È morto a 88 anni Papa Francesco, il Pontefice «venuto dall’altra parte del mondo»
Jorge Mario Bergoglio si è spento dopo il ricovero al Gemelli. Dalle battaglie su clima e migranti alla lotta contro l'aborto, così il gesuita ha guidato la Chiesa dal 2013 L'articolo È morto a 88 anni Papa Francesco, il Pontefice «venuto dall’altra parte del mondo» proviene da Open.

Poco fa Sua Eminenza, il Card Farrell, ha annunciato con dolore la morte di Papa Francesco, con queste parole: «Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte di nostro Santo Padre Francesco. Alle ore 7:35 di questa mattina il Vescovo di Roma, Francesco, e’ tornato alla casa del Padre. La sua vita tutta intera e’ stata dedicata al servizio del Signore e della Sua chiesa. Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio e amore universale, in modo particolare a favore dei più poveri e emarginati. Con immensa gratitudine per il suo esempio di vero discepolo del Signore Gesù, raccomandiamo l’anima di Papa Francesco all’infinito amore misericordioso di Dio Uno e Trino».
Il Papa
Jorge Maria Bergoglio si è spento a Roma a 88 anni. Nato a Buenos Aires il 17 dicembre 1936, era stato eletto al soglio pontificio il 13 marzo 2013, diventando così il primo Papa della storia proveniente dalle Americhe. «Fratelli e sorelle, buonasera. Voi sapete che il dovere del Conclave era di dare un vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli cardinali sono andati a prenderlo quasi alla fine del mondo», disse affacciandosi per la prima volta dalla finestra di Piazza San Pietro. E le sue origini dall’«altro mondo» Bergoglio le ha sempre rivendicate nel suo magistero, segnato sul piano politico soprattutto dalla predicazione in favore degli ultimi, a partire dai migranti.
Esemplare di tale priorità fu il suo primo viaggio fuori da Roma: a Lampedusa a luglio 2013 Francesco lanciò in mare una ghirlanda di fiori bianchi e gialli di fronte alla “Porta d’Europa”, quel continente rimasto solo nei sogni di migliaia di migranti morti tentando di attraversare il Mediterraneo. Per la loro salvezza e accoglienza si sarebbe poi pronunciato regolarmente, a costo di andare in “contropiede” rispetto alle forze xenofobe salite alla ribalta di governo un po’ in tutto l’Occidente durante il suo pontificato. Ma lottare per gli ultimi, nella sua visione, ha significato anche chiedere un impegno corale della comunità internazionale per tutelare l’ambiente, dunque il creato, come teorizzato nell’enciclica Laudato si’, promulgata nel 2015.
L’altra sua enciclica forse più caratterizzante, Fratelli tutti (2020), ha invece posto le basi della sua aspirazione a una vera «fratellanza umana» al di là delle appartenenze culturali e religiose. Battaglia anche questa quanto mai controcorrente in un mondo di nuovo squassato dalle guerre durante il suo Pontificato, dalla Siria all’Ucraina, da Israele/Gaza all’Africa.
Le origini italiane e l’ascesa ai vertici della Chiesa
Pur arrivando «dall’altro mondo», Bergoglio in realtà aveva nel suo Dna anche radici europee. Italiane, come per milioni di suoi concittadini. Il padre Mario, funzionario delle ferrovie originario dell’astigiano, era salpato nel 1928 da Genova alla volta dell’Argentina in cerca di fortuna, mentre la famiglia della madre, Regina Maria Sivori, era ligure. Jorge Maria fu il primo di cinque figli della coppia formatasi a Buenos Aires. Dopo aver conseguito il diploma di perito chimico e aver svolto alcune esperienze lavorative – da addetto alle pulizie e da buttafuori – il giovane Bergoglio seguì la vocazione spirituale entrando in seminario all’età di 21 anni: svolse il noviziato con i gesuiti tra l’Argentina e il Cile, ricevendo l’ordinazione presbiterale nel 1969. Insegnò per diversi anni in collegi e università, sino a diventare rettore della Facoltà di teologia e filosofia di San Miguel.
I gesuiti
Nel 1986 fu nominato direttore spirituale della chiesa della Compagnia di Gesù a Cordoba. Nel 1992 tornò nella capitale, nominato da Giovanni Paolo II vescovo ausiliare. Il 28 febbraio 1998, alla morte del cardinale Antonio Quarracino, divenne arcivescovo di Buenos Aires. Tre anni dopo Papa Wojtyla lo creò cardinale. Come tale entrò a far parte negli anni seguenti di una serie di importanti dicasteri della Curia romana, come il Pontificio Consiglio per la famiglia, la Congregazione per il clero e quella per il culto ed i sacramenti. Considerato «papabile» già dopo la morte di Giovanni Paolo II, nel 2005, Bergoglio sarebbe salito invece al soglio pontificio otto anni più tardi, dopo la clamorosa scelta del predecessore Joseph Ratzinger (Benedetto XVI) di abdicare. È diventato così anche il primo Papa della storia di tradizione gesuita, l’ordine fondato da Ignazio di Loyola nel 1534.
Le riforme dottrinali e la fronda conservatrice
L’inedita condizione di «secondo Papa», accanto ad uno emerito ancora in vita per quasi dieci anni – seppur defilato nel buen retiro di Castel Gandolfo – non ha impedito a Bergoglio di imprimere la sua linea anche sul piano dottrinale. Sui temi della vita, Papa Francesco è rimasto attestato sulle tradizionali posizioni della Chiesa: ripudio dell’aborto, definito a più riprese e senza mezzi termini «omicidio», così come dell’eutanasia, rubricata anch’essa a sintomo di una pericolosa «cultura della morte», difesa a spada tratta della famiglia (tradizionale) come nucleo fondante della vita e della società. Al contempo però Bergoglio ha lanciato negli anni significativi segnali di “comprensione” dell’omosessualità: «Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?», (si) chiese già pochi mesi dopo l’elezione.
Le donne nella Chiesa
E ha aperto alle donne all’interno della Chiesa, compiendo passi per rompere un secolare tabù, sino a dichiarare nel 2022 di voler nominare due donne nel dicastero della Curia incaricato di selezionare i nuovi vescovi. Per quest’agenda riformista, che fa il paio con quella progressista sul piano politico ricordata sopra, Bergoglio ha da sempre dovuto fare i conti con una tenace fronda conservatrice all’interno della Chiesa, presente sia nella Curia romana che altrove (Usa in primis), che a più riprese ha tentato di attaccarlo e screditarlo. «Alcuni mi volevano morto, quegli attacchi sono opera del diavolo», si sfogò nel 2021 dopo aver subito un intervento al colon e ribadì poi nella sua autobiografia.
Le piaghe del Vaticano: pedofilia e scandali finanziari
Francesco si è trovato a dover gestire anche alcuni dei casi più spinosi e imbarazzanti per la Chiesa. Primo fra tutti è certamente la piaga interna della pedofilia e degli abusi su minori. Nel 2014, Bergoglio chiese pubblicamente perdono per il male inferto da «alcuni sacerdoti» attraverso gli abusi sessuali compiuti su bambini, quindi istituì la Pontificia commissione per la tutela dei minori. A livello pratico, ha fatto seguito a tali passi la riforma delle procedure interne alla Chiesa in caso di presunti abusi varata nel 2019.
L’azione del Vaticano contro la pedofilia sotto Francesco è stata giudicata ciononostante insufficiente da parte di alcune delle vittime o attivisti, che hanno negli anni lamentato la mano tutt’altro che dura nei confronti di alcuni alti membri del clero accusati di aver attuato o protetto abusi – come il cardinale americano Bernard Law (di cui officiò i funerali nel 2017), i diplomatici e monsignori Józef Wesołowski e Carlo Alberto Cipolla (richiamati a Roma così da evitare loro delicati processi oltreoceano) o ancora l’arcivescovo di Sidney George Pell.
Francesco ha tentato di spingere sul piede della pulizia e della trasparenza pure sulle operazioni spesso controverse dello Ior, istituendo già pochi mesi dopo la sua nomina un’apposita «Pontificia commissione referente» sulla banca vaticana. E nel 2020 ha reagito duramente allo scandalo finanziario che ha visto coinvolto il cardinale Giovanni Angelo Becciu, sollevandolo dall’incarico di prefetto della congregazione dei Santi e da ogni diritto legato al cardinalato.
Gli acciacchi, i ricoveri e l’ironia
Al giovane Bergoglio fu asportata all’età di 21 anni la parte superiore del polmone destro a seguito di una grave polmonite: condizione questa con cui ha tuttavia sempre convissuto senza problemi. In tarda età il Papa ha però dovuto iniziare a fare i conti con vari acciacchi e guai di salute. A luglio 2021 ha dovuto sottoporsi al menzionato intervento per l’asportazione di una parte del colon. Poi ad infastidirlo sono stati anche alcuni problemi ad un ginocchio, derivanti da una frattura ai legamenti. A causa di ciò dal 2022, dopo essersi appoggiato sempre più di frequente al bastone, Francesco ha dovuto accettare di muoversi prevalentemente in carrozzina.
A partire dal 2023, Bergoglio è poi stato in cura a più riprese, sempre al Gemelli di Roma, per delle forme di bronchite, e in un’occasione anche per un intervento di laparotomia. Più volte poi negli ultimi mesi era stato costretto a rinunciare ad incontri od omelie in programma per ragioni legate alla salute. Acciacchi della terza età su cui Bergoglio ha sempre volentieri scherzato, sdrammatizzando le sue condizioni e negando di voler abdicare come fatto dal suo predecessore – a meno di non rendersi conto un giorno di non essere più in grado di guidare adeguatamente la Chiesa. Impegno cui Bergoglio ha tenuto fede sino all’ultimo giorno. Ora per il mondo cattolico è il momento del lutto e della commozione. Poi verrà quello di voltare pagina, scegliendo nel prossimo Conclave l’erede del Pontefice «venuto dall’altra parte del mondo».
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