F1 | Ferrari, obiettivi al ribasso? Vigna ora punta ai podi!

Le parole pronunciate ieri da Benedetto Vigna, Amministratore Delegato di Ferrari, durante l’annuale assemblea degli azionisti ad Amsterdam, risuonano con un eco particolare, quasi stridente. Destinate primariamente a rassicurare gli investitori sulla solidità e le ambizioni del marchio, le dichiarazioni sulla Scuderia appaiono, ad un’analisi più attenta e disincantata, come un esercizio di equilibrismo retorico […] L'articolo F1 | Ferrari, obiettivi al ribasso? Vigna ora punta ai podi! proviene da F1Sport.it.

Apr 17, 2025 - 13:59
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F1 | Ferrari, obiettivi al ribasso? Vigna ora punta ai podi!

Le parole pronunciate ieri da Benedetto Vigna, Amministratore Delegato di Ferrari, durante l’annuale assemblea degli azionisti ad Amsterdam, risuonano con un eco particolare, quasi stridente. Destinate primariamente a rassicurare gli investitori sulla solidità e le ambizioni del marchio, le dichiarazioni sulla Scuderia appaiono, ad un’analisi più attenta e disincantata, come un esercizio di equilibrismo retorico che fatica a celare le profonde difficoltà che attanagliano la Gestione Sportiva in questo avvio di stagione 2025.

Vigna ha parlato di un team “più concentrato che mai”, animato da “motivazione instancabile” e focalizzato sulla “lotta per podi e vittorie”. Formule impeccabili per un consenso finanziario, ma che suonano quasi surreali se calate nella cruda realtà di una SF-25 che, nelle prime uscite stagionali, ha mostrato preoccupanti lacune prestazionali, relegando la coppia stellare Hamilton-Leclerc a un ruolo da comprimaria rispetto ai battistrada (siano essi McLaren, Mercedes o Red Bull, a seconda del tracciato).

Il punto nevralgico, per chi vive e analizza la Formula 1 al di là dei comunicati stampa, risiede proprio qui: sentir parlare l’AD di “podi e vittorie” come obiettivo corrente stride fortemente con i proclami ben più altisonanti della vigilia. Ricordiamo tutti come, solo pochi mesi fa, l’asticella fosse stata posta dichiaratamente sulla conquista di almeno uno dei due titoli iridati. Un’ambizione legittima, quasi doverosa, per un team del blasone Ferrari, rinvigorito dall’arrivo epocale di Lewis Hamilton ma soprattutto quasi obbligato a far bene dopo anni di digiuni e delusioni continue. Parlare oggi, dopo una manciata di Gran Premi deludenti, di “lottare per podi e vittorie” assomiglia pericolosamente a un ridimensionamento degli obiettivi, quasi un’inconscia ammissione che le velleità iridate sono, allo stato attuale, un miraggio lontano.

Viene da chiedersi se la “concentrazione” e la “motivazione” menzionate da Vigna siano sufficienti a colmare un gap tecnico che appare, al momento, significativo. I progressi citati dall’AD – indubbiamente presenti rispetto a determinati momenti del passato – non sembrano tradursi in quella competitività assoluta necessaria per sfidare costantemente i vertici. La “crisi nera” che la Ferrari sta attraversando non è fatta solo di numeri in classifica, ma di un palpabile scollamento tra le aspettative generate (anche dalla dirigenza) e la performance espressa in pista.

È lecito interpretare le parole di Vigna come una necessaria iniezione di fiducia rivolta all’interno e agli stakeholder, un tentativo di serrare le fila in un momento delicato. Tuttavia, per l’audience più smaliziata del motorsport, quella che analizza telemetrie e linguaggio del corpo nei box (e, si, anche le facce; se avete ascoltato le recenti puntate di Pit Talk sapete a cosa ci stiamo riferendo), queste dichiarazioni rischiano di apparire come una narrativa quasi edulcorata, distante dalla brutale onestà richiesta per affrontare e risolvere problemi tecnici e strategici complessi.

Il mantra del “tenere i piedi per terra”, anch’esso evocato, suona più come un invito al pragmatismo forzato, quasi una forma di rassegnazione mascherata o una strategia deliberata di basso profilo in attesa di tempi migliori. Resta da capire se dietro la facciata della determinazione ostentata da Vigna si celi un piano concreto e rapido per invertire la rotta, o se ci si stia preparando a una stagione ben più lunga e sofferta di quanto l’arrivo di Hamilton avesse lasciato presagire. La speranza dei tifosi, e l’aspettativa degli addetti ai lavori, è che le parole dell’AD non rimangano solo un’eco lontana dai muretti dei box.

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