Evergreen, multimanager e secondari: la strategia di Amundi per rafforzarsi negli alternativi

"Il nostro punto di forza è il mid-market. Ci sono meno società di gestione che competono in questo segmento perché sono troppo grandi. La nostra dimensione ci conferisce agilità", afferma Nathanael Benzaken, responsabile di Amundi Alternatives and Real Assets. L'articolo Evergreen, multimanager e secondari: la strategia di Amundi per rafforzarsi negli alternativi proviene da FundsPeople Italia.

Mar 3, 2025 - 10:49
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Evergreen, multimanager e secondari: la strategia di Amundi per rafforzarsi negli alternativi

Negli ultimi anni, gli investimenti alternativi sono diventati il fulcro del business per molte grandi società di gestione internazionali. Per Nathanael Benzaken, la concorrenza è sana e necessaria. "La interpreto in modo positivo, è una conferma che la tesi di investimento è valida. Se non ci fosse una reale opportunità negli alternativi, non ci sarebbero così tante società interessate a sviluppare la propria offerta", spiega il responsabile di Amundi Alternatives and Real Assets (ARA).

Inoltre, Benzaken ritiene che la società di gestione francese offra qualcosa di diverso. “Il nostro punto di forza è il mid-market. Ci sono meno società di gestione che competono in questo segmento perché sono troppo grandi. La nostra dimensione ci conferisce agilità”, sottolinea.

Per Amundi, gli alternativi comprendono un’ampia gamma di strategie, dai fondi hedge in formato UCITS ai mercati privati, che includono real estate, private equity, private debt, infrastrutture focalizzate sulla transizione energetica, oltre a soluzioni multimanager. Qualche anno fa, la società ha riunito l’intero business degli alternativi, sia liquidi che illiquidi, sotto l’unica piattaforma Amundi Alternatives and Real Assets.

Un doppio ruolo per l’investitore

Questa visione olistica è in linea con l’evoluzione del pensiero degli investitori. “Il cliente oggi costruisce il proprio portafoglio attraverso un’allocazione strategica degli asset, combinando alternativi liquidi e illiquidi. Non vede più il mondo degli alternativi come compartimenti separati, ma come un continuum”, spiega il manager.

All’interno di questa allocazione strategica, gli alternativi svolgono un doppio ruolo: da un lato, diversificano rispetto alle asset class tradizionali; dall’altro, offrono un canale alternativo di rendimento, sia attraverso hedge fund non direzionali, sia tramite investimenti in asset privati che sfruttano il premio di illiquidità.

La visione di Benzaken evidenzia l’approccio distintivo della società di gestione francese. “Il nostro punto di forza è il mid-market. Poche società competono in questo segmento perché sono troppo grandi, mentre la nostra dimensione ci garantisce maggiore agilità”, afferma.

Per Amundi, gli alternativi abbracciano un’ampia gamma di strategie, dai fondi hedge in formato UCITS ai mercati privati, che comprendono real estate, private equity, private debt, infrastrutture legate alla transizione energetica, oltre a soluzioni multimanager. Negli ultimi anni, la società ha integrato tutto il business degli alternativi, sia liquidi che illiquidi, all’interno di un’unica piattaforma: Amundi Alternatives and Real Assets.

Il doppio ruolo degli alternativi per gli investitori

Questa prospettiva olistica riflette il cambiamento nel modo in cui gli investitori strutturano i loro portafogli. “Oggi i clienti ragionano in termini di allocazione strategica degli asset, combinando alternativi liquidi e illiquidi. Non li considerano più compartimenti stagni, ma parte di un continuum”, spiega il manager.

All’interno di questa allocazione, gli alternativi assumono un duplice ruolo: da un lato, offrono diversificazione rispetto alle asset class tradizionali; dall’altro, rappresentano una fonte alternativa di rendimento, sia attraverso hedge fund non direzionali, sia tramite investimenti in asset privati che sfruttano il premio di illiquidità.

È un approccio all’investimento che, secondo Benzaken, ha perfettamente senso nel ciclo attuale. I mercati tradizionali hanno registrato un forte recupero dopo la pandemia, una serie di conflitti geopolitici, un periodo di iperinflazione nei paesi sviluppati e dislocazioni nelle catene di approvvigionamento, che ora si stanno gradualmente normalizzando. “C’è valore nell’essere lunghi su azioni e obbligazioni, ma è fondamentale diversificare e cercare fonti alternative di alpha”, sottolinea il manager.

La regolamentazione come catalizzatore

Anche il quadro normativo gioca a favore delle società di gestione. La Francia ha approvato lo scorso anno la Loi Industrie Verte (legge sull’industria verde), che tra le varie misure prevede un obiettivo specifico per indirizzare gli investimenti delle polizze vita profilate francesi (contrats d'assurance-vie) verso asset privati, tra cui private equity, private debt e infrastrutture. L’obiettivo è canalizzare più capitale nella trasformazione industriale e tecnologica del Paese, con particolare attenzione ai settori chiave per la decarbonizzazione. “Osserviamo tendenze simili nel Regno Unito, nei Paesi Bassi, in Svizzera e in Giappone… È un’onda inarrestabile”, commenta Benzaken.

L’offerta multimanager come leva strategica per gli investitori istituzionali

Uno dei principali driver di crescita di Amundi nel settore degli alternativi è il segmento multimanager, che è diventato la seconda linea di business più rilevante in questo ambito. Dei 71 miliardi di euro che Amundi gestisce negli alternativi, 20 miliardi sono allocati in soluzioni di investimento multimanager.

E la società di gestione francese vede ancora un forte potenziale di crescita. Lo scorso anno ha acquisito e integrato la società svizzera specializzata Alpha Associates per rafforzare la divisione multimanager, Amundi Alpha, con l’obiettivo di potenziare la propria offerta per clienti istituzionali e distributori. “Il nostro obiettivo è offrire ai clienti accesso ai migliori General Partner”, spiega Benzaken.

Evergreen per il segmento wealth

Per quanto riguarda la strategia dedicata al segmento wealth, l’attenzione è rivolta ai veicoli evergreen. “Per la clientela di private banking, il nostro obiettivo è offrire soluzioni di qualità istituzionale con un formato aperto, adattabile alle loro esigenze”, afferma Benzaken.

Per raggiungere tale obiettivo, Amundi ha recentemente lanciato un ELTIF 2.0 per investitori retail con un approccio multi-strategy (private equity, infrastrutture e private debt) e sta pianificando il lancio di un fondo evergreen di private equity globale per investitori istituzionali, strutturato come UCI Parte 2.

Un elemento chiave nello sviluppo dei fondi evergreen è l’accesso al mercato secondario e ai co-investmenti. Per Benzaken, è fondamentale analizzare i nuovi motori che stanno trasformando il mercato dei secondari. Storicamente, il mercato secondario si è basato sull’acquisto scontato di posizioni LP liquidate anticipatamente per esigenze specifiche. Oggi, tuttavia, le opportunità emergono sempre più spesso tramite i General Partner (GP). “Non è che i GP vogliano disfarsi degli asset. Al contrario, cercano più capitale per proseguire gli investimenti. Sono la vera gemma del mercato secondario, perché si tratta di asset maturi e performanti”, osserva Benzaken.

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