Dove finiscono davvero i soldi dei Fondi Pensione?

Perché è meritoria l’iniziativa della Commissione parlamentare di controllo sulle attività dei fondi pensione e delle casse di previdenza. L’intervento di Alberto Gustavo Franceschini Weiss, presidente di Ambromobiliare, società di consulenza in finanza strategica

“E bomba o non bomba, noi arriveremo a Roma, malgrado voi…” citava Venditti. E infatti, a Roma, nella Commissione parlamentare di controllo sulle attività dei Fondi pensione e delle Casse di previdenza, il presidente Alberto Bagnai ha acceso i riflettori su un problema enorme (ma anche su una grande opportunità): dove vengono investiti i risparmi previdenziali degli italiani?

Per avviare il dibattito, è stato messo sul tavolo un report realizzato da Ambromobiliare, società specializzata nelle quotazioni di PMI, che evidenzia una situazione inaccettabile.

I numeri parlano chiaro: meno del 3% del patrimonio dei Fondi Pensione (oltre 190 miliardi di euro) è investito in imprese italiane, mentre in Francia e Germania si arriva al 20%, e in Svezia addirittura al 50%.

Solo il 3,6% delle riserve tecniche vita delle Assicurazioni (circa 1.000 miliardi di euro) è investito in azioni italiane (tutte di grandi dimensioni), contro il 22% in altri Paesi europei.

Invece di sostenere le imprese del Paese, i risparmi previdenziali vengono affidati a gestori di fondi esteri, soprattutto americani, che reinvestono il capitale nei mercati che conoscono meglio: Wall Street, Londra e Asia, dimenticandosi delle imprese italiane.

E le PMI? Dimenticate.

L’Italia ha una Borsa con due segmenti fondamentali:
EGM (Euronext Growth Milano) – dedicato alle PMI (circa 210 aziende quotate)
Euronext STAR – per le imprese di medie dimensioni (75 aziende)

Eppure, chi investe in queste imprese? Quasi solo gli investitori istituzionali esteri, il che è un vero paradosso… Le Pmi italiane, pur essendo il motore dell’economia, faticano ad accedere ai capitali necessari per crescere, sia prima che dopo la quotazione.

E la soluzione è abbastanza semplice e sotto i nostri occhi: basterebbe destinare anche solo il 5% dei 190 miliardi dei Fondi Pensione alle PMI quotate all’EGM per innescare un vero e proprio boom della Borsa e dell’economia reale.

Se poi si aumentasse anche solo del 5% la quota azionaria delle riserve tecniche vita, si libererebbero oltre 40 miliardi di euro a sostegno delle imprese italiane quotate, sia all’EGM che allo STAR.

Alcuni casi lasciano senza parole: il Fondo Cometa, il fondo pensione dei metalmeccanici raccoglie i contributi dai lavoratori italiani e li investe in azioni di aziende metalmeccaniche straniere, che fanno concorrenza proprio alle imprese italiane in cui lavorano gli stessi metalmeccanici iscritti al fondo….

Ora il tema, grazie al paziente ed insistente lavoro di Giulio Centemero della Lega e del suo collega professor Bagnai è arrivato a Roma.

Ma basterà? Passeremo finalmente ai fatti o lasceremo che questa opportunità sfumi (ancora una volta)?