Etf: nel primo trimestre raccolta record per azionario Europa e oro

Nel primo trimestre del 2025 gli investitori europei hanno decisamente riorientato i propri portafogli. Secondo il report mensile di Amundi ETF, aggiornato al 31 marzo, il mercato degli ETF UCITS ha registrato afflussi netti per 87,1 miliardi di euro, quasi il doppio rispetto allo stesso periodo del 2024 (46,2 miliardi). A trainare questa crescita, una... Leggi tutto

Apr 14, 2025 - 10:44
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Etf: nel primo trimestre raccolta record per azionario Europa e oro

Nel primo trimestre del 2025 gli investitori europei hanno decisamente riorientato i propri portafogli. Secondo il report mensile di Amundi ETF, aggiornato al 31 marzo, il mercato degli ETF UCITS ha registrato afflussi netti per 87,1 miliardi di euro, quasi il doppio rispetto allo stesso periodo del 2024 (46,2 miliardi). A trainare questa crescita, una marcata rotazione verso le azioni europee, strategie difensive nel reddito fisso e un rinnovato interesse per l’oro.

Azioni: boom per l’Europa, frenata per gli Usa

Il dato più eclatante riguarda le azioni europee, che da sole hanno attratto il 30% dei flussi netti trimestrali, arrivando a superare il 50% nel solo mese di marzo. Gli ETF azionari europei hanno raccolto 26,7 miliardi di euro nel trimestre, un balzo notevole rispetto ai 2,5 miliardi del primo trimestre 2024.

Questo spostamento si accompagna a un calo delle esposizioni verso le azioni statunitensi, che hanno registrato flussi per soli 9 miliardi, in netto calo rispetto ai 12,7 miliardi dell’anno precedente. “Gli investitori sono alla ricerca di opportunità non statunitensi a causa delle crescenti tensioni politiche in Nord America”, si legge nel report. La maggiore spesa per la difesa annunciata da vari Paesi europei e l’allentamento dei vincoli fiscali in Germania sembrano aver rafforzato l’appeal del Vecchio Continente.

Le strategie su indici globali dei mercati sviluppati (17,5 miliardi di euro) e sugli indici all-country (10 miliardi) hanno completato il quadro degli investimenti azionari, mentre i deflussi hanno colpito le strategie statunitensi (-870 milioni) e quelle asiatiche DM (-20 milioni). In termini settoriali, si distinguono positivamente i comparti finanziario e industriale, ciascuno con afflussi di 1,1 miliardi, mentre il settore tecnologico ha subito deflussi per 344 milioni.

Reddito fisso: scelte più caute, focus sull’Europa

Nel comparto obbligazionario, gli ETF a reddito fisso hanno raccolto 14,6 miliardi di euro, in crescita rispetto agli 11,1 miliardi dello stesso trimestre 2024. La parte del leone l’hanno fatta i titoli di Stato (5,6 miliardi), con un chiaro orientamento verso il debito sovrano europeo (3,5 miliardi) rispetto ai Treasury statunitensi (1,8 miliardi).

Interessante anche l’andamento delle strategie monetarie, che hanno registrato afflussi per 4,6 miliardi nel trimestre. Al contrario, le obbligazioni corporate investment grade denominate in euro hanno subito deflussi per 589 milioni a marzo. Segnali misti dai titoli sovrani USA, con piccoli deflussi dai bond a breve termine (-737 milioni) e investimenti modesti in inflation-linked (+250 milioni).

Una tendenza chiara emerge nel breve termine: gli investitori hanno allocato 841 milioni nei titoli di Stato europei a breve durata, contro solo 147 milioni in quelli a lunga scadenza. La prudenza sembra dettata dall’incertezza geopolitica e dalla politica tariffaria degli Stati Uniti.

Oro: il ritorno del bene rifugio

La crescente volatilità e le incertezze politiche hanno riportato l’oro sotto i riflettori. Nel primo trimestre 2025, gli ETF/ETC sull’oro hanno registrato afflussi per 3,8 miliardi di euro – il miglior risultato trimestrale per l’asset class dal secondo trimestre 2022. Solo a marzo sono affluiti 764 milioni di euro, confermando l’oro come rifugio privilegiato in fasi di turbolenza.

In sintesi

Il primo trimestre del 2025 ha segnato un cambio di paradigma per gli investitori in ETF: meno Stati Uniti, più Europa, più difesa e più oro. In un clima di tensioni geopolitiche, preoccupazioni inflazionistiche e scelte politiche imprevedibili, gli investitori sembrano aver scelto un approccio più bilanciato e difensivo, senza rinunciare alla ricerca di rendimento. La geografia e la qualità delle esposizioni contano sempre di più.