È ora di mettere a terra le riforme della pubblica amministrazione
Cosa si può imparare dalle esperienze maturate nell'amministrazione italiana. L'intervento di Massimo Balducci.

Cosa si può imparare dalle esperienze maturate nell’amministrazione italiana. L’intervento di Massimo Balducci
L’attenzione che questo Governo dà alla nostra Amministrazione, grazie agli impulsi del Ministro Zangrillo, è degna di nota. Citiamo lo sblocco delle assunzioni e l’attivazione di una massa considerevoli di concorsi, il rinnovo dei contratti (con l’adozione di schemi innovativi che si basano su una solida “gestione delle competenze” che dovrebbe facilitare la mobilità) e, con l’ultimo recentissimo decreto del Ministro Zangrillo, l’attivazione di selezioni uniche centralizzate. A livello di interventi normativi (leggi e decreti) l’attività è innegabile e appare orientata nella direzione di una sana modernizzazione. Ora si tratta di mettere a terra tutti questi interventi normativi.
Si tratta di passare dalla fase della riforma della legge alla fase del cambiamento dei comportamenti effettivi dell’Amministrazione. Qui l’esperienza passata può essere di grande aiuto.
Negli ultimi trenta anni, accanto ai tentativi di modernizzare la nostra Pubblica Amministrazione attraverso varie riforme legislative, vanno segnalati numerosi cambiamenti realizzati per iniziativa di singoli dirigenti che, a normativa invariata, hanno ottenuto quei risultati che si stenta ad ottenere per via legislativa. Citiamo qui il caso della Camera di Commercio di Roma che, sotto la presidenza Mondello, per impulso del Segretario Generale del tempo Fabrizio Autieri seppe ottenere, a normativa invariata, quei risultati che ancora oggi si stenta a raggiungere facendo perno sulla leva normativa. Da non dimenticare i successi ottenuti negli uffici giudiziari di Bolzano, al Comune di Prato e al Comune di Bologna nonché al Massimario del Consiglio di Stato. I metodi concreti impiegati in questi casi sono molto simili e potrebbero/dovrebbero essere applicati per mettere a terra le riforme legislative nel frattempo intervenute che stentano a concretizzarsi.
Quello che salta subito all’occhio è che questi casi, che si sono sviluppati indipendentemente gli uni dagli altri e ignorandosi reciprocamente, si rifanno tutti agli stessi principi, che cercheremo qui di riassumere brevemente. Innanzi tutto la funzione del dirigente. Nella cultura che prevale in maniera subliminale nella nostra Amministrazione il Dirigente (selezionato non sul campo ma per concorso) è un esperto molto edotto in uno o due argomenti (es.: appalti, servizi sociali etc.) ma non ha nessuna competenza nella gestione organizzativa del lavoro. La sua attività principale si esaurisce nella verifica e firma dei singoli “atti” sottopostigli dai suoi funzionari.
Nei casi di successo il dirigente è un generalista che ha saputo integrare competenze diverse. In secondo luogo il successo è dipeso dal fatto che ci si è concentrati su come organizzare il lavoro piuttosto che sul contenuto professionale dello stesso. Del resto risale al 1945 il noto articolo Quality as Management di A. V. Feigenbaum (pubblicato nella rivista della General Electric) che evidenzia il fatto che la qualità del risultato dipende più dall’organizzazione che dalla competenza tecnica dei singoli. In terzo luogo il cambiamento non è stato imposto da esperti esterni ma gli esperti esterni hanno coadiuvato il management (sia il top management che il middle management) a mettere a punto i vari processi e meccanismi di reporting.
Il cambiamento in effetti ha camminato usando le gambe di persone ben precise. La difficoltà principale che i casi di successo hanno dovuto superare è stata quella di reperire questi individui. Oggi la pubblica amministrazione italiana ha, nel suo seno, un patrimonio di potenziali promotori di sviluppo e cambiamento ma non sembra rendersene conto. Sono i così detti ex END (esperti nazionali distaccati). Si tratta di funzionari italiani che sono stati distaccati per alcuni anni in organismi internazionali o sovranazionali (OCSE, UE, Banca Mondiale, ONU e le sue varie agenzie etc.) dove hanno acquisito i comportamenti amministrativi concreti che si tenta da decenni di introdurre nella nostra amministrazione.
Il prossimo 6 marzo 2025 dalle ore 15:30 alle ore 19:00 alla Sala Margana (p.za Margana 40, 41 Roma) i casi di successo di modernizzazione amministrativa a normativa invariata verranno presentati da chi li ha vissuti in prima persona. Nell’occasione alcuni ex END, oramai rientrati nell’Amministrazione Italiana, evidenzieranno, sulla base della loro esperienza diretta, il contributo che potrebbero dare alla modernizzazione delle nostre istituzioni. I suggerimenti concreti che ne scaturiranno saranno a disposizione di chi è chiamato a mettere a terra le riforme normative della nostra burocrazia.