica, riducendo la spinta verticale e, quindi, la velocità in curva. Questo provoca uno stress maggiore sugli pneumatici, che iniziano a degradarsi più rapidamente per via dell’assenza di grip aerodinamico. Quindi, più una vettura è performante e aerodinamicamente efficiente, più soffre quando viene privata di aria pulita.

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Foto: Ferrari

La sfida della Formula 1

Purtroppo, questo resterà un limite permanente della Formula 1: a certe velocità, la scia sarà sempre presente, e per quanto si possa lavorare per ridurre la sensibilità all’aria sporca, non sarà mai possibile eliminarne del tutto gli effetti. È un paradosso che rende affascinante ma anche problematico questo sport. Le monoposto sono estremamente complesse, e dietro ogni vettura ci sono ingegneri che portano al limite le proprie conoscenze, trovando spesso zone grigie nei regolamenti. Proprio queste zone grigie hanno permesso ai team di introdurre soluzioni perfettamente legali, ma in contrasto con lo spirito del regolamento FIA, ampliando così il divario prestazionale tra le squadre e costringendo la federazione a continui aggiornamenti del regolamento tecnico.

Il problema risiede nel fatto che, sfruttando le zone grigie del regolamento, i tecnici sono riusciti ad emulare concetti banditi dal nuovo regolamento, come ad esempio l’uso dei vortici aerodinamici, che dal 2022 sono stati ridotti al minimo per pulire la scia dell’aria.

Il futuro della Formula 1

Come detto, le Formula 1 sono il risultato delle menti geniali degli ingegneri, che estremizzano ogni concetto possibile, rendendo così la Formula 1 la categoria più affascinante. Per questo motivo, una possibile soluzione potrebbe essere l’imposizione di una buona parte delle componenti in comune per tutti i team, ma ciò rappresenterebbe un danno enorme per uno sport che ha fatto dell’innovazione e della sperimentazione i suoi punti di forza.

Negli ultimi anni si è parlato a lungo di questi problemi e delle possibili soluzioni: le criticità delle vetture attuali sono ben note e tutt’altro che poche. Anche la FIA è intervenuta, elaborando un nuovo regolamento tecnico in vista del 2026. Tuttavia, solo quando vedremo le nuove monoposto in pista potremo davvero valutare l’efficacia di queste scelte, che al momento sollevano ancora molti interrogativi. L’idea alla base del regolamento 2022 non era del tutto sbagliata, ma è stata probabilmente mal gestita e, alla luce dei risultati ottenuti, si può oggi considerare un’occasione mancata, se non un vero e proprio fallimento.

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F1 2026 e 2025 a confronto

Questo non significa che nel 2025 mancheranno gare emozionanti: ci saranno, così come ce ne sono state nelle passate stagioni. A volte grazie a circuiti favorevoli, altre volte grazie a imprevisti, incidenti o situazioni imprevedibili. Tuttavia, la Formula 1 non può e non deve affidarsi e sperare solo in determinati fattori esterni per garantire spettacolo.

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