Educazione digitale e coinvolgimento degli adulti
Strategie / Secondo i dati di Save the Children, i casi segnalati alla Polizia Postale nel 2024 sono incrementati del 12%: ecco come difendersi

L’utilizzo quotidiano del web e dei social network da parte di bambini e adolescenti ha reso sempre più urgente affrontare in modo sistemico il fenomeno del cyberbullismo, una forma di prevaricazione virtuale che può avere conseguenze profonde sulla sfera emotiva, relazionale e psicologica dei minori. Secondo i dati raccolti da Save the Children, i casi segnalati alla Polizia Postale nel 2024 hanno registrato un incremento del 12% rispetto all’anno precedente, con una prevalenza di vittime tra i 14 e i 17 anni, ma con un’allarmante estensione anche alla fascia 10-13 anni. In un contesto digitale in costante evoluzione, la tutela dei più giovani non può essere affidata solo agli strumenti tecnologici o agli interventi repressivi. È invece necessario promuovere una cultura della prevenzione attraverso un’educazione digitale diffusa, mirata a responsabilizzare sia i minori sia gli adulti di riferimento. In questa direzione si muove la campagna di sensibilizzazione promossa da Save the Children, che propone otto regole fondamentali per favorire una navigazione sicura: stabilire accordi chiari sull’uso dei dispositivi, parlare apertamente dei pericoli della rete, incentivare la protezione dei dati personali, monitorare le piattaforme utilizzate e insegnare a riconoscere e segnalare comportamenti inappropriati. Tra gli strumenti educativi indicati, il gioco online “Interland”, ideato da Google e consigliato da Save the Children, rappresenta un efficace supporto per bambini dai 7 ai 12 anni. Attraverso un percorso ludico e interattivo, i più piccoli vengono accompagnati a comprendere i concetti di privacy, gentilezza digitale, sicurezza delle informazioni e gestione consapevole dei rapporti online. La legge 71/2017, che riconosce formalmente il cyberbullismo come reato e definisce misure specifiche di prevenzione e contrasto, ha segnato un passaggio importante nella normativa italiana. Tuttavia, come ribadito da esperti e operatori del settore, nessuna norma può essere efficace senza una partecipazione attiva e continua degli adulti: genitori, insegnanti, educatori e operatori devono essere formati e coinvolti nel percorso di accompagnamento dei giovani nell’ambiente digitale. Contrastare il cyberbullismo non significa solo reprimere, ma soprattutto educare. Costruire una rete solida di sostegno, fondata sul dialogo, sulla fiducia e sull’esempio, è la chiave per offrire ai minori gli strumenti necessari a vivere la rete in modo sicuro, consapevole e rispettoso degli altri.