Energia, fibra e abbonamenti: imparare a leggere tra le righe di contratti e bollette

Luce e gas, film in streaming, palestra e connessione da casa: i costi nascosti tra gli asterischi dei contratti ci svuotano il portafoglio. Ma evitarli si può L'articolo Energia, fibra e abbonamenti: imparare a leggere tra le righe di contratti e bollette proviene da Open.

Mag 5, 2025 - 13:02
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Energia, fibra e abbonamenti: imparare a leggere tra le righe di contratti e bollette

Illiad

«Le cose stampate in grande danno, le cose stampate in piccolo tolgono». Lo cantava Tom Waits negli anni Settanta e, in fondo, lo sanno tutti: nei contratti i dettagli da nascondere al cliente finiscono relegati in asterischi, clausole minuscole a fondo pagina o intrufolati nelle paginate di nero su bianco che nessuno si prende la briga di leggere. Quello che conta è la firma, o il clic sul pulsante «Accetto le condizioni», che danno per scontata la lettura di ogni singola parola del documento. Così una lunga lista di costi, negli ambiti più disparati della nostra vita quotidiana, vengono aggiunti a nostra insaputa. Ci sono i servizi streaming, che applicano un sovrapprezzo in caso di qualità 4K e fanno pagare extra alcune nuove uscite esclusive. O le palestre, che sfruttano tessere, corsi, servizi aggiuntivi e a volte persino presunte «tasse per la manutenzione mensile». Fino ad arrivare ai più classici esempi: la bolletta dell’energia e le offerte degli operatori telefonici. Malpractice quasi banali e arcinote, eppure efficaci.

La bolletta di luce e gas e il tranello della “spesa per la materia prima”

Nei contratti di luce e gas non manca nulla, ogni singola informazione utile è presente. Spesso, però, è nascosta sotto un nome incomprensibile o sparso nelle paginate di bolletta. Bisogna dunque cercare di districarsi in questo labirinto e capire cosa stiamo pagando.

Prendiamo una bolletta della luce. Nella prima facciata ci sono le informazioni fondamentali: in quale mercato ci troviamo (libero o tutelato), quanta potenza impegniamo in kilowatt e il nostro codice Pod, univoco e utile in caso di cambio fornitore. Poi, ovviamente, è messa bene in vista la cifra da pagare, con annessa la data di scadenza. Più in basso, in prima o in seconda pagina, c’è un piccolo box presentato come «Sintesi degli importi fatturati», «Riepilogo fattura» o più semplicemente «Importi». Qui sono nascosti tutti i “trucchetti”. In genere sono cinque i dati comunicati al cliente. Tre sono fissi per tutti i fornitori: spesa per il trasporto e la gestione del contatore, gli oneri di sistema e le imposte. Le prime sono fissate dalla Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente), l’ultima dallo Stato. Due sono invece variabili, e quindi potenzialmente poco trasparenti. Si tratta della spesa per la materia prima (luce o gas) e delle cosiddette «altre spese», un calderone all’interno del quale può finire qualunque tipo di sovrapprezzo.

esempio bolletta luce
Il box «Spesa per la materia energia» in un esempio di bolletta della luce

Vediamole nel dettaglio. La spesa per la materia prima è la somma di una lunga serie di voci, dal prezzo dell’energia (il famoso €/kWh pubblicizzato sui siti) fino al componente di commercializzazione della vendita. Insomma: se sugli annunci pubblicitari il fornitore vanta un bassissimo prezzo dell’energia, è probabile che il super-sconto offerto lo recuperi con tutte le altre voci, sepolte sotto l’etichetta «materia prima». Le cosiddette «altre spese» sono ancora più ingannevoli, tanto che spesso sono inglobate nelle spese per la materia prima. Come trovarle allora? Se non sono segnalate nel box riassuntivo, bisogna andare nella terza o quarta pagina della bolletta e scorrere le schede più dettagliate. Qui sono spesso etichettate come «commercializzazione e vendita» o «quota fissa». Si tratta in poche parole di un vero e proprio costo aggiunto per l’abbonamento a quel fornitore, che il cliente deve corrispondere come fosse un canone mensile. Qui sono contati ad esempio i costi di emissione di una bolletta cartacea o la possibilità di ottenere l’energia da impianti rinnovabili. Il medesimo concetto si ripete, con nomi differenti, per le bollette del gas. 

Quota fissa bolletta
Il box dettagliato sulla cosiddetta «quota fissa», all’interno del quale possono annidarsi numerosi costi nascosti

L’abbonamento in palestra e il peso dei costi extra

Non solo le bollette luce e gas, anche una semplice sottoscrizione all’abbonamento di una palestra può nascondere tranelli. Le voci qui, non essendo strettamente regolamentate, possono variare di attività in attività. C’è chi chiede una quota di iscrizione o di tesseramento e chi, oltre a questa somma, aggiunge anche il pagamento per ottenere una tessera di accesso alle strutture.

costo tessera palestra
Fonte: sito web

Il prezzo dell’abbonamento, poi, non comprende né i corsi extra – da pagare a parte – né l’eventuale servizio di assicurazione per infortuni. A cui si sommano servizi in più (saune e piscine), le penali in caso di assenza, anche se forzata da malattie e infortuni. E i famosi «taciti rinnovi», cioè il rinnovo automatico con tanto di penale in caso di mancata disdetta in tempo.

contratto palestra
Fonte: sito web

Il segreto sta nell’avere la pazienza di leggere con attenzione tutte le clausole del documento, anche perché si tratta solitamente di due brevi facciate. E nel caso ci siano punti non chiari, chiedere precise informazioni alla palestra.

Costi di attivazione, rateizzazione e false concessioni gratuite: la giungla delle offerte telefoniche

Anche il mondo delle telecomunicazioni nasconde angoli opachi. Servizi non richiesti e mai presentati chiaramente al cliente, pagamenti di offerte “a sorpresa”, modem in comodato d’uso gratuito o in sconto merce ma con clausole che prevedono pagamenti anche importanti. Molti utenti sono convinti di aver sottoscritto un piano a una determinata cifra e, alla fine, si trovano a pagare molto di più. A partire dalle offerte attivate con costo di avvio del servizio e abbonamento mensile, senza che il consumatore neanche ne conosca l’esistenza. Spesso e volentieri sono servizi extra tipo antivirus ma anche sconti e occasioni varie su molteplici store online che nulla c’entrano con il piano telefonico che fanno aumentare la bolletta. Come combatterli? Controllare sui canali del proprio fornitore la presenza di extra e disattivare i servizi non desiderati.

Sempre più operatori allegano alla sottoscrizione di un abbonamento per la rete fissa anche un modem ceduto in sconto merce a zero euro. In poche parole, gli operatori cedono la proprietà del modem gratuitamente. Un’operazione in realtà non sempre gratuita dato che, in caso di recesso dal contratto, i fornitori chiedono al cliente la sua restituzione o il pagamento di somme ingenti.

contratto telefonico modem
Fonte: sito web

Molti operatori – una gran parte del mercato telefonico – pubblicizzano piani in cui il modem è apparentemente gratuito, ma c’è poi un costo rateizzato all’interno dell’offerta. A pesare sul portafoglio dei consumatori ci sono anche “costi di attivazione” e “costi di mantenimento” del modem stesso, che raggiungono anche il 25-30% del prezzo complessivo. Per concludere, si aggiunge il “costo di recesso”: in caso di annullamento del contratto prima del suo termine, il consumatore dovrà comunque versare le rate restanti del modem, ovvero rischiare pesanti penali previste, in alcuni casi, anche qualora il dispositivo sia stato ceduto in “sconto merce” a zero euro. Un trucchetto che usano in tanti riguarda alcune offerte con costo di attivazione azzerato. Il servizio, ancora una volta, in realtà non è propriamente gratuito ma – come specificato solo in piccolo nella porzione più dettagliata del contratto – assorbito nella rateizzazione mensile. E in caso di recesso, le quote rimanenti dovranno essere saldate.

costo attivazione gratuito
Fonte: sito web

Esistono poi offerte, sia mobile che fisso, in cui gli operatori propongono piani con costi extra per raggiungere maggiori velocità di navigazione. Andando però ad approfondire nella pagina dell’offerta “a velocità maggiore”, i fornitori aggiungono numerosi disclaimer. A partire dalla reale velocità del servizio, spesso identico a piani con prezzo inferiore. Fino alla nota, scritta in piccolo, che la reale rapidità di navigazione dipende in primo luogo dal device utilizzato e dalle sue caratteristiche “tecniche e prestazionali”.

Una mancanza di trasparenza che si riflette anche nel campo delle cosiddette rimodulazioni unilaterali, cioè quando l’operatore varia in un secondo momento il prezzo e altre condizioni economiche del contratto. Si tratta in concreto di aumenti tariffari che, come abbiamo già spiegato nell’articolo dedicato, per alcuni operatori storici hanno anche cadenza mensile. E che, nel caso dei clienti che attivano solo un’offerta fibra, vengono comunicati «a sorpresa» solamente in fattura, contribuendo a rendere il mercato della telefonia sempre più opaco.

contratto linea fissa
Fonte: sito web

Il prezzo da pagare per l’utente

E allora si torna al punto di partenza: sta tutto nei caratteri minuscoli, negli asterischi, nelle pieghe dei contratti che la fretta o la fiducia spesso ci fanno ignorare. Che si tratti della bolletta della luce piena di voci incomprensibili, dell’abbonamento in palestra costellato di costi invisibili, o delle offerte telefoniche che promettono mari e monti per poi svelare amare sorprese. La firma, o un click innocente, ci lega a una lunga lista di spese inattese, abilmente nascoste dietro promesse allettanti. La trasparenza, con tanti operatori, resta spesso un miraggio, un’illusione che scompare tra le righe di condizioni e disclaimer. Perché quello che viene stampato in grande può anche suonare bene, ma è in piccolo che si nasconde il vero prezzo da pagare.

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