Eurozona: l’inflazione frena ma non si arrende. E ora la Bce prepara le forbici sui tassi

L’inflazione nell’Eurozona si mantiene stabile, ma i mercati guardano già oltre: alla prossima mossa della Bce e agli effetti delle nuove tensioni commerciali con gli Stati Uniti. Ad aprile, secondo i dati preliminari di Eurostat, il carovita ha registrato un incremento annuo del 2,2%, lo stesso livello di marzo, ma leggermente sopra le previsioni (2,1%). […] L'articolo Eurozona: l’inflazione frena ma non si arrende. E ora la Bce prepara le forbici sui tassi proviene da Economy Magazine.

Mag 2, 2025 - 12:09
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Eurozona: l’inflazione frena ma non si arrende. E ora la Bce prepara le forbici sui tassi

L’inflazione nell’Eurozona si mantiene stabile, ma i mercati guardano già oltre: alla prossima mossa della Bce e agli effetti delle nuove tensioni commerciali con gli Stati Uniti. Ad aprile, secondo i dati preliminari di Eurostat, il carovita ha registrato un incremento annuo del 2,2%, lo stesso livello di marzo, ma leggermente sopra le previsioni (2,1%).

I numeri

Il dato core – che esclude energia e alimentari – ha però sorpreso con un’accelerazione al 2,7% (dal 2,4%). A spingere in alto i prezzi è stato in buona parte l’effetto calendario legato alla Pasqua, che ha inciso sul settore dei servizi, dove l’inflazione ha toccato il 3,9%.

Cosa pensano gli investitori

Nonostante ciò, gli investitori sembrano convinti: la Bce interverrà a giugno con un primo taglio dei tassi di 25 punti base, portando il tasso di riferimento dal 2,25% al 2%. Una previsione supportata anche da Capital Economics, secondo cui il picco nei servizi sarà temporaneo, mentre i nuovi dazi americani potrebbero avere un effetto calmierante sull’inflazione in Europa, aprendo la strada a ulteriori allentamenti nel corso dell’anno. Una visione condivisa dal consigliere Bce Piero Cipollone, che ha evidenziato come l’euro più forte e i tassi reali più alti contribuiranno a raffreddare i prezzi nei prossimi mesi.

La crescita

Sul versante della crescita, l’Eurozona ha invece sorpreso in positivo: il Pil del primo trimestre è cresciuto dello 0,4%, battendo le attese (+0,2%) e accelerando rispetto alla fine del 2024. Il merito? In parte dell’anticipo delle esportazioni in vista delle barriere commerciali americane. Un dinamismo che però potrebbe già affievolirsi nel secondo trimestre, quando l’effetto dei dazi inizierà a pesare davvero, sia sulla crescita che sui prezzi. Un altro potenziale fattore di spinta per l’inflazione potrebbe arrivare dalla Germania, con il suo piano di spesa pubblica su difesa e infrastrutture. Ma l’impatto, se ci sarà, si vedrà soltanto dal prossimo anno.

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