Eredità digitale: Linee Guida dai Notai per il testamento

Il Consiglio nazionale del Notariato elabora un decalogo per gestire la propria eredità digitale post mortem, anche tramite testamento.

Mar 19, 2025 - 13:16
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Eredità digitale: Linee Guida dai Notai per il testamento

Le pagine sui social network, le foto, i documenti e i messaggi di posta elettronica, le chat: tutte queste estensioni online della nostra identità fisica hanno fra le altre cose la caratteristica di restare anche dopo la morte di una persona. L’evoluzione della tecnologia e la complessità dell’identità digitale pongono nuove questioni anche in materia di eredità.

Come preoccuparsi di gestire l’identità digitale dopo la morte di una persona? La domanda sembra filosofica ma in realtà è molto pratica. Se l’è posta in Consiglio Nazionale del Notariato, che ha redatto e pubblicato apposite linee guida per dare risposte a chi sente il bisogno di decidere cosa fare di questo patrimonio. Si tratta di beni evidentemente immateriali, ma che possono entrare a far parte della volontà testamentaria.

Ecco dunque il decalogo per gestire anche questi aspetti delle proprie ultime volontà.

Cos’è l’eredità digitale

Non esiste un quadro giuridico sull’eredità digitale perché la materia è relativamente nuova e in costante evoluzione. Esistono però singoli diritti che possono essere esercitati, quello quelli sull’oblio e la tutela della privacy, fino ad arrivare alle più recenti normative in ambito Intelligenza Artificiale.

I beni che la compongono

File, software e documenti informatici creati o acquistati dalla persona defunta e nomi a dominio associati a siti internet sono risorse offline. Sono invece risorse online quelle che si riferiscono più specificamente a contenuti in rete o account che consentono di accedere a servizi digitali: posta elettronica, social network, account di natura finanziaria, siti di e-commerce, forme di pagamento elettronico.

Di tutte queste voci di patrimonio digitale e beni virtuali, comprese le criptovalute (data la loro natura di beni digitali), si può disporre nel proprio testamento.

Sono invece esclusi: password, firma elettronica e contenuti concessi in licenza per i quali si paga un canone. Questo non significa che non vadano adeguatamente tutelati, ad esempio affidando le password a persona di fiducia come chiavi di accesso per gestire la propria identità digitale post mortem.

Il mandato post mortem

Una persona può quindi decidere di affidare un mandato post mortem a una persona di fiducia per gestire questi beni o compiere determinate azioni: cancellare gli account, distruggere i dati, affidarli a qualcuno.

Il mandato è ammesso dal nostro diritto per dati e risorse digitali con valore affettivo, familiare e morale. E può essere inserito nel testamento.

Passaggio identità digitale: il decalogo dei Notai

  1.  Non esiste una legislazione specifica, quindi è importante pianificare il passaggio dell’eredità digitale.
  2. Le password non fanno parte dell’eredità digitale, ma sono chiavi di accesso che vanno custodite ed aggiornate.
  3.  Le password e le indicazioni su cosa fare in caso di decesso si possono affidare a una persona di fiducia attraverso il mandato post mortem o tramite testamento.
  4. Affidare la password a qualcuno non vuol dire attribuire la risorsa cui essa dà accesso.
  5. Sono esclusi dalla successione i beni piratati, quelli concessi in licenza, gli account di firma elettronica e quelli dell’identità digitale.
  6. Le criptovalute sono beni digitali con valore economico.
  7. Un conto online è l’estensione virtuale di un conto reale, e gli eredi possono quindi reclamare quanto spetta loro attraverso i canali tradizionali.
  8. Spesso le società che danno accesso ai servizi online risiedono all’estero, quindi si rischiano controversie internazionali se non si esprimono disposizioni sull’eredità digitale.
  9. Alcuni servizi permettono di indicare un “contatto erede”, altri invece in caso di morte prevedono l’eliminazione di tutti i dati.
  10. In caso di dubbio, affidatevi al vostro notaio di fiducia.

Si può scaricare il decalogo da qui.