Ezio Bosso: il ricordo di un uomo capace di raddrizzare le giornate più storte

Il 15 maggio 2020 ci lasciava il Maestro Ezio Bosso e noi, cinque anni dopo, lo ricordiamo con alcune delle sue più celebri frasi… e un ricordo speciale! IL RICORDO DI EZIO BOSSO Cos’è la morte? Io credo sia solo un cambio di indirizzo cosmico. E quando il Maestro Ezio Bosso ha cambiato definitivamente “residenza“, […] L'articolo Ezio Bosso: il ricordo di un uomo capace di raddrizzare le giornate più storte proviene da All Music Italia.

Mag 15, 2025 - 01:58
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Ezio Bosso: il ricordo di un uomo capace di raddrizzare le giornate più storte

Il 15 maggio 2020 ci lasciava il Maestro Ezio Bosso e noi, cinque anni dopo, lo ricordiamo con alcune delle sue più celebri frasi… e un ricordo speciale!

IL RICORDO DI EZIO BOSSO

Cos’è la morte? Io credo sia solo un cambio di indirizzo cosmico. E quando il Maestro Ezio Bosso ha cambiato definitivamente “residenza“, io c’ero. Vivevo ancora lì, nella sua Bologna.

Ricordo benissimo quel profondo senso di gratitudine che, in pochi minuti, trasformò le lacrime in un sorriso. Perché Ezio Bosso aveva la straordinaria capacità di raddrizzare anche le giornate più storte.

“Io non ti so dire se sono felice, però ti so dire che tengo stretti i momenti di felicità, che li vivo fino in fondo, fino alle lacrime. Sono una persona normale.

Ho una filosofia: legarmi ai momenti felici, perché sono quelli che poi ti serviranno da maniglia per ritirarti su quando sei nel letto e non riesci ad alzarti”.

Così Ezio Bosso – compositore, direttore d’orchestra e pianista – aveva risposto ad un giornalista qualche mese prima dell’inchino finale. Nessuna ipocrisia. Lui era fatto così.

Ricordo ancora il nostro primo incontro, sotto i portici di Bologna. Lo fermai, una sera, mentre passeggiava con uno dei suoi amatissimi cani. Ero in ritardo, dovevo correre in radio, ma qualcosa mi convinse a fermarmi.

Gli chiesi come stava, e ricordo che la sua risposta mi spiazzò. Ma ciò che più mi colpì fu il suo essere sensibilmente interessato a sapere come stavo io. Frequentavo ancora l’università, e lui volle sapere cosa studiassi. Poi, parlammo un po’ di musica, lo ringraziai e gli chiesi una foto.

Lo incontrai poi svariate volte, ma quella sotto i portici restò la nostra ultima vera chiacchierata.

EZIO BOSSO: “Sono in ogni nota che ho curato

“Ho smesso di domandarmi perché. Ogni problema è un’opportunità. La musica è una fortuna ed è la nostra vera terapia“.

Come una fenice, Ezio Bosso aveva imparato a rialzarsi dopo ogni caduta. Non dava mai troppa retta al dolore. Amava la vita, ne era follemente innamorato e, proprio per questo, non aveva mai permesso alla malattia di impedirgli di suonare e di dirigere.

Insomma, attraverso la musica, era riuscito a convertire la tristezza in bellezza. Proprio lui che la bellezza sapeva vederla anche dove gli altri non riuscivano a scorgerla.

“Ho avuto una vita meravigliosa. Me lo dico sempre. Avere una vita meravigliosa vuol dire aver dato e amato tanto”.

E l’amore resta, caro Ezio!
Così come resta la gratitudine… e la sensazione che tu non te ne sia mai andato veramente.

Sono in ogni nota che ho curato. Esisto in ogni nota insieme alle mie sorelle e fratelli, figli o nipoti. Sono ogni nota studiata, suonata, donata e amata, perché non c’è nota che non ami e che non abbia amato”.

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