Eurovision Song Contest 2025 alle prove generali tra effetti speciali e balletti. Chi sono i favoriti

Da rivedere l’esibizione preparata da Gabry Ponte per San Marino, Lucio Corsi offre a ‘Volevo essere un duro’ l’ironia di un piano a gran(dissima) coda.

Mag 12, 2025 - 20:39
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Eurovision Song Contest 2025 alle prove generali tra effetti speciali e balletti. Chi sono i favoriti

Basilea, 12 maggio 2025 – Tutto in novanta minuti. Se il sorteggio aveva sbilanciato le semifinali di questo 69° Eurovision Song Contest sulla prima giornata, in onda martedì sera su RaiDue con la conduzione di Gabriele Corsi e Big Mama, il responso della prova generale di oggi dice Slovenia, grazie alla romantica 'How much time do we have left' di Klemen (iniziata cantando a testa in giù) con tanto di bacio finale, ma soprattutto Albania con la 'Zierm' dei Shkodra Elektronike, il duo elettropop di Scutari residente ormai da anni ad Auronzo di Cadore. Meno convincente il resto visto nel ventre d’acciaio e cemento della St. Jakobshalle di Basilea, nonostante la torrenziale pioggia di effetti speciali, l’inesorabile suono surround e una dimensione spaziale che proietta i concorrenti in una specie di Stargate.

Kolossal scenografico sorprendente ma col forte limite di occludere ad alcune sezioni di pubblico la visibilità di parte del palco. Non proprio un dettaglio visto i prezzi dei biglietti, che per la finalissima di sabato oscillano tra i 90 e 350 franchi (96-374 euro). Aperto da una versione di 'The code' – il brano portato al successo nell’edizione dell’anno scorso da Nemo (atteso sabato) – per oblunghi corni alpini svizzeri col contorno di ballerini e figuranti in costumi tradizionali, il kolossal eurovisivo punta le sue 28 telecamere subito sui giovanissimi Væb, all’anagrafe Matthías Davíð e Hálfdán Helgi Matthíasson, in gara con le loro tutine argentate per l’Islanda con una 'Róa' dalla stridente ambientazione marinara; un electro hip hop dozzinale che invita a remare (capita l’allusione?) contro le difficoltà della vita.

Bruttino pure il roboante set della Polonia con una Justyna Steczkowska (già rappresentante biancorossa all'Eurovision del 1995) che esegue la sua 'Gaja' tra foschie siderali, cascate e onde, fiamme, colate laviche sospesa nel vuoto da due cavi d’acciaio mentre sullo schermo alle sue spalle volteggia un drago volante. Il Tommy Cash di 'Espresso macchiato', cravatta chilometrica d’ordinanza e bodyguards-ballerini al seguito, tiene alta la bandiera dell’Estonia col video di un aereo che batte le ali a tempo e l’incursione sul palco di una finta fan per ballare con lui. Più forte il messaggio, che parla di sopravvivenza e di speranza, del set messo in piedi dalla rockbanducraina Ziferblat attorno alla sua 'Bird of pray'. Più convincente il set della Svezia, che riunisce i KAJ di 'Bara bada bastu' attorno ad un fuoco sprofondato nel verde della foresta scandinava che poi si trasforma improvvisamente in una sauna tra fiamme e sbuffi di vapore.

In un tripudio di effetti speciali così, i portoghesi Napa della beatlesiana 'Deslocado' finiscono quasi per scomparire, e così il norvegese Kyle Alessandro di 'Lighter' nonostante alcune fiammate infernali e la presenza in scena di un (bravissimo) breakdancer. Nella norma gli azeri Mamagama con 'Run with U', il luciferino Red Sebastian, in gara per il Belgio con una 'Strobe lights' decisamente inferiore alla qualità del set, il cipriota Theo Evan di 'Shh' (con i ballerini che danno forma sulla scena al leonardesco l’Uomo di Vitruvio) e il croato Marko Bosniak di 'Poison cake'. Dai Paesi Bassi, Claude gioca sulla chanson con una 'C’est la vie' su base elettronica perdendosi un po’ nonostante il gioco di 'specchiarsi' in uno schermo che lo riflette bambino.

Da rivedere l’esibizione preparata da Gabry Ponte per San Marino, con 'Tutta l’Italia' impreziosita da un video in cui il Davide di Michelangelo gonfia una bolla con gomma americana che gli esplode in faccia, la Fontana di Trevi che sputa vino invece che acqua, e il Colosseo si ricopre di fiori. Tutto molto divertente, ma all’esibizione dell’ex Eiffel manca qualcosa. E si sa che i dee jay sul palco dell’Esc non hanno avuto mai vita facile. Nella prima giornata di Eurovision Song Contest pure le esibizioni di tre dei sei paesi ammessi di diritto alla finale. E se la spagnola Melody in 'Esa diva' strizza l’occhio a Shakira con tanto di sipario teatrale, acutone spaccatimpani e cascata di fuoco, la svizzera Zoë Me s’inventa per la sua 'Voyage' un set emozionale con tanto di buio in sala e telefonini illuminati.

Lucio Corsi offre a 'Volevo essere un duro' l’ironia di un piano a gran(dissima) coda, tre amplificatori extralarge, e un assolo d’armonica nel finale. Nella videocartolina con cui introduce il set dell’Italia il cantautore maremmano guida un vecchio tram verde nel cuore di Basilea. Con la speranza che possa portarlo lontano. Infine, le conduttrici. Assente la Hunziker, a cui Mediaset ha dato la liberatoria solo per la finalissima (averla contro in Rai per una sera va bene, tre no) il timone delle eliminatorie di martedì e giovedì è nelle mani (incerte) di Hazel Brugger e Sandra Studer, distanti e legnose perfino nel 'ballo del qua qua'. Sabato sera, Michelle pensaci tu.