Dopo 140 anni, a Cipro è stato riscoperto il santuario perduto di Apollo con tanti tesori archeologici
Dopo la sua scoperta originale nel 1885, un antico santuario di Apollo è stato ritrovato da un team di archeologi: al suo interno, tanti tesori importantissimi.

Sono passati ben 140 anni da quando l’archeologo tedesco Max Ohnefalsch-Richter portò avanti una campagna di scavo vicino all’antica città-regno di Tamasso, a Cipro. In tutto questo tempo, lo scavo è stato ricoperto nuovamente dalla sabbia e dimenticato… fino a oggi. Il team di archeologi, anche questo proveniente dalla Germania, non solo ha riportato alla luce l’antico santuario dedicato ad Apollo, ma ha anche esposto i numerosi tesori trovati al suo interno: frammenti di statue dall’inestimabile valore.
La riscoperta dell’antico santuario di Apollo
Situato nella valle di Frangissa a Cipro, vicino al villaggio di Pera Orinis, il santuario di Apollo era uno dei più ricchi santuari rurali della regione. Il primo archeologo a scoprirlo, Ohnefalsch-Richter, trovò centinaia di statue votive, alcune di dimensioni colossali. Tuttavia, nel corso degli anni, il sito fu interrato e dimenticato.
La situazione cambiò nel 2021, quando un team di archeologi provenienti dalle Università di Francoforte e Kiel/Würzburg iniziarono a scavare nuovamente il santuario. Dopo anni di lavori, oggi hanno rivelato grandi sezioni del santuario con fondamenta strutturali, il cortile delle dediche e oltre 100 basi di statue, la maggior parte delle quali di grandi dimensioni.
Tra gli altri reperti del santuario citiamo anche piccoli carri, cavalieri e figure di guerrieri in terracotta, oltre a terrecotte cave di grande formato.
L’importanza di questa scoperta
Si tratta di una scoperta importante per diversi motivi, a partire dal fatto che i frammenti scoperti probabilmente aiuteranno a restaurare diverse statue ora conservate nel Museo di Cipro e nel Royal Ontario Museum di Toronto, offrendo agli studiosi la possibilità di riassemblare figure incomplete da più di un secolo.
Tra le scoperte più recenti, ci sono pezzi di statue in calcare con piedi di dimensioni gigantesche, a testimonianza dell’esistenza di enormi statue maschili del periodo arcaico (VII-VI secolo a.C.). Le uniche rappresentazioni colossali conosciute a Frangissa fino ad allora erano in terracotta, ad esempio il famoso “Colosso di Tamasso”.
Oltre alle statue, gli archeologi hanno rinvenuto una ricca varietà di offerte votive mai registrate prima nel sito. Queste includono amuleti egizi realizzati in faïence, un materiale ceramico smaltato utilizzato nell’antico Egitto nei rituali sacri, e perle di vetro marmorizzato. La loro presenza suggerisce complessi scambi interculturali e sottolinea la più ampia importanza religiosa del santuario.
Ci sono anche prove di significativi sviluppi architettonici: un vasto cortile peristilio fu costruito accanto all’area votiva, probabilmente per banchetti rituali o simposi. Questa scoperta aiuta a collocare il santuario nel suo contesto non solo come complesso religioso, ma anche come luogo di incontro sociale e cerimoniale. Per gli archeologi, questa scoperta offre un’eccezionale opportunità per documentare e studiare elementi architettonici che erano stati scarsamente analizzati nello scavo del XIX secolo eseguito da Ohnefalsch-Richter.
Grazie all’utilizzo di tecniche moderne e a un approccio accademico mirato, la scoperta dell’antico santuario di Apollo a Frangissa potrebbe ridefinire un capitolo fondamentale nella storia dell’archeologia cipriota, collegando l’antica vita rituale, la scultura monumentale e lo scambio culturale internazionale all’interno di uno spazio sacro rimasto nascosto per quasi 140 anni.